Ossessione/ocd?

Buongiorno,
Volevo chiedere un opinione sul perchè una persona può cercare continuamente informazioni su una cosa.
È da qualche anno che continuo a leggere libri/vedere video / cercare informazioni sui disturbi alimentari: anoressia bulimia dcanas emotional eating, disordered eating ecc..
Soprattutto quelli che mi sembrano più simili a un mio comportamento passato (restrittivo sul cibo). Non mi sono mai sentita malata o di soffrire di un disturbo alimentare, ma un giorno quando già i miei comportamenti erano "spariti" ho iniziato a leggere testimonianze per sentirmi piu "capita" e da li è iniziata una ossessione continua per questi temi, aumentata dal fatto che non mi ritrovo in nessuna diagnosi perchè nonostante sembro a ver avuto comportamenti simili a persone con disturbi alimentari sembrano comunque troppo poco intensi o estesi nel tempo per essere un vero disturbo (o almeno questo è quello che sento quando leggo . Ho una forma di ocd su questi temi? Perchè tra l'altro le ricerche di adesso non centrano col cibo mentre prima erano sempre su kcal o cibo, ora solo sulla "malattia" (che però non ho, perchè non rientra comunque. In quei disturbi).
Non capisco perchè non sono mai stata cosciente del perchè non mangiavo, per me andava bene e basta, ora perchè sono "ipercosciente" di qualcosa che nemmeno credo di avere perchè non rientra comunque in quelle malattie, che comunque sento troppo gravi e diverse rispetto alla mia situazione.
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

Perché mai dovrebbe ritrovarsi in una diagnosi ? E perché poi da sola, l'autodiagnosi non sussiste.

Direi che però il suo inquadramento finale, ovvero "Ipercosciente" di qualcosa che nemmeno credo di avere è una buona e azzeccata descrizione di quello che potrebbe banalmente essere un'ossessione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie Dottore,
"Perchè mai dovrebbe ritrovarsi in una diagnosi?"
Non lo so, forse solo per sapere se quello che ho passato è reale o no. Sento il bisogno di capire se questa cosa è successa a qualcun'altro e dargli un nome. Non lo so perchè, ma forse continuare a sentire che qualcosa ha avuto un'impatto sulla tua vita eppure sentire che gli altri medici, amici alla fine si sono a suo tempo preoccupati ma non lo considerano un "vero problema" e quando ne parlano sembra sia un capriccio, tutto questo mi mette confusione, forse anche un po rabbia e mi sembra di inventarmi le cose. Poi però leggo mille nomi, mille diagnosi tra cui esperienze di gente molto estreme e dico ok forse hanno ragione non ho nulla..Eppure continuare a sentire che non ero ancora pronta per stare bene, che paradossalmente mi manca sentire , he avevo "la forza di restringere" , forse mi dava l'idea di essere qualcuno, di aver trovato il mio modo di dire guardate quando sono brava.
E lo so che è stupido. Ci sono periodi che ho odiato quei momenti ma ho odiato di più il dopo. Il non sentirmi meritevole di essere ascoltata perchè "tanto non avevo più niente", non ricordavo più una persona con un problema. Non so se forse ho solo paura di essere invisibile.
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Utente
Infatti io non mi voglio autodiagnosticare..Ma se chi mi fa terapia non mi dice che ho x cosa e io sento che la ho poi mi chiedo se sto impazzendo io e vedo cose dove non ci sono
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

Come è reale o no ? Non ha detto "un mio comportamento passato (restrittivo sul cibo)" ? Quindi che significa se è reale o no ?

Quello che esprime può benissimo essere comune in chi si tiene nel mangiare, il valore che dà a questo comportamento, il senso di controllo o la soddisfazione di essere magri.

Però non è questo che conta, quanto se adesso ha un problema, e partire dal problema che c'è ora.

"Ma se chi mi fa terapia non mi dice che ho x cosa e io sento che la ho " Questa frase qui non si è capita. Ma quindi è seguita da qualcuno, da chi e per quale diagnosi e con quale terapia ?
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Utente
Utente
Per "reale o no" intendo che pur avendo avuto un certo comportamento non so se il substrato psicologico sia quello di una persona con un disturbo alimentare..per cui l'essere in una sessione nella quale parlo del perchè e per come restringevo o certe connessioni che mi vengono in mente sul cibo non avendo nemmeno una diagnosi su questo, mi fa sentire come se fossi una che vuole rubare i disturbi altrui, in poche parole mi sento falsa perchè dico "in fondo non sono mica stata ospedalizzata, non peso 30 kg e non sono mai stata indirizzata a nessuna nutrizionista" per cui che diritto ho di parlare di cose del genere se non sono nemmeno sicura che la psicologia sottostante corrisponda al comportamento?(perchè come lei dice, non mi so autodiagnosticare).
Si, sono seguita da un psicoterapeuta della asl. La diagnosi non c'è stata, o meglio la prima volta che sono andata li mi hanno detto che non avevo "nessun disturbo mentale" per quello che si poteva evincere dalle prime sedute. Poi sono venuti fuori altri elementi nel corso della terapia con il parlare.
Come lei dice non è che ora ci sia un problema perchè non sono più preoccupata 24h /24 per il cibo e mangio regolarmente, la mia vita è migliorata sotto vari aspetti, ho una migliore sicurezza in me..
Ma non so se perchè non mi sono sentita validata nel mio problema (il mio psicoterapeuta cerca di farmi arrivare a "sapere una cosa", non mi dice mai hai l'ansia, hai la depressione, ma ci lavoriamo intorno e mi fa domande su come mi sento), o perchè sento che ho ancora confusione sul tema alimentazione.
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Utente
Utente
Tra l'altro per reale o no intendo anche: la parte reale per me è la certezza di sapere che avevo un certo comportamento che mi fa pensare non me lo sto inventando.
La parte non reale è la cosa che mi fa pensare "se ora mi dicessero che non ho mai avuto nessun disturbo alimentare" io mi sentirei vuota. Perchè attorno a quello ci ho costruito la mia "me" di adesso, il mio senso di valere qualcosa, il sapere che se qualcosa va male, ho sempre il mio dca. Non potrei sopportare di perderlo.
Ma questa cosa che non voglio perdere non so se sia un'immagine prodotto della mia mente. O è vero perchè è costruita sulla base di un sintomo e per cui forse devo ancora lavorare attorno al perchè restringevo?Anche se ora mangio normale?
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Ecco, scusi i mille messaggi ma..mi è venuto in mente l'esempio perfetto per spiegarle cosa intendo con fatto non so se è reale o no:
Una volta ho visto un programma in tv: una donna ipocondriaca aveva costruito tutta la sua identità sull'essere malata. Senza quello si sentiva un "niente". Però malata non lo era, solo che per lei era più facile voler essere malata che essere se stessa senza le malattie.
Ecco io mi sento cosi, come se avessi creato un'altra identità oltre alla mia, la mia nel mio caso sarebbe una specie di "identità nel disturbo alimentare" per cui non è la mia vera, non è chi sono io come persona (per cui falsa), ma allo stesso tempo "vera" perchè mi dico "il comportamento l'ho avuto davvero" non sono come l'ipocondriaca che pensa che è malata ma non lo è.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Gentile utente,

"Disturbo" non significa comportamento alimentare punto e basta. Il problema mi sembra un non-problema. Ha avuto un periodo particolare sul piano alimentare, forse mentale in generale, può essere stato un disturbo nel senso dell'eccesso o del rischio, forse del malessere oppure invece no.
Però il resto sembra un'ossessione.
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