Perché ho sempre vertigini e confusione mentale?
salve, ho 18 anni soffro di tiroide di hashimoto da quando ho 6 anni fino si 14 anni stavo bene, a causa di un trauma preso in sala operatoria è iniziato il mio tunnel ovvero qualunque cosa abbia ho paura di morire, soffro anche di cervicale il quale la sintomologia è aumentata a causa di un incidente 6 mesi fa, mi sento spesso stanca, confusione mentale, vertigini, magone allo stomaco sentendomi così ho sempre paura di uscire o per lo meno paura che mi potrebbe capitare qualcosa quando sono da sola, vorrei capire se dipende tutto dall’ansia o c’è qualcosa correlato con la tiroide e cervicale?
Gentile utente,
innanzitutto, condividiamo la medesima malattia autoimmune e sono stata anch'io vittima di un incidente stradale, ho dovuto convivere con le vertigini per due anni, è essenziale armarsi di pazienza e non farsi sopraffare dagli eventi, che ahimè possono capitare e sui quali non abbiamo il controllo.
La situazione che ci descrive è la classica spirale che si autoalimenta, in una sintomatologia che ha cause sia fisiche sia psicologiche ed è estremamente complesso capire quale sia la natura del sintomo o dei sintomi che si sperimentano in una determinata situazione.
Nulla è irrisolvibile, con il giusto supporto professionale è possibile migliorare la qualità della propria vita acquisendo migliore consapevolezza sia della malattia che si ha e dei suoi possibili riverberi nella vita quotidiana sia della sintomatologia che sperimenta legata ad un mix di stress e possibile disturbo da stress post-traumatico.
Le paure e preoccupazioni riguardo alla salute, così come i sintomi fisici che descrive come stanchezza, confusione mentale, vertigini e il "magone" allo stomaco, potrebbero effettivamente essere in parte legati sia alla condizione di salute fisica sia ad un possibile stato ansioso.
La Tiroidite di Hashimoto, come saprà, è una condizione autoimmunitaria che può influire sul funzionamento della tiroide e, di conseguenza, sul metabolismo e sull'energia generale del corpo. Quando i livelli ormonali non sono equilibrati, possono verificarsi sintomi fisici come stanchezza, confusione mentale e malessere generale.
Ma ciò che descrive potrebbe anche essere legato all'ansia, e il trauma vissuto in sala operatoria, le esperienze successive, potrebbero aver avuto un impatto significativo sulla sua percezione della salute e sull'aumento della paura di morire. Questo tipo di ansia può manifestarsi con sintomi fisici, come vertigini, stanchezza e disagio allo stomaco, e anche con una continua preoccupazione per il proprio benessere fisico, in particolare quando si è da soli o lontani da situazioni di sicurezza, dalla propria zona di comfort.
La cervicale e l'incidente che ha avuto sei mesi fa potrebbero anche contribuire a questi sintomi, in quanto dolore fisico e tensione muscolare possono aumentare la sensazione di disagio e preoccupazione, creando un circolo vizioso in cui i sintomi fisici rinforzano la paura e l'ansia.
Andando con ordine, in questo caso, sarebbe importante affrontare sia la parte fisica sia quella psicologica della sua condizione. E' fondamentale un consulto con il medico curante o meglio con uno specialista endocrinologo per verificare e monitorare i livelli ormonali e assicurarci che la sua condizione tiroidea sia sotto controllo. Allo stesso tempo, con il benestare del proprio curante che conosce la sua condizione fisica, le posso consigliare di iscriversi ad un corso di Pilates o Yoga per migliorare la condizione del tono muscolare e camminare, sempre se possibile, almeno 30 minuti al giorno all'aria aperta per tenere alto il tono dell'umore e ridurre lo stress. Se ha paura ad uscire di casa e stare sola, può iniziare per gradi, prima vicino casa, o trovando una persona di fiducia che l'accompagni. Valuti anche con il suo medico se un ciclo di fisioterapia le potrebbe essere utile e si rivolga solo a professionisti qualificati. E' consigliabile anche un percorso terapeutico, per capire come l'ansia stia influenzando il suo corpo e la sua vita quotidiana: vi sono diverse tecniche di rilassamento e gestione dello stress che il terapeuta può proporle e che sono scientificamente valide per aiutare le persone a sentirsi più sicure e a diminuire i sintomi fisici legati all'ansia.
