Interazione talofen e oppiacei

Buongiorno,
mi sono disintossicato da circa 4 mesi da morfina, regolarmente prescritta per dolore cronico e che mi ha causato una dipendenza con perdita del controllo sull'assunzione.

La disintossicazione è avvenuta in ospedale.
Ora assumo Talofen 15 gocce la sera per dormire e nessun altro farmaco.

Purtroppo da quando mi sono disintossicato non riesco più a dormire in maniera soddisfacente, ma massimo 3/4 ore per notte.

Sotto consulto psichiatrico abbiamo provato con benzodiazepine, ma senza grossi risultati, quindi ho smesso per non maturare dipendenza anche da quelle, e visti gli scarsi effetti benefici ottenuti.

Questo stato di perenne insonnia che non passa mi ha portato ad una ricaduta, una sola, nell'uso di morfina, di cui avevo ancora qualche pastiglia a casa.

La cosa che mi ha colpito è che non ho avvertito quasi alcun "piacere" e sensazione di benessere, anche se quella notte ho dormito benissimo, e anzi l'effetto mi è durato quasi 24h (normalmente assumevo ogni 3/4h nel momento della dipendenza).

Parliamo di morfina a rilascio immediato, ne ho assunta circa 100 mg, un po' alla volta perché vedevo che non ottenevo il "piacere".
Mi sono fermato perché sapevo di non avere più tolleranza e non volevo rischiare.

Ora vi pongo una domanda: dando per scontato che la mia tolleranza dopo 4 mesi sicuramente si sarà azzerata, come mai non ho avvertito piacere dall'assunzione?

Potrebbe essere causato dal fatto che, avendola assunta la sera praticamente insieme al Talofen, ed essendo questo un antipsicotico che agisce come antagonista della dopamina, anche nel canale mesolimbico, ne abbia bloccato l'interazione coi recettori, non facendomi cosi sentire l'effetto di euforia?

Non lo chiedo per avere un modo per "sballarmi", ma come semplice curiosità, sono pienamente conscio della cavolata che ho fatto e non intendo ripeterla, e anzi continuare col talofen.
Però ritengo che se fosse come ho ipotizzato, chi me lo ha prescritto avrebbe dovuto avvisarmi, visto che il rischio di una ricaduta è comunque presente in chi si disintossica e non assume terapia sostitutiva, e se uno non lo sa, rischia di assumerne troppa per cercare l'effetto di euforia, rischiando l'overdose, perché invece la tolleranza all'effetto depressorio sulla respirazione è azzerata e quindi è un rischio concreto.

Cordiali saluti.

Luigi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
SI, potrebbe essersi verificato il meccanismo che Lei dice. Teoricamente ha senso.

