Disturbo dissociativo

Buongiorno
Mi scuserete se il mio quesito avrà difficoltà nell'esposizione dettagliata del problema ma è talmente radicato nel tempo che non è affatto facile riassumerlo.

Immagino che gli specialisti di Medicitalia abbiano la possibilità di vedere gli storici dei consulti degli utenti.
Non mi sono ricollegato ad uno di questi, perché vorrei arrivare ad un quesito "svincolato" dai precedenti.

In pratica, credo in tutto il percorso della mia vita, ho sempre sofferto di vari disturbi e, anche quando apparentemente credevo di star bene, recitavo come una sorta di copione.
Per disturbi intendo sintomi come ansia, senso di depersonalizzazione (ma solo in età adolescenziale), angoscia e comportamenti sia autolesivi che scorretti nei confronti degli altri (in particolare mia moglie).

Da bambino sono stato oggetto di "attenzioni" da parte di un cugino più grande, poi vittima di un pesante bullismo e, in tutto questo, misconosciuto dalla mia famiglia perché figlio di un concepimento non desiderato.
Conosciuta la mia attuale moglie a scuola, ho avuto un discreto periodo di slancio evolutivo, poi, un a volta sposato e con la nascita delle figlie, di nuovo in crisi.
Da li è iniziato un calvario fatto di analisi psicologiche infruttuose, diagnosi fuorvianti ma soprattutto scarsi risultati.
Fino ad arrivare a qualche anno fa, con un tentativo di suicidio, ricovero in terapia intensiva e poi in clinica, fino ad arrivare (grazie a mia moglie) al terapeuta che finalmente mi ha letteralmente rimesso in piedi, prima con una terapia singola affiancata da farmaci (adesso non ricordo particolarmente, ma alternati: talofen, depakin, felison...) e una diagnosi di disturbo dissociativo.
Successivamente terapia di gruppo e infine chiusura della terapia sia farmacologica che di gruppo, con incontri programmati di follow-up.
Nell'insieme di progressi ne ho fatti molti, in ambito lavorativo, nelle relazioni con gli altri e con le figlie.
Ancora però, di tanto in tanto è come se "qualcosa tornasse", una piccola nuvola nera nell'orizzonte sereno, mi lascio andare a qualche abbuffata alimentare o un bicchiere in più, non che sia obeso o alcolizzato ovviamente.
Per cui vi chiedo, ci sono altre strade che potrei tentare per migliorare ulteriormente?
E' ragionevole che mi fermi e consideri che tutto sommato, più di questo non potrò fare e che il mio è un disturbo cronico con cui convivere alti e bassi?

Ringrazio chi mi vorrà rispondere.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Il suo psichiatra cosa le ha detto in merito?

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Utente
Utente
Salve Dr Ruggiero e grazie per avermi risposto, il mio terapeuta afferma che, essendo giunto in analisi diversi anni dopo gli eventi traumatici, un recupero completo è irrealistico. Tuttavia, e di questo gliene do atto, si puó riuscire ad arrivare ad un buon livello di personalità integrata e funzionale, in grado di saper fare delle scelte evolutive in diversi ambiti della propria esperienza. Detto ciò, non è che abbia intenzione di rimettermi a fare altri dieci anni di analisi, la mia era più una richiesta di un ulteriore parere rispetto a questi aspetti che, pur non avendo l'influenza di una volta sulla mia vita, lasciano un leggero "senso di incompiuto" al buon lavoro svolto. Mi rendo infine conto, che gli specialisti di Medicitalia, pur essendo validi professionisti, non conoscono la mia storia come il mio terapeuta e che parliamo di un consulto a distanza. Le sarei comunque grato e penso sia interessante per me, se potesse darmi una sua impressione su quanto da me esposto nel quesito. Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Eventualmente va introdotta una terapia farmacologica più specifica per i sintomi che permangono

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