Scelta difficile che mi sta condizionando
Buongiorno e grazie per L attenzione, purtroppo da più di un anno ho un problema e non so come uscirne, vengo al dunque.
Ho un lavoro stabile, sono un analista di laboratorio, ho conseguito una laurea per svolgere questa professione, con l intento appunto di svolgere una professione che mi piaceva, e tutt oggi, all età di 30 anni dopo 5 anni dalla laurea sono abbastanza soddisfatto anche se sento da sempre che vorrei di più, purtroppo il lavoro da laboratorista pecca di ridondanza, nel senso che tutti i giorni si svolgono i stessi compiti, stesse mansioni, stessa routine.
Lo scorso anno, all’ età di 29 anni decisi di provare ad entrare a medicina, e ci sono entrato ma tutt oggi vivo in un limbo costante nel capire se studiare medicina o prendere la strada più semplice ovvero di studiare per una specializzazione nel mio settore di laboratorio in modo da concludere un percorso universitario.
I punti cardine sono due: studiare medicina a 30 anni non è come studiare medicina a 20 anni, allo stato attuale lavoro, anche se fortunatamente inizio a lavorare dalle 13 fino alle 18 (circa 5/6 ore al giorno) e quindi avrei tutta la mattinata per studiare, ho acquistato casa, a breve mi sposerò, ho una compagna da tener conto e sopratutto (spero) avremo un figlio, e non so se nelle mattinate potrò mettermi a studiare ponendo in secondo piano le responsabilità che avrò, insomma la possibilità che io riesca a portare a termine un percorso come medicina con queste responsabilità sono basse, mentre se mi prendo una specializzazione nel mio settore sono solo altri due anni di studio e sicuramente sarà un percorso più leggero rispetto a medicina, la questione è solo una, ho paura poi che potrei pentirmi di aver abbandonato medicina (che già è difficile entrarci) e magari trovarmi con una specializzazione di laboratorio che potrei sfruttare poco.
Spesso mi do motivazioni, mi convinco pure che studiare medicina sia la cosa giusta, ho anche svolto due esami, appena però al mattino mi applico a studiare scatta in me un pensiero che mi fa provare frustrazione, il pensiero di perdere tempo perché sicuramente proiettandomi da ora ad un anno non potrò più studiare con moglie, figli, casa e impegni vari e comunque c’è il lavoro che seppur inizio tardi (alle 13) e quindi ho le mattinate libere per studiare ora, finisco comunque tardi di lavorare e la sera riesco a studiare poco, con poca voglia e con molta stanchezza, quindi la mia frustrazione nasce dal fatto che penso sia inutile impegnarmi a studiare visto che si, per ora posso anche dare qualche esame, visto che vivo ancora con i miei e non sono ancora sposato con famiglia ma poi fra un anno non sarà più così, quindi mi chiedo ne vale la pena consumare le intere mattinate a impegnarmi, dare magari anche qualche altro esame e poi? fra un anno potrebbe non essere più così
Come posso risolvere questo enigma?
avete consigli da darmi?
Vivo in questo costante limbo.
Grazie in anticipo.
Ho un lavoro stabile, sono un analista di laboratorio, ho conseguito una laurea per svolgere questa professione, con l intento appunto di svolgere una professione che mi piaceva, e tutt oggi, all età di 30 anni dopo 5 anni dalla laurea sono abbastanza soddisfatto anche se sento da sempre che vorrei di più, purtroppo il lavoro da laboratorista pecca di ridondanza, nel senso che tutti i giorni si svolgono i stessi compiti, stesse mansioni, stessa routine.
Lo scorso anno, all’ età di 29 anni decisi di provare ad entrare a medicina, e ci sono entrato ma tutt oggi vivo in un limbo costante nel capire se studiare medicina o prendere la strada più semplice ovvero di studiare per una specializzazione nel mio settore di laboratorio in modo da concludere un percorso universitario.
I punti cardine sono due: studiare medicina a 30 anni non è come studiare medicina a 20 anni, allo stato attuale lavoro, anche se fortunatamente inizio a lavorare dalle 13 fino alle 18 (circa 5/6 ore al giorno) e quindi avrei tutta la mattinata per studiare, ho acquistato casa, a breve mi sposerò, ho una compagna da tener conto e sopratutto (spero) avremo un figlio, e non so se nelle mattinate potrò mettermi a studiare ponendo in secondo piano le responsabilità che avrò, insomma la possibilità che io riesca a portare a termine un percorso come medicina con queste responsabilità sono basse, mentre se mi prendo una specializzazione nel mio settore sono solo altri due anni di studio e sicuramente sarà un percorso più leggero rispetto a medicina, la questione è solo una, ho paura poi che potrei pentirmi di aver abbandonato medicina (che già è difficile entrarci) e magari trovarmi con una specializzazione di laboratorio che potrei sfruttare poco.
Spesso mi do motivazioni, mi convinco pure che studiare medicina sia la cosa giusta, ho anche svolto due esami, appena però al mattino mi applico a studiare scatta in me un pensiero che mi fa provare frustrazione, il pensiero di perdere tempo perché sicuramente proiettandomi da ora ad un anno non potrò più studiare con moglie, figli, casa e impegni vari e comunque c’è il lavoro che seppur inizio tardi (alle 13) e quindi ho le mattinate libere per studiare ora, finisco comunque tardi di lavorare e la sera riesco a studiare poco, con poca voglia e con molta stanchezza, quindi la mia frustrazione nasce dal fatto che penso sia inutile impegnarmi a studiare visto che si, per ora posso anche dare qualche esame, visto che vivo ancora con i miei e non sono ancora sposato con famiglia ma poi fra un anno non sarà più così, quindi mi chiedo ne vale la pena consumare le intere mattinate a impegnarmi, dare magari anche qualche altro esame e poi? fra un anno potrebbe non essere più così
Come posso risolvere questo enigma?
avete consigli da darmi?
