Citalopram: depressione maggiore, dap, doc, ideazione suicida

Buonasera, vorrei se possibile avere un parere da parte Vostra. Ho 36 anni, da sei in cura per depressione, disturbo da attacchi di panico e disturbo ossessivo compulsivo; sono seguita da psichiatra, psicologo e dal mio medico di base, che ritengo persone eccezionali dal punto di vista professionale ed umano.
Negli ultimi due anni ho avuto un significativo peggioramento dello stato depressivo e ansioso, curato dal punto di vista farmacologico senza risultati per la parte depressiva, mentre il DAP ed il DOC erano invece migliorati (con 1200 mg di Tolep, 200 mg di Maveral, 200 mg di Seroquel oltre a 90 gtt di En al giorno).
Negli ultimi mesi si sta verificando una situazione diversa: lo stato depressivo peggiora continuamente, sono tornati gli attacchi di panico e l'ansia a livelli ingestibili, ma soprattutto ha cominciato a farsi viva l'ideazione suicida. Prima in modo violento ma sporadico, ed il tutto si risolveva in poche ore. Ora l'istinto del suicidio mi accompagna con una violenza inaudita dal momento in cui apro gli occhi al momento in cui li chiudo. Istinto che diventa ossessione, desiderio, sogno, disperazione.
Ho praticamente chiuso i rapporti con il mondo esterno. La mia vita si limita a lavorare (con una fatica immensa e con un entusiasmo pari allo zero) ed a dormire il più possibile per non sentire il dolore...
E, cosa che non si era mai verificata prima, ho iniziato a graffiarmi a sangue i polsi, strappandomi letteralmente la pelle, e sono arrivata ora ad avere oltre una cinquantina di cicatrici, che vengono immediattamente sostituite da nuovi graffi.
Eliminato il Maveral ed il Seroquel, abbiamo mantenuto il Tolep, l'En e affiancato al bisogno l'Alprazolam in gocce; mi è stato prescritto il Citalopram come antidepressivo (20 mg al giorno).
Una domanda: quest'ultimo che effetto ha (se ne ha) sul DAP sul DOC? E soprattutto sull'ideazione suicida?
Altra domanda: l'autolesionismo che sta prendendo sempre più piede sui miei polsi (mi scuso per il gioco di parole) puà essere gestito dal punto di vista farmacologico?
Vi ringrazio in aNticipo e mi scuso per la lunghezza esagerata del quesito.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
il citalopram, così come il maveral che lei assumeva prima, ha effetti sia sulla depressione che sul dap e sul doc. E' chiaro che il dosaggio di partenza di 20 mg potrebbe dover richiedere qualche aggiustamento per raggiungere un efficacia soddisfacente.Per quanto riguarda gli episodi di autolesionismo questi possono rientrare tra le manifestzioni di discontrollo degli impulsi; dal punto di vista farmacologico vengono trattate in genere con farmaci ad azione stabilizzante, tra cui gli antiepilettici (come il tolep e tanti altri) o gli antipsicotici di nuova generazione (come il seroquel e tanti altri). Per quello che riguarda l'idezione suicida sarebbe utile approfondire se sia una conseguenza dell'umore fortemente depresso o una manifestazione ossessiva. Ad ogni modo, qule che sia l'origine, il citalopram dovrebbe essere efficace. continui a farsi seguire dai suoi medici di fiducia. In bocca al lupo.

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
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Buonasera Dottore, grazie infinite della Sua risposta, e della velocità con la quale mi è giunta.
... soprattutto perchè è arrivata in una serata in cui la mia ideazione suicida sta "giocando" con me con una violenza devastante... una serata in cui, per la prima volta dopo parecchio tempo, mi ritrovo in casa due scatole di Citalopram ed è difficilissimo starne lontana.(i medici che mi seguono si prestano anche a farmi da "farmacisti" consegnandomi una volta alla settimana solo le pastiglie strettamente necessarie).

