Sensi di colpa e ansia nelle frequentazioni

Buongiorno,

sono un ragazzo di 23 anni, studio all'università e contemporaneamente lavoro.
E' da tempo che convivo con un "problema" che mi impedisce di godermi a pieno il frequentare ragazze da cui sono attratto.
Negli ultimi 3 anni sono uscito con 7 o 8 ragazze, le quali si potrebbero dividere in due categorie: quelle per le quali provo un'attrazione mentale (oltre che fisica) e quelle che ritengo semplicemente "belle" ma che, su piani diversi da quello estetico, non mi attirano.
Sono un ragazzo che guarda maggiormente il carattere, il modo di fare e i "dettagli" di una persona, come le mani, la voce, le espressioni.
Quando frequento ragazze che non mi attraggono dal punto di vista mentale sono tranquillo, non ho ansie né sensi di colpa e, incredibilmente, ho maggiore "successo" con esse.
Successo (scusate per la parola) che ho puntualmente rifiutato, in quanto tali ragazze mi piacevano solo fisicamente.
Invece, quando frequento una ragazza per la quale provo un'attrazione intensa a livello mentale, il mio cervello innesca una serie di meccanismi basati sul senso di colpa e sulla paura di perdere tale persona.
Ciò mi impedisce di vivermi serenamente la frequentazione con ragazze che mi piacciono e con le quali vorrei costruire una relazione.
Ciò ha, probabilmente, impedito che con esse io riuscissi a costruire un rapporto superiore a quello dell'amicizia.


Il caso più importante è l'ultima mia frequentazione.
Sono uscito e mi scrivevo spessissimo con una ragazza per la quale provavo un'intensa attrazione fisica e mentale, forse la più forte che ho mai provato.
Era la ragazza più buona e pura che ho mai incontrato.
Si sono attivati così in me tutti quei meccanismi di autosabotaggio: ho iniziato a sentirmi in colpa di tutte le ragazze con cui ero stato nella mia vita (poche), ho cancellato dunque le loro chat, ho smesso di scrivere con altre amiche femmine, mi sono letteralmente chiuso in casa, ho smesso di uscire con i miei amici e nella mia quotidianità si è introdotto una sorta di "pensiero magico" che mi ossessionava.
Quando uscivo con questa ragazza però, ero tranquillo, il mio problema era presente soprattutto dopo l'appuntamento.
Avevo paura che tale ragazza smettesse di punto in bianco di scrivermi (in gergo, "ghosting").

Ovviamente con questa ragazza non è andata: lei ha detto che ha altre priorità e non vuole relazioni.
Per contrastare il dolore fortissimo che ho provato, dopo due giorni ho usato la tecnica "chiodo scaccia chiodo" con un'altra ragazza ma, oltre a non esserci riuscito perché avevo quell'altra in testa, ora mi sento male, sono pieno di sensi di colpa per il mio gesto e mi ritengo un "poco di buono".
Non riesco più a concentrarmi sulla mia quotidianità perché ripenso al gesto che ho fatto e mi sento deplorevole.
Forse non dovrei sentirmi in colpa siccome è lei che mi ha "rifiutato", ma non ne sono sicuro.
Penso che, se mai la vita dovesse farci incrociare di nuovo, mi sentirei in colpa per sempre.
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Dr. Stefano Maranto Psicologo 214 7
Gent.le ragazzo,
dalle sue parole sembrerebbe che lei stia vivendo una sorta di conflitto interiore tra l’attrazione fisica e quella mentale verso le ragazze con cui si relaziona. Inoltre, sembra che questo conflitto stia generando sensi di colpa e ansia che stanno ostacolando la sua capacità di godersi appieno le relazioni.
Il fatto che lei abbia cercato conforto con un'altra ragazza dopo il rifiuto, è comprensibile, ma è importante che lei non si condanni per questo gesto.
È normale cercare di lenire il dolore e trovare conforto in nuove esperienze.
Dal mio punto di vista, è essenziale che lei lavori sulla gestione dei sentimenti e dei meccanismi di auto-sabotaggio che la sua mente, in alcune circostanze, mette in atto.
Infatti, è importante comprendere schemi comportamentali disfunzionali per poter affrontare le relazioni in modo più sereno e gratificante. Se sente che il peso delle sue emozioni sta influenzando negativamente la quotidianità e la capacità di concentrarsi sulle attività, potrebbe considerare l'opportunità di parlare con uno psicologo.

Cordiali Saluti
Dr. Stefano Maranto - Psicologo
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