Una condizione chiamata dipendenza affettiva che si può "curare"

Buongiorno
Chiedo parere qui anche se non sono sicura di avere questo problema.
Ho un compagno con diagnosi di disturbo antisociale della personalità. Ex alcolista e tossicodipendente.
Sono 5 anni che sti con lui, primi anni passati a cercare di aiutarlo tra alcol droga e tentati suicidi. Poi comunità e da un anno è uscito. Qualche giorno fa una ricaduta nell'alcol. È una persona dolce ma come se non fosse adsolutamente in grado di mettersi nei panni degli altri e capire gli effetti delle sue azioni. Mi rendo conto che sono dipendente dal suo affetto. La sola idea di perderlo mi manda in un profondo senso di angoscia. So che esiste una condizione chiamata dipendenza affettiva che si può "curare".
La mia preoccupazione nasce dal fatto specialmente che nonostante io abbia due meravigliose bambine di 10 anni a volte lui quando parte con i suoi deliri e richieste di aiuto, io non riesco a contenermi e prende il sopravvento anche sulle necessita delle mie figlie e nel mio ruolo di madre.
Fino a che ci smenavo io era un conto ma non posso permettermi di rovinare la serenità delle mie figlie
Secondo voi è una condizione patologica? Spero di essermi spiegata correttamente non so nemmeno io ben capire la situazione.
Grazie....
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
"È una persona dolce ma come se non fosse assolutamente in grado di mettersi nei panni degli altri e capire gli effetti delle sue azioni. "
Tolga il "come se". Chi ha un Disturbo Antisociale di Personalità non è assolutamente in grado di sintonizzarsi con le emozioni altrui.
In questi casi la prognosi non è tra le migliori, e lei stessa scrive "non posso permettermi di rovinare la serenità delle mie figlie".
Sa già tutto quindi. Con l'aiuto di una psicoterapia riuscirà a rompere questa "dipendenza affettiva".

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore per la risposta.
Il problema è che non riesco a reagire. Il terapista da cui ero in cura mi dice sempre che per il mio problema di angoscia da distacco non riesco a reggere l'ansia del perderlo. Spesso scappo da lui , nonostante le poche persone che conoscono la situazione mi dicano di non farlo. Mi rendo conto che è una vera e propria droga, lo so che sono una mamma depreorevole nel dirlo ma nemmeno le mie figlie bastano a fermarmi. Continuo a dimenticare gli insulti, la mancanza di empatia, perché prevalgono i suoi occhi dolci, il suo essere solo, e l'idea che per causa mia, se me ne andassi lui potrebbe peggiorare. Mi creda non so più dove sbattere la testa, non riesco a fermarmi ma sto andando in pezzi anche io. Forse una persona normale riuscirebbe a reagire, forse non sono abbastanza forte o non riesco a gestire i meccanismi che mi spingono sempre verso di lui. Anche ora che mi dice la prognosi non è buona per un soggetto con quella patologia, riesco a pensare, forse hanno sbagliato diagnosi.
Come si può essere così? Davvero non so più come fare. Spesso vorrei solo sparire per non dover essere sempre in questa situazione in cui non vedo una qualsiasi via d'uscita, non ci riesco nemmeno parlando con il mio terapista, quindi che altro mi resta? Se non uno stato d'angoscia totale e costante. Scusi lo sfogo ma davvero non so più cosa fare.
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Se è già in psicoterapia e l'ansia/angoscia continuano ad essere così forti, è indicata una terapia farmacologica. Consulti a questo punto uno psichiatra.
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