Una domanda: leggo nella Sua risposta che gli episodi di autolesionismo vengono trattati con gli stabilizzanti tipo Tolep... e proprio di Tolep io continuo tutt'ora ad assumerne 1200 mg al giorno, ma la situazione non migliora, anzi peggiora... C'è una spiegazione a questo?

Per quanto riguarda l'ideazione suicida, se mi guardo dentro, posso dire (a mio parere ovviamente personale e non professionale) che inizialmente credevo fosse una conseguenza del peggioramento dello stato depressivo... ma ora ha assunto tutti i tratti dell'ossessione... Mi auguro che il citalopram possa aiutarmi in questo senso, anche perchè ogni volta che cambio farmaco (e ne ho cambiati tanti) sento la bruttissima sensazione della sconfitta: prima la speranza quando inizio ad assumerlo, poi l'ennesima dolorosa delusione. E la volta dopo sperare ancora diventa sempre più difficile se non impossibile.

La ringrazio ancora e Le auguro una buona domenica.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile signora,
non posso che esprimerle la mia solidarietà per il periodo difficilissimo che sta attraversando e sono contento di esserle d'aiuto, anche se in piccolissima parte. Per quanto riguarda la sua domanda sul tolep, io non conosco bene la sua situazione e quindi posso sol ipotizzare che il tolep potrebbe essere affiancato da un altro stabilizzante, magari con un meccanismo d'azione diverso, come un antipsicotico di nuova generazione. tuttavia queste sono valutazioni che spettano ai suoi curanti e non al sottoscritto. Posso solo dirle che la strada più giusta è quella di continuare a sperare e a lottare. Anche noi (riceverà presto altre risposte) come i suoi medici siamo dalla sua parte e aspettiamo notizie positive.
Ci tenga informati.
buona domenica a lei
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Buonasera Dottore, di nuovo grazie... davvero...
Nella Sua risposta c'è una frase: "sono contento di esserle d'aiuto, anche se in piccolissima parte".

Non è una piccolissima parte.... è una parte immensamente grande.

Perchè quando te ne stai a fissare le scatole di pastiglie combattendo contro te stessa per non ingoiarle tutte, cercando disperatamente qualcosa che ti distolga la mente e fermi la tua mano, una risposta come la Sua, dove trovi non solo informazioni mediche ma anche COMPRENSIONE e CALORE UMANO... è un aiuto enorme del quale forse non immagina la portata.

La ringrazio ancora infinitamente di tutto... Le auguro una notte serena.
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buongiorno Dottore, a distanza di tre giorni dall'ultimo post inviato non ce l'ho più fatta... nell'arco di un minuto ho inghiottito tutte le pastiglie che avevo in casa (2 diversi farmaci per un totale di 70 pastiglie).
Dopo la solita trafila pronto soccorso e SPDC ora sono di nuovo qui... in condizioni psicologiche decisamente peggiorate. Ma quello che mi stupisce è che credevo che l'ideazione suicida dopo l'accaduto si sarebbe calmata. Invece è al mio fianco forte come prima.
Non riesco a fare nulla, la cosa più banale come lavarmi o vestirmi mi richiede uno sforzo insostenibile.
Mi sento un totale fallimento in tutto e non riesco più nemmeno a sperare...
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
cara amica,
la sofferenza che lei prova deve essere insopportabile se l'ha spinta a un gesto così estremo, ma mi creda e scusi se posso sembrare banale, la depressione può essere un macigno insostenibile, ma passa, ci mette tempo e lascia cicatrici, ma passa. Non si abbandoni. Non rischi di buttare via la sua vita. Si lasci aiutare dai medici e non smetta di sperare. Le sono vicino
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Buongiorno Dottore, ancora una volta grazie infinite per il suo messaggio. Il Suo, oltre a quello dei miei tre medici "angeli custodi", è l'unico aiuto che mi sta arrivando, visto che dalle persone che mi dovrebbero essere vicine arrivano solo accuse per quello che ho fatto... perchè i miei genitori sono distrutti, perchè ho fatto soffrire gli altri... Nessuno di loro si ferma a pensare che dietro il mio tentato suicidio forse c'è una sofferenza che non riesco più a sopportare... e quello che mi lascia più amareggiata è che tutte le accuse verso di me arrivano da persone (soprattutto dalla mia famiglia) che fino a ieri se ne sono (mi perdoni il termine) assolutamente fregati di me... Non ho avuto una telefonata da parte loro in questi anni, casualmente adesso però si sentono in diritto di giudicare qualcosa che neppure lontanamente conoscono... Mi sono sentita dire che "tutti quelli che mi conoscono sono sicuri che io non voglia uscirne"... ma solo io ed i miei medici sanno cosa davvero ho fatto e sto facendo da sei anni a questa parte, spaccandomi l'anima in due, accettando un ricovero di due mesi in una clinica psichiatrica (e Le assicuro che è stata un'esperienza devastante), accettando la psicoterapia familiare (la cosa più dolorosa che ho vissuto in questi sei anni), alzandomi la mattina per andare a lavorare quando in testa avevo ed ho il solo pensiero di morire.
Mi creda, sto rimpiangendo che mercoledì scorso le cose non siano andate diversamente... ed ogni volta arriva qualcuno con le sue frasi idiote e scontate, e neppure si rende conto che con una parola in questo momento riesce ad uccidermi un'altra volta...
Non chiedo di sentirmi fare i complimenti per quello che ho fatto, vorrei solo che cercassero di capire che non l'ho fatto per gioco... vorrei solo non il loro aiuto, ma il rispetto per la mia sofferenza...

