Relazioni sentimentali deludenti e i miei scoppi d'ira incontrollati, malesseri conseguenti

Gentili Dottori,
tre mesi fa ho conosciuto una mia coetanea, vicina di casa che è tornata in città dopo un'esperienza di studio all'estero. Ci siamo piaciuti da subito e tra di noi c'erano solo baci, e qualche ora trascorsa insieme due volte a settimana. Poi il mese scorso, lei mi dice che vuole tornare all'estero a breve, così decide di rompere la "relazione" (in così poco tempo e senza rapporti sessuali non la definisco una relazione). Non rispondo al suo messaggio, non dico nulla coltivando rabbia. Dopo una settimana le rispondo, ma solo perché l'ho sognata di notte e al risveglio ho provato un senso di colpa per averla lasciata senza una risposta. Lei vuole vedermi per bere una cosa e parlare, ed io la porto in auto in una parte isolata, per tentare un approccio sessuale. Ovviamente lei scappa, ha paura e chiama i genitori per farsi accompagnare a casa. Io mi rendo conto di quanto la mia azione è sbagliata, ma solo dopo averla commessa. Dice che non vuole più vedermi, giudicando il mio gesto inammissibile (ha ragione). Una settimana dopo ci incontriamo per strada, era molto bella, vestita bene: siamo rimasti a guardarci senza dire una parola, non ci siamo salutati ed ognuno ha continuato a camminare per la propria strada. Di sera le scrivo un messaggio, mi scuso ancora per il gesto e aggiungo che sono dalla sua parte, non voglio trattenerla. Lei, seccata, risponde che non vuole che io stia dalla sua parte, voleva evitare questo e non deludermi. E mi dice che è finita. Amareggiato, mi viene un attacco di gelosia: "dove andavi oggi così ben vestita? hai un altro già?" Lei offesa risponde che andava solo con un'amica e aggiunge che sono un maschilista che ha già visto, perché lei si veste bene per se stessa, non un altro. E mi blocca sui social. A quel punto scoppia la mia rabbia: quando sono solo in casa divento rosso, se ce l'avessi tra le mani vorrei strozzarla, farle del male, pestarla. Poi quando ritorno normale, ragionevole, provo senso di vergogna, frustrazione, per i pensieri colmi di rabbia provati nei suoi confronti. Perché io non sono aggressivo, anzi subisco da tutti senza neanche rispondere... figuriamoci a tirare un pugno (sic!). La cosa brutta è che abitiamo vicini, e spesso ci incontriamo per strada: quando lei mi vede, si nasconde impaurita e a me tremano le gambe e ho immediatamente salivazione e senso di sete. Stanotte l'ho anche sognata: nel sogno ero con mia mamma in bar, poi arrivava lei con i genitori. Io chiedevo un cappuccino che il barista faceva male ed io facevo la battuta al barista: "hai fatto lo spurgo della macchina". Lei rideva alla mia battuta, mi guardava felice: io le davo un bacio, e lei andava via sorridendo, come se ci saremmo rivisti. Poi guardavo suo padre, io espressione felice ed il padre anche verso di me. Al risveglio, ero frustrato, perché so che la realtà è ben diversa e questo mi ha spinto a scrivere sul forum. Credo sia un disturbo mentale, non è la prima volta che mi succede.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Comportarsi in modo sbagliato non deve essere per forza legato ad un disturbo mentale per giustificare i propri comportamenti errati.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile Dott. Ruggiero,
grazie per la Sua risposta. Certamente il mio comportamento è errato, ne sono consapevole. Il mio problema è che faccio sempre lo stesso errore, finora ho avuto circa una ventina di ragazze con cui le storie andavano esattamente da copione, come da me descritto: conoscenza, attrazione, rapporti sessuali consumati di fretta e furia più volte al giorno e il rifiuto di lei, tutto nell'arco di due o tre mesi circa. Ecco, il mio problema è che non so accettare i rifiuti da parte del sesso femminile, infatti reagisco sempre male: mi arrabbio molto, arrivo a dire frasi orrende, e quando sono solo in casa o nel posto di lavoro, comincio a coltivare vendette che si traducono in maldicerie nei confronti della ragazza, fortunatamente mai in violenza fisica (ripeto, non sono violento, ma vendicativo, rancoroso). Quello che a me preoccupa Dottore, è che sono consapevole dei miei errori, e che ogni volta li ripeto: allora, se errare è umano e perseverare è diabolico, penso ci sia un disturbo mentale: perché non accetto i rifiuti? Perché provo senso di rabbia, vendetta ed odio? Da cosa deriva tutto ciò? Quando mi calmo dopo uno scoppio d'ira sto male fisicamente, ho dolori alla testa e al basso ventre, respiro affannato. Non sono un mostro (perché le mie ex mi trattano come tale), desidero solo una compagna con cui avere una relazione felice ed appagante, e formare una famiglia. Grazie.