Disturbo delirante
Gent.mi Dottori,
il problema che mi preme di sottoporvi mi pare particolarmente delicato per il quale avrei bisogno di mettermi in contatto al più presto con uno specialista. La questione, che riguarda B., un mio carissimo amico, è la seguente: da almeno due anni B., in seguito ad un evento apparentemente insignificante, ha cominciato a lamentare la presenza pervasiva di "immagini mentali" particolarmente disturbanti riguardanti episodi del passato collegate a persone da lui frequentate in ambiente lavorativo.
Attorno a tali immagini o ossessioni (come lui le chiama), si è sviluppato un vero e proprio disturbo delirante a tema persecutorio: le persone in questioni vengono infatti accusate di aver ordito attraverso un maleficio, un piano dettagliato per isolarlo, calunniarlo e, addirittura, spingerlo al suicidio. Per un periodo relativamente breve ha manifestato un'importante flessione dell'umore, abulia e ipersonnia senza, tuttavia, rallentamento psicomotorio o altri sintomi depressivi. L'ideazione suicidaria è stata riferita (ma non posso affermare con sicurezza che non avesse un fine manipolatorio). Vengo adesso alla mia difficile posizione nella questione.
Per professione mi occupo di salute mentale: sono infatti una psicologa (metodologa e ricercatrice in ambito clinico) ma non una psicoterapeuta. Cercando a fatica di tenere distinti il ruolo di amica da quello di psicologa ho cercato di spingere B. a cercare un aiuto psichiatrico, cosa che lui ha fatto più di una volta, con estrema riluttanza ma senza significativi risultati. Le consultazioni si sono risolte, infatti, in una singola visita in cui B., estremamente intelligente e "ipervigile", ha dato in pasto al medico la sua depressione ottenedo dei farmaci che, rivelandosi del tutto inefficaci, rafforzavano la convinzione incrollabile di essere vittima di un maleficio.
Ciò, inoltre, ha reso sempre più difficile la ricerca di ulteriori aiuti psichiatrici, per via della crescente mancanza di fiducia legata, ovviamente, al fatto che i precedenti medici "trascuravano o sorvolavano" proprio sul punto chiave (l'episodio a cui viene fatta risalire l'origine del malessere). Nel frattempo B. ha lasciato il lavoro e si è quasi totalmente isolato da amici e familiari che, pur sensibili e preoccupatissimi, credono di far bene nel cercare di contraddire la sua interpretazione di quello che gli sta accadendo. Così, mentre il delirio si arricchisce di dettagli e le ruminazioni sembrano abbandonarlo solo durante il sonno, cominciano ad emergere le prime serie tracce di aggresività verso i "responsabili del delitto". Da qui il mio allarme e la mia ricerca di uno specialista con cui, magari, poter avere uno scambio (sono stata da B. esplicitamente autorizzata a parlare della questione) prima di un'eventuale visita.
Ringrazio anticipatamente per qualunque aiuto vogliate darmi e spero possiate rispondere in privato, vista la delicatezza del problema.
il problema che mi preme di sottoporvi mi pare particolarmente delicato per il quale avrei bisogno di mettermi in contatto al più presto con uno specialista. La questione, che riguarda B., un mio carissimo amico, è la seguente: da almeno due anni B., in seguito ad un evento apparentemente insignificante, ha cominciato a lamentare la presenza pervasiva di "immagini mentali" particolarmente disturbanti riguardanti episodi del passato collegate a persone da lui frequentate in ambiente lavorativo.
Attorno a tali immagini o ossessioni (come lui le chiama), si è sviluppato un vero e proprio disturbo delirante a tema persecutorio: le persone in questioni vengono infatti accusate di aver ordito attraverso un maleficio, un piano dettagliato per isolarlo, calunniarlo e, addirittura, spingerlo al suicidio. Per un periodo relativamente breve ha manifestato un'importante flessione dell'umore, abulia e ipersonnia senza, tuttavia, rallentamento psicomotorio o altri sintomi depressivi. L'ideazione suicidaria è stata riferita (ma non posso affermare con sicurezza che non avesse un fine manipolatorio). Vengo adesso alla mia difficile posizione nella questione.
Per professione mi occupo di salute mentale: sono infatti una psicologa (metodologa e ricercatrice in ambito clinico) ma non una psicoterapeuta. Cercando a fatica di tenere distinti il ruolo di amica da quello di psicologa ho cercato di spingere B. a cercare un aiuto psichiatrico, cosa che lui ha fatto più di una volta, con estrema riluttanza ma senza significativi risultati. Le consultazioni si sono risolte, infatti, in una singola visita in cui B., estremamente intelligente e "ipervigile", ha dato in pasto al medico la sua depressione ottenedo dei farmaci che, rivelandosi del tutto inefficaci, rafforzavano la convinzione incrollabile di essere vittima di un maleficio.
Ciò, inoltre, ha reso sempre più difficile la ricerca di ulteriori aiuti psichiatrici, per via della crescente mancanza di fiducia legata, ovviamente, al fatto che i precedenti medici "trascuravano o sorvolavano" proprio sul punto chiave (l'episodio a cui viene fatta risalire l'origine del malessere). Nel frattempo B. ha lasciato il lavoro e si è quasi totalmente isolato da amici e familiari che, pur sensibili e preoccupatissimi, credono di far bene nel cercare di contraddire la sua interpretazione di quello che gli sta accadendo. Così, mentre il delirio si arricchisce di dettagli e le ruminazioni sembrano abbandonarlo solo durante il sonno, cominciano ad emergere le prime serie tracce di aggresività verso i "responsabili del delitto". Da qui il mio allarme e la mia ricerca di uno specialista con cui, magari, poter avere uno scambio (sono stata da B. esplicitamente autorizzata a parlare della questione) prima di un'eventuale visita.
Ringrazio anticipatamente per qualunque aiuto vogliate darmi e spero possiate rispondere in privato, vista la delicatezza del problema.
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Se il suo amico ha iniziato ad avere anche fasi di aggressività è opportuno considerare il trattamento sanitario obbligatorio come il mezzo per la tutela della sua salute mentale.
Il medico di famiglia è la persona che può veicolare l'intervento obbligatorio nei confronti di questa persona.
Se il suo amico ha iniziato ad avere anche fasi di aggressività è opportuno considerare il trattamento sanitario obbligatorio come il mezzo per la tutela della sua salute mentale.
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