Stasera devo rivedere il mio psichiatra per ripristinare la terapia, che è stata sospesa per quasi dieci giorni per dare il tempo al mio organismo di smaltire quel 50% di farmaci che mercoledi era già stato assorbito prima dell'arrivo in pronto soccorso.

Grazie ancora di tutto Dottore... davvero. Le auguro una buona giornata.
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Buonasera Dr.Martiadis, mi scuso se disturbo di nuovo... E' trascorso poco più di un mese dal mio tentato suicidio, e da 23 giorni sto assumendo Citalopram 20 mg con nessun miglioramento... anzi soggettivamente percepisco un peggioramento. In un'altra richiesta di consulto con i Suoi colleghi abbiamo approfondito il discorso delle terapie precedenti ed attuali.
Quello che vorrei chiederLe è questo... ieri mi sono ritrovata nella stessa identica situazione dello scorso tentato suicidio. Stesso posto, stesso orario. Stavolta sapevo di non avere in casa i farmaci (la sorveglianza su questa cosa da parte dei miei medici è diventata più stretta). Mi sono accorta in quel momento di una cosa: la farmacia dove avevo acquistato i farmaci non aveva messo il solito timbro a certificare l'acquisto e quindi a rendere non più utilizzabile la prescrizione.
Ho trascorso un minuto da incubo, con la stessa idea della volta precedente: famacia e poi ingerire tutto.
Sono riuscita non so come a tornare in ufficio ed a bloccare questo istinto.
E' possibile che nonostante tutto l'ideazione suicida torni a concretizzarsi in modo così devastante nonostante la ripresa della terapia? Non voglio arrivarci un'altra volta... ma diventa sempre più difficile.
La ringrazio ancora per l'infinita pazienza e la Sua cortesia e Le auguro una buona serata.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Se lei la descrive come così devastante allora ahimè è possibile. Ma è anche vero che questa volta qualcosa è cambiato. Stavolta c'è stato qualcosa che le ha impedito di continuare a seguire questa malsana idea. E questo qualcosa vuol dire che anche lei sta cambiando, forse è un primo, timido segnale che la sua forza di volontà sta rafforzandosi, che la sua speranza in una vita migliore sta riprendendo il controllo delle sue giornate. Mi auguro e soprattutto le auguro che questo piccolissimo segnale sia solo l'inizio di un po' di luce. Scriva ogni volta che vuole. Risponderle è un piacere
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Buonasera Dottore, e come sempre grazie infinite per la Sua risposta velocissima e piena di umanità. Risposta mi ha confortato... spero davvero che questi momenti orribili nascondano in realtà un minuscolo spiraglio per iniziare a vedere quel raggio di luce del quale mi ha scritto.
La ringrazio ancora, e ci tengo davvero a dirLe che ha la mia massima stima dal punto di vista professionale ed umano.
Grazie di nuovo, Dottore, Le auguro una buona serata.