Se oltre all'assuefazione aveva sviluppato perdita di controllo, e quindi dipendenza (che ha nella tolleranza acquisita un aspetto secondario e collaterale), la disintossicazione è un procedimento vano nel prevenire le ricadute, e anzi può creare un certo rischio di overdose alla ricaduta.
Certo che c'è quel rischio, e infatti chi ha una dipendenza è indotto in terapia con oppiacei terapeutici (che non sono sostitutivi) anche allo scopo di prevenire l'overdose da ricaduta.
Io le consiglierei, al di là di questo evento, di prender sul serio la cosa e di farsi consigliare se sia o meno indicata una cura per la dipendenza (stabilire se c'è stata dipendenza e quindi c'è, e nel caso farsi indicare la cura adeguata). Purtroppo le ricadute sono "per definizione" presenti, non è un'opzione, quando c' la diagnosi. E l'overdose non è un errore accidentale, tipicamente è per il motivo che dice Lei.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta dott. Pacini.
Sono contento mi abbia risposto lei, seguo le sue pubblicazioni e ci tengo a dire che la stimo molto.
Allora per quanto riguarda la dipendenza, sicuramente c’è stata, di questo mi rendo conto anche io, anche se per breve tempo.
Per oppiacei terapeutici immagino intenda ciò che io ho chiamato sostitutivi ( probabilmente impropriamente), ovvero metadone o buprenorfina, giusto?
Io però sono deciso a proseguire sulla strada dell’astinenza, soprattutto perché ho già fatto un percorso che mi è costata fatica e sofferenza, e non vorrei vanificarlo.
Dopo quell’unica ricaduta ho buttato via le pastiglie rimastemi, e non ho più modo di farmene prescrivere altre. Droga illegale non ne ho mai presa e non saprei nemmeno come procurarmela. Dunque diciamo che ho eliminato tutte le future tentazioni.
Una domanda ancora: secondo lei, quanto tempo ancora ci vorrà prima che io possa tornare ad avere un sonno normale?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Il punto non è illegale/legale, ma dipendenza/non dipendenza. Poiché la descriva come una perdita di controllo, e la ricaduta può esserci stata, a seconda di come si definisce quello che è successo, il punto è di definire bene quello che ha sviluppato con la morfina.
Se è dipendenza, dire che ormai ha già completato un pezzo del trattamento e quindi punta sul mantenere l'astinenza, significa sostanzialmente dire che sarà alle prese con le caratteristiche della sua dipendenza, senza alcuno scudo né spada.
Questi disturbi è meglio chiarirli subito e curarli subito, se si definiscono come dipendenze, altrimenti seguiranno la loro strada.
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dopo
Utente
Utente
Dott. Pacini lei ha pienamente ragione e comprendo le sue perplessità.
Ora non posso essere più dettagliato nel mio racconto per questioni di privacy, comunque la mia dipendenza è stata sempre seguita da medici, che per un anno mi hanno diciamo assecondato, perché la patologia che mi ha afflitto li ha portati a credere, e a me di conseguenza, che non mi rimanesse molto da vivere. Per questo mi prescrivevano alti dosaggi, anche 20 scatole di mscontin da 60 mg al mese (a loro dire il dosaggio da 100 mg era di più difficile reperibilità), sempre su ricettario rosso, di cui variavo la farmacocinetica schiacciando le pastiglie e sciogliendole in acqua, per renderle a rilascio immediato. E loro ne erano al corrente. Hanno provato a farmi rotare oppioide prima con metadone 3 volte/die e poi cerotti di fentanyl ed effentora al bisogno, ma esageravo con queste ultime e ho rischiato anche un overdose, ovvero mi sono addormentato e non rispondevo a chiamata, ma mi sono svegliato da solo prima dell’arrivo dei soccorsi. Ad ogni modo questo mio problema fisico mi si è alla fine risolto con un operazione chirurgica e successiva radioterapia, virgoletto il risolto perché ancora non sono fuori pericolo, anche se la
mia aspettativa di vita è salita molto, e il dolore è comunque sparito, solo che non riuscivo più a togliermi la morfina, e dopo qualche mese di tentativi di scalaggio infruttuosi, hanno optato per questa disintossicazione in ospedale.
Io comunque ho sofferto per questa situazione, e ne ero stufo, solo che diminuendo anche lentamente avevo forti astinenze e depressione. Ora sto molto
bene, dopo 3 mesi dall’uscita dall’ospedale mi hanno sospeso la cura antidepressiva e l’umore è buono, non ho craving, davvero, per la morfina, solo questo disturbo del sonno, che è stato davvero l’unico motivo per cui ho avuto quell’unica ricaduta.
Di cui mi sono subito pentito e infatti ho buttato via il giorno dopo le pastiglie rimastemi.
Ora, lei giustamente dice che sarò solo con la mia dipendenza, senza armi. Ma se io riesco a mantenere l’astinenza, perché ripeto, non avrei davvero più modo di farmela prescrivere, non saprei dove comprarla senza ricetta, e non acquisterei mai surrogati illegali (eroina), perché non ho mai acquistato stupefacenti, non saprei proprio dove andare, non so nemmeno come si riconosca uno spacciatore, né ho conoscenze che la utilizzano. E soprattutto non assumerei mai una sostanza di cui non conosco la composizione.
Quindi assumere metadone o buprenorfina suppongo serva a non far patire astinenza, e a fare blocco recettoriale, che toglie il craving ed evita ricadute. Oltre a permettere alla persona di vivere una vita regolare in attesa che il cervello guarisca .
La stessa guarigione non avviene anche in astinenza? Cioè dato che io materialmente non posso, anche se lo volessi, assumere morfina, non ho problemi di astinenza, ho un buon lavoro e una vita regolare, tra l’altro non bevo se non saltuariamente e in maniera moderata e non ho il vizio del gioco. E soprattutto non ho craving se non leggero e facilmente contenibile. Non guarirà lo stesso il mio cervello?
Per adesso comunque sono certo che se recuperassi il sonno, non ci penserei proprio più alla morfina.
Le auguro un buon weekend e la ringrazio anticipatamente per la risposta.
Luigi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Quindi assumere metadone o buprenorfina suppongo serva a non far patire astinenza, e a fare blocco recettoriale, che toglie il craving ed evita ricadute."

Serve per normalizzare il desiderio, e quindi interrompere l'uso non desiderato in chi ha sviluppato una dipendenza. Incidentalmente anche per l'astinenza. Funziona tramite il blocco recettoriale ma anche in maniera diretta, in assenza di blocco (comunque le dosi di blocco sono il riferimento per la maggior parte dei soggetti).
Per adesso è molto (troppo) orientato su come sta ora, ovvero il malessere da sospensione e i suoi strascichi. Il craving va e viene, che non ci sia a periodi è cosa non speciale. La vita "normale" è conseguenza dell'assenza di ricadute, non è il presupposto per non farle accadere.