Non sottovaluti neppure il trauma vissuto in sala operatoria, perché spesso un'esperienza come quella può essere alla base di un aumento delle paure e delle ansie nel corso del tempo, una tecnica molto valida in queste situazioni è l'EMDR. Le consiglierei dunque in primis di parlare con il curante per approfondire la situazione fisica, e in secondo luogo intraprendere una terapia di tipo cognitivo comportamentale cercando nella sua zona un terapeuta che possa supportarla nel modo migliore. Non abbia di che spaventarsi, ma in gravi forme di agorafobia (es. paura uscire di casa) un consulto psichiatrico potrebbe esserle utile per un momentaneo sostegno farmacologico che la aiuti a riprendersi degli spazi di autonomia sentendosi più sicura di sè. Ne parli con il suo medico e non esiti a chiedere supporto specialistico, il nostro bene viene prima di tutto.
innanzitutto, condividiamo la medesima malattia autoimmune e sono stata anch'io vittima di un incidente stradale, ho dovuto convivere con le vertigini per due anni, è essenziale armarsi di pazienza e non farsi sopraffare dagli eventi, che ahimè possono capitare e sui quali non abbiamo il controllo.
La situazione che ci descrive è la classica spirale che si autoalimenta, in una sintomatologia che ha cause sia fisiche sia psicologiche ed è estremamente complesso capire quale sia la natura del sintomo o dei sintomi che si sperimentano in una determinata situazione.
Nulla è irrisolvibile, con il giusto supporto professionale è possibile migliorare la qualità della propria vita acquisendo migliore consapevolezza sia della malattia che si ha e dei suoi possibili riverberi nella vita quotidiana sia della sintomatologia che sperimenta legata ad un mix di stress e possibile disturbo da stress post-traumatico.
Le paure e preoccupazioni riguardo alla salute, così come i sintomi fisici che descrive come stanchezza, confusione mentale, vertigini e il "magone" allo stomaco, potrebbero effettivamente essere in parte legati sia alla condizione di salute fisica sia ad un possibile stato ansioso.
La Tiroidite di Hashimoto, come saprà, è una condizione autoimmunitaria che può influire sul funzionamento della tiroide e, di conseguenza, sul metabolismo e sull'energia generale del corpo. Quando i livelli ormonali non sono equilibrati, possono verificarsi sintomi fisici come stanchezza, confusione mentale e malessere generale.
Ma ciò che descrive potrebbe anche essere legato all'ansia, e il trauma vissuto in sala operatoria, le esperienze successive, potrebbero aver avuto un impatto significativo sulla sua percezione della salute e sull'aumento della paura di morire. Questo tipo di ansia può manifestarsi con sintomi fisici, come vertigini, stanchezza e disagio allo stomaco, e anche con una continua preoccupazione per il proprio benessere fisico, in particolare quando si è da soli o lontani da situazioni di sicurezza, dalla propria zona di comfort.
La cervicale e l'incidente che ha avuto sei mesi fa potrebbero anche contribuire a questi sintomi, in quanto dolore fisico e tensione muscolare possono aumentare la sensazione di disagio e preoccupazione, creando un circolo vizioso in cui i sintomi fisici rinforzano la paura e l'ansia.
Andando con ordine, in questo caso, sarebbe importante affrontare sia la parte fisica sia quella psicologica della sua condizione. E' fondamentale un consulto con il medico curante o meglio con uno specialista endocrinologo per verificare e monitorare i livelli ormonali e assicurarci che la sua condizione tiroidea sia sotto controllo. Allo stesso tempo, con il benestare del proprio curante che conosce la sua condizione fisica, le posso consigliare di iscriversi ad un corso di Pilates o Yoga per migliorare la condizione del tono muscolare e camminare, sempre se possibile, almeno 30 minuti al giorno all'aria aperta per tenere alto il tono dell'umore e ridurre lo stress. Se ha paura ad uscire di casa e stare sola, può iniziare per gradi, prima vicino casa, o trovando una persona di fiducia che l'accompagni. Valuti anche con il suo medico se un ciclo di fisioterapia le potrebbe essere utile e si rivolga solo a professionisti qualificati. E' consigliabile anche un percorso terapeutico, per capire come l'ansia stia influenzando il suo corpo e la sua vita quotidiana: vi sono diverse tecniche di rilassamento e gestione dello stress che il terapeuta può proporle e che sono scientificamente valide per aiutare le persone a sentirsi più sicure e a diminuire i sintomi fisici legati all'ansia.
Non sottovaluti neppure il trauma vissuto in sala operatoria, perché spesso un'esperienza come quella può essere alla base di un aumento delle paure e delle ansie nel corso del tempo, una tecnica molto valida in queste situazioni è l'EMDR. Le consiglierei dunque in primis di parlare con il curante per approfondire la situazione fisica, e in secondo luogo intraprendere una terapia di tipo cognitivo comportamentale cercando nella sua zona un terapeuta che possa supportarla nel modo migliore. Non abbia di che spaventarsi, ma in gravi forme di agorafobia (es. paura uscire di casa) un consulto psichiatrico potrebbe esserle utile per un momentaneo sostegno farmacologico che la aiuti a riprendersi degli spazi di autonomia sentendosi più sicura di sè. Ne parli con il suo medico e non esiti a chiedere supporto specialistico, il nostro bene viene prima di tutto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 205 visite dal 02/02/2025.
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