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Buonasera Dr. Martiadis, rieccomi a disturbarLa di nuovo... stavolta con una domanda breve almeno... il citalopram può indurre galattorrea? Le faccio questa domanda perchè sul foglio informativo di due diverse case produttrici in uno non viene citato come effetto collaterale, nell'altro come effetto molto raro.
So già di avere un'ipersensibilità ai farmaci che la possono indurre... metà di quelli che ho provato (Zyprexa, Solian fra quelli che mi vengono in mente) avevano portato il valore oltre la soglia di 4000 (il range applicato dal laboratorio che ha effettuato il prelievo dava da 400 a 700 max).
Dovrò sospendere e cambiare per l'ennesima volta?
La ringrazio in anticipo e Le auguro una buona serata.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Mi fa piacere leggere un suo messaggio leggermente più sereno. La galattorrea con il citalopram è un evento molto raro. Il fatto che sa riportato su una sched apiuttosto che su un altra potrebbe essere dovuto a diversi aggiornamenti delle case produttrici. In genere le aziende più prudenti riportano anche effetti rarissimi per cautelarsi da eventuali richieste di risarcimento. Non credo che per il momento lei debba cambiare di nuovo terapia.
Saluti
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Buonasera Dottore, e grazie infinite, la Sua velocità nelle risposte mi stupisce sempre. Mi sono dimenticata il dettaglio più importante nel post di prima... la galattorrea si è già manifestata in modo abbastanza pesante... per questo ieri ho letto gli effetti indesiderati (cosa che non faccio mai...)
Grazie infinite!
PS ha ragione... nonostante la stanchezza stasera la mia idea fissa mi sta miracolosamente lasciando tranquilla...