Vivo in questo costante limbo.
Grazie in anticipo.
Gentile utente,
Dunque il suo consulto riguarda l'ambito delle "scelte". Lei si racconta di fronte ad un "enigma":
- specializzazione biennale
- medicina, facoltà di 6 anni?
Entrambi i corsi di studio hanno dei pregi.
Spesso quelli che Lei definisce "enigmi" producono come inconsapevole conseguenza la immobilità della persona..
Ha presente l'Asino di Buridano?
Il padrone gli aveva messo ai lati due secchi di biada ugualmente ottima e pregiata. L'asino si girava a destra e guardava con voglia la biada, ma poi gli veniva in mente che forse quella a sinistra era migliore, e si girava a sinistra. E così per giorni.
Nell'incapacità di scegliere, l'asino morì di fame.
Questo apologo, noto fin dall'antichità (v. Wikip.), serve alla psicologia per riflettere sulla natura delle scelte, ossia del DECIDERE.
Secondo l'etimologia "decidere" significa "tagliare via" (de-caedere):
per abbracciare certe possibilità ne dobbiamo escludere altre. Quel che rende difficile la scelta è proprio la rinuncia e perdita di quella parte "tagliata via".
La Sua situazione però non sembra presentare due ..secchi uguali (per rimanere nell'apologo) e in quanto tali ugualmente compatibili con i suoi progetti personali: matrimonio, figli.
Iscriversi all'una o all'altra non è uguale:
- una Le occupa 2 anni e l'altra 6,
- forse l'obbligo di frequenza non è il medesimo,
- l'impegno di studio al mattino per 3 o 10 anni (da studente lavoratore) non produce le stesse conseguenze sulla vita familiare e di coppia,
- l'utilizzo che ne farà dell'una e dell'altra riguarda situazioni future, non del tutto nelle sue mani e peraltro imprevedibili.
Continui Lei stesso questo elenco puntato,
affronterà con maggiore lucidità e decisione la scelta.
Metta nel conto il "lutto" per la perdita della possibilità che Lei scarterà.
Ne parli con la Sua compagna, sulla quale ricadrà una parte del Suo impegno di studio.
Si dia un tempo per scegliere: 2-3 mesi. Se non riuscisse a scegliere rinunci ad entrambe le possibilità.
Se questa attuale "difficoltà di scegliere" avesse in passato riguardato altri ambiti della Sua vita, ossia fosse una caratteristica della Sua mente, chieda una consulenza psicologica in presenza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dunque il suo consulto riguarda l'ambito delle "scelte". Lei si racconta di fronte ad un "enigma":
- specializzazione biennale
- medicina, facoltà di 6 anni?
Entrambi i corsi di studio hanno dei pregi.
Spesso quelli che Lei definisce "enigmi" producono come inconsapevole conseguenza la immobilità della persona..
Ha presente l'Asino di Buridano?
Il padrone gli aveva messo ai lati due secchi di biada ugualmente ottima e pregiata. L'asino si girava a destra e guardava con voglia la biada, ma poi gli veniva in mente che forse quella a sinistra era migliore, e si girava a sinistra. E così per giorni.
Nell'incapacità di scegliere, l'asino morì di fame.
Questo apologo, noto fin dall'antichità (v. Wikip.), serve alla psicologia per riflettere sulla natura delle scelte, ossia del DECIDERE.
Secondo l'etimologia "decidere" significa "tagliare via" (de-caedere):
per abbracciare certe possibilità ne dobbiamo escludere altre. Quel che rende difficile la scelta è proprio la rinuncia e perdita di quella parte "tagliata via".
La Sua situazione però non sembra presentare due ..secchi uguali (per rimanere nell'apologo) e in quanto tali ugualmente compatibili con i suoi progetti personali: matrimonio, figli.
Iscriversi all'una o all'altra non è uguale:
- una Le occupa 2 anni e l'altra 6,
- forse l'obbligo di frequenza non è il medesimo,
- l'impegno di studio al mattino per 3 o 10 anni (da studente lavoratore) non produce le stesse conseguenze sulla vita familiare e di coppia,
- l'utilizzo che ne farà dell'una e dell'altra riguarda situazioni future, non del tutto nelle sue mani e peraltro imprevedibili.
Continui Lei stesso questo elenco puntato,
affronterà con maggiore lucidità e decisione la scelta.
Metta nel conto il "lutto" per la perdita della possibilità che Lei scarterà.
Ne parli con la Sua compagna, sulla quale ricadrà una parte del Suo impegno di studio.
Si dia un tempo per scegliere: 2-3 mesi. Se non riuscisse a scegliere rinunci ad entrambe le possibilità.
Se questa attuale "difficoltà di scegliere" avesse in passato riguardato altri ambiti della Sua vita, ossia fosse una caratteristica della Sua mente, chieda una consulenza psicologica in presenza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 198 visite dal 02/02/2025.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.