Interruzione trattamento per disturbo ansioso-depressivo

Salve,
vorrei un vostro consiglio riguardo una problema che mi affligge già da un mese a questa parte.

Nell'autunno del 2019 ho contattato uno specialista per approfondire gli episodi ansioso-depressivi cominciati qualche mese prima (agosto 2019).
Il dottore, oltre alla psicoterapia, aveva affiancato una terapia farmacologica che consisteva in 75 mg di Venlafaxina (Zarelis) poi con il tempo, dopo oggettivi miglioramenti del mio umore, scalata a 37.5 mg.
Vi scrivo perché dopo l'inizio della pandemia non ho più frequentato il dottore, e soprattutto perché, nel novembre 2020, spinto dal mio sentirmi meglio (vivevo una vita praticamente normale) e dalla stupida necessità di non sentirsi dipendenti da qualcosa, ho interrotto l'assunzione dei 37.5 mg.
Come è facile prevedere, i disturbi di cui soffrivo non sono tardati a riaffacciarsi, e dopo 3 mesi (febbraio 2021), sono ricaduto nel baratro.
Sono ricominciati gli episodi ansiosi e depressivi, questi ultimi soprattutto la sera.
Nonostante stia cercando di combattere con le armi che ho a mia disposizione questi disturbi, cercando di uscire per fare lunghe passeggiate nelle vicinanze (a rischio di essere colto di sorpresa da attacchi di panico), fare una dieta bilanciata e regolando, per quanto possibile, il mio ritmo circadiano; eppure, i miei disturbi non sembrano rallentare la presa, anzi sembrano esacerbarsi.
Prima di porre la domanda, ci tengo a precisare che so che il mio ritorno da un professionista è d'obbligo; il problema principale in questo momento è la sostanziale impossibilità di rivolgersi a qualcuno nel settore pubblico (penso che il COVID giochi la sua parte), e la mancanza al momento di sostanze per rivolgermi a qualcuno nel privato.
La mia domanda è: visto che nel futuro immediato si prevedono cambiamenti piuttosto "drastici" nella mia vita (comincerò a lavorare), è consigliabile ricominciare ad assumere la dose minima di Zarelis di mia iniziativa, per poi rivolgersi ad un professionista appena ne avrò la possibilità?

Un'altra domanda, che mi viene in mente mentro scrivo, è: un cambiamento nel ritmo di vita, che comporti una maggiore assunzione di responsabilità, è salutare per una persona con le mie difficoltà?

Spero di essere stato chiaro.
Ringrazio in anticipo per le vostre risposte.


Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Le premesse che fa non variano le risposte poichè deve sentire il parere di uno specialista dal vivo.


Dr. F. S. Ruggiero

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