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Buonasera Dr. Martiadis, ricompaio dopo un pò e come sempre nei periodi più disperati. A 2 mesi di distanza dall'assunzione del Citalopram non si è ancora visto alcun risultato, galattorrea a parte. Quello che mi sta facendo perdere definitivamente la speranza è il ritorno dell'ideazione suicida continua. In realtà non era mai sparita del tutto, aleggiava sempre ma in modo un pochino più leggero rispetto al periodo del mio TS. Da oltre dieci giorni è tornata con una violenza devastante. Dal momento in cui apro gli occhi a quando (con estrema fatica nonostante il Felison) riesco a chiuderli, comprese le ore che trascorro in ufficio, questo chiodo fisso è al mio fianco. E la differenza rispetto a prima è che si trasforma in disperazione per non avere a portata di mano i farmaci per ritentare...
Devo davvero rassegnarmi a vivere con questo demone che mi uccide un pò per giorno senza mai farlo del tutto? Non reggo più la situazione... non voglio arrivarci un'altra volta, ma so per certo che se le cose continueranno così ci arriverò sicuramente...
Grazie ancora per la Sua pazienza... Le auguro una buona serata.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
cara amica,
puurtroppo la strada da percorrere in queste situazioni è sempre piena di ostacoli e salite. Non ceda, non molli la presa, non si rassegni. La vita è un prezioso miracolo, anche la sua che le può sembrare inutile è senza senso; il suo modo di vedere le cose cambierà e allora riuscirà a cogliere la voglia e la necessità di continuare. Si affidi alle persone che intorno a lei la seguono e le vogliono bene.
Ci sentiamo presto
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Buonasera Dr. Martiadis, come sempre grazie infinite per la Sua risposta. Stamattina ho visto il mio psichiatra, mi è dispiaciuto essere la prima visita... perchè l'ho visto entrare rilassato e sereno e dopo avergli spiegato tutta la situazione l'ho visto molto preoccupato. Non gli ho nascosto assolutamente nulla di quello che ho scritto a Lei anche se temo un'ulteriore proposta di ricovero da parte sua... Martedi avrà un incontro con lo psicoterapeuta che mi segue (e che io vedrò lunedi sera) e credo con il mio medico di base, lavorano in team soprattutto in queste situazioni. Dopo il loro incontro rivedrò lo psichiatra immediatamente la mattina di mercoledi...
La ringrazio di nuovo per la pazienza nel sopportarmi e per le Sue parole come sempre piene di umanità, e le auguro uno splendido weekend.
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Buonasera Dr. Martiadis, mi scuso se torno a disturbaLa proseguendo questo consulto ormai diventato per me un punto d'appoggio...
La mia situazione peggiora continuamente, ormai da settimane nonostante il Felison e 40 gocce di En prima di dormire non riesco ad addormentarmi prima delle 3 del mattino. E l'ideazione suicida sembra diventare più forte ogni giorno. Ho trascorso le feste di Natale più atroci che riesca a ricordare.
Nell'altro consulto mi aveva raccomandato di parlare con il mio psichiatra dei miei dubbi sul Citalopram, l'ho fatto immediatamente, ma prima di variare la terapia farmacologica ha voluto consultarsi più volte con lo psicologo che mi segue.
Stamattina ho avuto un colloquio a tre con entrambi, e ne sono uscita più demoralizzata di prima. Sicuramente non per colpa loro, ovviamente. Da entrambi è arrivata la richiesta di "camminare" insieme in un percorso sia famacologico che psicoterapeutico cominciando però a "riaffacciarmi" alla vita piano piano ma in modo attivo.
Quello che mi fa star male è che mi rendo conto di non avere la minima forza per fare nemmeno il primo passo.
la settima prossima rivedremo la terapia farmacologica.

