Nessuna diagnosi

Buongiorno, ho 44 anni , da molti anni ho "convissuto" con attacchi di "ansia" e molto raramente (2/3 volte l'anno) attacchi di panico.
Ho tenuto a freno l'ansia con benzodiazepine al bisogno e la mia vita è andata avanti più o meno normalmente.
Quest'estate ho vissuto un mese di Agosto molto stressante a causa di una patologia urologica e intestinale - una forte infiammazione diagnosticata da urologo prima e gastroenterologo dopo , curata con levofloxacina (per 10 gg) e bentlan da 1 mg ( per 5 gg.).
Negli stessi giorni manifestavo un grande senso di pesantezza alle gambe con una "sensazione di tremore" alle stesse ( parlo di sensazione perché, di fatto, le gambe NON tremavano) e anche un forte senso di tensione al basso ventre più o meno all'altezza della vescica e irrigidimento intestinale).
A causa di questo ho dribblato qualunque attività e sono rimasto chiuso in casa per circa 15/20 giorni, con un caldo terribile e "abbandonandomi un po' a me stesso" con un senso di abbandono e solitudine che mi faceva stare male psicologicamente.
Dopo essermi più o meno ripreso sono iniziati i problemi VERI:
da circa 15 giorni vivo un grande senso di ansia generalizzata, ho avuto svariati attacchi di panico e il mio umore è ai minimi storici ( apatia, umore nero, inappetenza, ho perso quasi 6 chilogrammi in meno di un mese).
Ho visitato un medico , specialista in psiclogia clinica, che mi parla di una biologica predisposizione alla depressione a causa dell'incapacità del mio organismo di ricaptare la serotonina la quale ( sempre a detta di tale medico) viene "bruciata " dal mio organismo.
Mi chiedo come si possa, con una visita ( in realtà un consulto) effettuare una diagnosi di questo tipo .
Mi ha prescritto Paroxetina abbinata a una benzodiazepina che mi sono rifiutato categoricamente di prendere.
La cosa insolita è che, negli ultimi due giorni, alterno fasi di euforia (forse la mia voglia di reagire?) a grandi stati di umore pessimo e grande irritabilità.
Oggi incontrero' un neuropsichiatra che è anche uno specialista in terapie cognitivo comportamentali e mi mettero' nelle sue mani.
Chiedo , infine, se nei casi come i miei ( del quale non ho ancora una diagnosi ufficiale ) è proprio necessario l'utilizzo dei farmaci ( specie la paroxetina) che , per il mio carattere apprensivo, mi generano grande timore o potrebbe essere sufficiente un percorso di terapia cognitivo comportamentale.
Ad ogni modo, sarei felicissimo e mi aiuterebbe molto ricevere qualche vostro illustrissimo parere.
Ringrazio chi vorrà aiutarmi e auguro buon lavoro a tutti Voi.
Grazie.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Una diagnosi relativa alla sfera psichica può richiedere il trattamento con farmaci come indicato, senza necessariamente dover scomodare tutto il meccanismo intrinseco alla patologia stessa, spesso abusato con paroloni che nulla portano di nuovo alla sintomatologia sofferta.

La sua aspettativa è quella di non voler assumere farmaci per cui il suo atteggiamento è quello di non voler sentire altre ragioni se non quello di seguire un percorso terapeutico che, comunque, richiede delle condizioni di eleggibilità e non può essere praticato a tappeto come la panacea risolutiva per le patologie psichiatriche.

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