Ansia e attacchi di panico dopo estrazione e influenza

Gentili dottori,
vi scrivo in merito a un problema che mi affligge da giorni senza attenuarsi o risolversi.
Due settimane fa circa (giorno 8 febbraio) mi sono sottoposta ad estrazione chirurgica dell'ottavo molare, evento per me notevolmente stressante affrontato con grande ansia e preoccupazione (per non dire terrore). L'operazione in sè non ha dato problemi a parte i postumi naturali di un intervento del genere, come dolore, difficoltà nella masticazione ecc, insomma, tutto nella norma. Quando stavo per ristabilirmi, dopo quasi una settimana trascorsa in casa, mi coglie una brutta influenza con febbre e tosse violenta che mi costringe nuovamente fra le mura domestiche. Da qui iniziano i problemi: notti insonni, incubi, stato di agitazione esagerato che attribuivo però allo stato febbrile, dunque sulle prime non mi sono preoccupata. Martedì scorso, però, dopo la seconda o terza notte insonne, mi sveglio con uno stato confusionale fortissimo, agitazione, ansia, che perdura tutto il giorno, fino ad arrivare a mercoledì mattina quando, scendendo in macchina verso il centro, si scatena un attacco di panico paralizzante con palpitazioni, sudorazione, iperventilazione e la sensazione terrificante di stare impazzendo. Da quel momento in poi, vivo in uno stato costante di ansia e panico generalizzato, e la cosa peggiore è l'aver sviluppato un pensiero ossessivo nei confronti della morte e della sua ineluttabilità. Mi sembra di vivere in un sogno, sono avvolta da un senso di irrealtà in cui la precarietà delle cose mi si manifesta con tutto il suo carico di angoscia e disperazione, ho completamente perso ogni stimolo vitale, come se ogni cosa vivente mi apparisse inutile, senza alcun senso destinata alla fine, compresa la mia stessa vita. Queste sensazioni, a tratti attenuate e gestibili, come ora, in altri frangenti si amplificano causandomi un'angoscia enorme e crisi di ansia e panico. Preciso che da un po' attraversavo una fase di lieve depressione, causa inattività, scarsa vita sociale, insomma, trascorrevo giornate intere a non fare nulla, avvertendo come un senso di vuoto, ma in ogni caso gestibile. Cosa mi è successo dopo questa febbre? Cosa è capitato alla mia testa nelle ultime due settimane? Ho assunto, nell'arco di una decina di giorni, parecchi farmaci: antibiotici, per via dell'estrazione, nimesulide, gocce sedative della tosse, Oki, Zerinol, Aspirina, Tachipirina: è possibile che tutti questi farmaci abbiano scatenato una reazione a livello psichico, o che l'estrazione prima e l'influenza poi abbiano rappresentato una sorta di "trauma" tale da indurmi queste crisi di ansia e questo senso di inutilità dell'esistenza? Preciso che, nel frattempo, mi è anche venuto il ciclo mestruale.
Che devo fare? Vorrei evitare di assumere altri farmaci. Vi sarei grata se mi deste un aiuto, anche minimo, perchè in certi momenti mi sembra di impazzire, come se da questo stato in cui sono precipitata non ne dovessi uscire più.
Grazie, cordiali saluti
[#1]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

uno stato influenzale può implicare una convalescenza più lunga di quanto in genere si pensi, l'insonnia è un sintomo della malattia.

Da quello che descrive potrebbe trattarsi di un episodio di attacchi di panico, che se dovesse ripetersi o questo attuale malessere non tendere al miglioramento, necessiterebbe di una visita psichiatrica per un preciso inquadramneto diagnostico ed una adeguata terapia farmacologica, come approccio iniziale,

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

generalmente la presenza dei fenomeni descritti in presenza di uno stato generale particolarmente debilitante puo' comportare l'insorgenza di fenomeni ansiosi episodici e risolvibili spontaneamente nel giro di qualche settimana.

Dopo essersi ristabilita, consideri un periodo di circa due mesi e nel caso si ripresentino questi fenomeni, successivamente a questo ultimo periodo, prenda appuntamento con uno psichiatra.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte e per la celerità. Apprendere che queste crisi possano essere state innescate dallo stato febbrile e che dunque potrebbero risolversi spontaneamente mi procura un certo sollievo, dal momento che lo scoramento è tale da sembrare di non poterne uscire più. Cercherò di pazientare qualche altro giorno, qualora non dovessi riscontrare miglioramenti prenderò un appuntamento con uno specialista.
Grazie ancora, cordiali saluti
[#4]
Dr. Giovanni Lo Turco Psichiatra, Psicoterapeuta 172 5 1
Gentile Utente,

concordo con i colleghi sul fatto che condizioni di stress fisico possano favorire l'insorgenza di sintomatologia ansiosa ma prenderei in considerazione anche il periodo che precede l'intervento e la febbre nel quale lei riferisce "lieve depressione","scarsa vita sociale","senso di vuoto" le cui cause, a mio modo di vedere, meriterebbero forse un maggiore approfondimento.

Cordialmente,

Dr. Giovanni Lo Turco

http://www.giovanniloturco.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,
ultimamente, intendo dire poco prima di questa "crisi", convivevo con un senso di profonda insoddisfazione personale. Complice un periodo di disoccupazione successivo al termine del mio dottorato, durante il quale le mie attività erano prossime allo zero, trascorrevo giornate intere in casa a rimuginare, riflettere, perdendomi in pensieri spesso ossessivi (ho sempre avuto tendenze iper analitiche che mi portano ad affrontare male molte situazioni che ai più apparirebbero semplici e risolvibili) o, al contrario, non facendo nulla di nulla (ciò che comunemente si suol dire "fissare il muro"). Il pensiero più ricorrente era (e lo è tutt'ora) la sensazione di essermi distaccata dalle mie vere aspirazioni e dai miei desideri effettivi, soffocando la mia personalità più autentica sotto una maschera di inibizioni, paure, incapacità decisionale, timore del giudizio altrui, assecondando aspirazioni e desideri forse più altrui che miei. Elucubrando ore e ore su questa condizione, mi sono chiusa in una sorta di "impasse" riducendo notevolmente, peraltro, il contatto umano e ricercando spesso la solitudine delle mura domestiche.
E' possibile che tutto ciò, unito allo stress fisico, possa provocare queste crisi così acute? Ora sto cercando di reagire, di uscire, di vedere gente, ma lo stato ansioso non si placa, oscilla fra stadi medio-bassi di angoscia soffusa, nei quali riesco comunque a stare relativamente quieta, ad attacchi di panico veri e propri in cui predominano l'esasperazione e il terrore.
Grazie per l'attenzione.
[#6]
Dr. Giovanni Lo Turco Psichiatra, Psicoterapeuta 172 5 1
Gentile Utente,

i vissuti emotivi che lei riferisce sono sicuramente importanti.

La profonda insoddisfazione personale, inibizioni, paure, incapacità decisionale e timore del giudizio altrui, sono aspetti che andrebbero certamente meglio approfonditi.

Cordiali Saluti,
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