Arrivo finalmente alla domanda che vorrei porle: quando tutto è solo ed esclusivamente nero, se non vedi nessuna luce che ti indichi la via da seguire, se il farmaco non riesce ad accendere la scintilla e soprattutto a spegnere quell'ossessione di morire... è davvero possibile fare questo passo? Oppure sono io ad essere troppo debole per farlo?
Mi scuso per avere come sempre scritto un romanzo... ma non capisco più nulla.. mi sento un fallimento totale con in più un gran senso di colpa per la sensazione di essere io a non volerne uscire...
Grazie per la pazienza... Le auguro un buona serata.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Cara amica,
se lei non ne volesse uscire non andrebbe agli incontri con i suoi terapeuti, non seguirebbe le loro indicazioni e terapie, e non scriverebbe su questo forum cercando un minimo ulteriore appiglio. Non si crei ulteriori sensi di colpa che non hanno ragione di esistere. Credo che la strada intrapresa dai suoi terapeuti possa essere quella giusta. Si lasci portare per mano in questo inizio di cammino. Poi, piano e con cautela inizierà a camminare con passo proprio, sempre più saldo e sicuro. Non si abbandoni; continui a lottare, anche se è così dura.
E non si scusi per il semplice fatto di scrivere.
Spero di rileggerla presto con migliori notizie.
Saluti
[#19]
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Buonasera Dr. Martiadis, e come sempre grazie... non solo per la risposta ma perchè oltre ai miei tre "angeli custodi" anche Lei è diventato per me un punto d'appoggio davvero importante.
Spero che passi presto questo senso di colpa che sto sperimentando per la prima volta e che mi fa stare mille volte peggio... le Sue parole mi risollevano... anche perchè star male e sentirsi anche artefici del proprio star male è doppiamente distruttivo.
Spero davvero anche io di scriverle presto un post più sereno... lo spero perchè così andare avanti (e di proposito non scrivo vivere, perchè questa non è vita...) è disperatamente difficile.
Grazie infinite per le Sue parole e per l'incoraggiamento che riesce sempre a darmi.
Le auguro una buona serata... grazie di cuore...
[#20]
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Utente
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Buonasera Dr. Martiadis, torno a disturbarLa dopo qualche mese... e come sempre nei momenti più neri...
Dopo quell'incontro a tre con i miei terapeuti del quale avevo scritto nell'ultimo post, avevo finalmente iniziato a reagire un pò di più... anche perchè "assorbita" la botta che volutamente hanno scelto di darmi (e a distanza di mesi devo solo ringraziarli per questo) ho iniziato piano piano a "camminare" con loro a fianco... cose stupide, impormi la colazione al bar al sabato, impormi di vestirmi e fare due passi anche senza meta... riprendere il volontariato.
Ma due mesi fà altro colpo... oltre alla morte di una persona per me importantissima, a mio padre è stato prospettata la possibilità di un tumore del sangue. Mi sono ritrovata con lui aggrappato a me perchè diceva che "lo tranquillizzavo", a mettermi la maschera di quella ottimista per tenerlo su, mentre lui non ha voluto dir nulla ai miei fratelli. Dopo i secondi esami, peggiori dei primi, gli ho proposto una visita specialistica... non l'avessi mai fatto... il problema sembro essere diventata io e non la possibilità del cancro. Il tutto nell'indifferenza totale di mia madre e dei fratelli. Da due mesi non riesco più a dormire nonostante il Felison, i miei polsi, le mie gambe sono devastati dall'autolesionismo, il DOC e gli attacchi di panico sono alle stelle... ma soprattutto quello che chiamo il mio avvoltoio, l'istinto suicida, è tornato con una violenza mille volte più devastante di prima...
Non capisco più che fare... se dar retta a chi mi dice (compresa me stessa) "per lui hai fatto il possibile, ora basta" o a chi (compresa me stessa...) mi dice "non puoi fermarti su una cosa così seria".
So solo che sto peggiorando di giorno in giorno... e stasera il mio avvoltoio non vola su di me, mi sta abbracciando facendomi sentire quanto sarebbe bello chiudere gli occhi...
Ho scritto come al solito un romanzo... e mi scuso per questo...
Le auguro una buona serata sperando di leggerLa presto.
Grazie ancora...
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
La vita dispensa i dolori senza guardare chi ne ha già o ne ha già avuti. Ma questa è una delle regole del gioco a cui partecipiamo, regole che non abbiamo stabilito noi ma che, come in tutti igiochi, vanno accettate per continuare a essere della partita.
Suo padre è un uomo adulto, consapevole dei rischi ai quali si sottopone con i suoi comportamenti. Del resto, la negazione è spesso un meccanismo di difesa quando ci si trova di fronte a un evento che può mettere in forse tutte le tue certezze. Io credo che lei non si fermerà dal cercare di convincerlo a curarsi. Se fossi in lei apprezzerei il fatto che è diventata comunque un punto di riferimento per una persona importante nella sua vita. Non si diventa riferimento di qualcuno se non si vale abbastanza da continuare a vivere e lottare.
La saluto
[#22]
dopo
Utente
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grazie infinite Dott. Martiadis... soprattutto per l'ultima frase che mi tengo stretta...
quello che mi spaventa è che questa situazione mi trascina ogni giorno più a fondo... mi sta togliendo ogni energia, mi sta letteralmente svuotando... non riesco a spiegarmi... e non so quanto riuscirò a reggere ancora...
E il fatto che stia peggiorando giorno per giorno mi dice che sono al limite... ed ormai so che quando arrivo al limite arrivo al ts... sto combattendolo, il mio avvoltoio... disperatamente mi creda... ma so per esperienza che, come le volte precedenti, bastano 30 secondi per rifarlo. 30 secondi in cui tu non sei più tu....
E' questa la mia paura.

La ringrazio come sempre per la velocità e la grande umanità che sempre dimostra... e Le auguro un weekend sereno.
Grazie ancora di tutto...

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