Problema diagnosi

Salve, soffro di disturbi d' ansia e dell' umore da quando avevo 16 anni, ma ho iniziato a curarmi (farmacologicamente) solo verso i 24 anni, quando ho effettuato per un anno una psicoterapia psicodinamica e con uno psichiatra una cura farmacologica con zoloft 100 mg la mattina e lamictal 50 mg mattina e sera, più una compressa da 25 mg di quetiapina prima di dormire.
La diagnosi dello psichiatra fu di un disturbo di personalità (non specificando però quale).
La cura aveva funzionato grazie ad entrambi i terapeuti, ma un anno dopo, nonostante non ho interrotto la terapia (pur non potendo più proseguire psicoterapia e visite psichiatriche per problemi economici) ebbi una ricaduta, tornando alla situazione prima dei 24 anni.

Ho ricevuto diverse diagnosi da quando ebbi il primo attacco di panico, la prima fu di depressione reattiva da una psicologa.
Successivamente a 24 anni appunto un possibile disturbo di personalità.
A 26 anni decisi prima di rivolgermi alla asl della mia città, in cui però la situazione era a dir poco imbarazzante, mi sentii quasi cacciato via e l' appuntamento mi fu fissato a 2 mesi di distanza, quindi mi feci ricoverare in un ospedale per una settimana a seguito della quale mi fu data la diagnosi di disturbo d' ansia generalizzato.

Uscito dall' ospedale mi dissero di riprovare con la asl e lasciato la cura con zoloft e lamictal, ma con anche il lyrica, ma nonostante ciò continuavo a stare male.

Dopo il lockdown, a causa dell' ulteriore aggravamento dei sintomi, mi rivolsi a uno psichiatra trovato su un sito, che mi diagnosticò un "disturbo di personalità con alta componente ansiosa", iniziai una cura con fluvoxamina 75 mg e rivoltril 5 gocce al bisogno per gli attacchi di panico ma senza risultati, quando ricontattai lo psichiatra mi prescrisse wellbutrin 300 mg mattina, carbolithium 300 mg la sera aripiprazolo 5 mg la sera e songar 20 gocce per dormire, cura che però non mi sono sentito di affrontare, perché non ricevetti spiegazioni prima di affrontare una cura non priva di rischi.
Data la scarsa reperibilità dello psichiatra decisi di interrompere il rapporto.
Successivamente il medico curante mi ha parlato di depressione maggiore e attualmente ho iniziato una psicoterapia cognitivo comportamentale mentre sto cercando un altro psichiatra.
Nel frattempo consultando il dsm-5 ho cercato di selezionare i sintomi più intensi e frequenti in cui mi rispecchio, ovvero: mancanza di motivazione, mancanza di energie, angoscia, attacchi di panico, tachicardia, disperazione per il futuro, difficoltà di memoria e concentrazione, senso di inadeguatezza, sentirsi senza speranza, sentirsi stressato, sentirsi confuso e stordito.

La domanda è: alla luce di tutto quello che ho scritto, tra le diagnosi che ricevuto finora quale potrebbe essere quella più veritiera?
Il motivo di questo consulto è perché mi chiedo come posso curare efficacemente un disturbo se non so o non si è capito qual è la diagnosi?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
Le terapie da subito comprendono farmaci antibipolari. Sì, anche per alcuni disturbi di personalità, ma quale ? Senza specificarlo è praticamente una diagnosi indefinita.
La diagnosi di personalità con componente ansiosa torna solo ad un certo punto, ma presto la cura prende la piega di litio e aripiprazolo, ergo se ne deduce che la costante in tutti questi anni è stata la presenza di farmaci antibipolari. Questa cura ultima poi non l'ha fatta, non è chiaro perché (rischi ce ne sono anche con le altre, perché con questa abbia giudicato che ce ne fosse di più non è chiaro).
In conclusione, il dubbio rimane quello. Però strano che con tutte queste cure nessuno parli di diagnosi che di fatto torni con la prescrizione. Non si tratta di prescrizioni che arrivano all'ultimo di una serie di tentativi, ma da subito. Certi farmaci non sono per disturbi d'ansia, né per depressioni semplici, né per disturbi di personalità di tipo ansioso.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
"Questa cura ultima poi non l'ha fatta"
Per una serie di motivi, l' essere prescritta così su due piedi senza spiegazioni e reperibilità, al contrario del primo psichiatra che mi aveva spiegato cosa stavamo facendo è il motivo principale

Per il resto esattamente, personalmente non mi riconosco in un disturbo bipolare ma questo spetta ad uno psichiatra appunto valutarlo, finora non mi è mai stato nemmeno accennato della possibilità che potessi avere tale disturbo, eppure sono sempre presenti stabilizzatori dell' umore, forse l' eccessiva ansia è una forma di umore "su di giri"? Se sapessi di soffrire di una forma di depressione bipolare ad esempio sarebbe molto meglio anche per l' efficacia dei trattamenti, perché affrontare una patologia che conosci è diverso dal fare una terapia senza sapere la diagnosi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 988 248
No l'ansia e l'essere su di giri non sono contigui, anzi tendono a produrre comportamenti opposti. La cosa va certo chiarita, anche perché così segue meglio Lei le proposte e il percorso delle cure.
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