Lo psicoterapeuta mi parla di limiti

Salve ho 44 anni, vorrei avere un parere da voi su un argomento.
e' da quando ho 24 anni che sono andato da un psicologo ad orientamento cognitivo costruttivista.

Devo dire che è molto carino e fa il suo lavoro al meglio ma non ho ottenuto granche' miglioramenti per anni forse anche perchè non avevo lavoro per cui la mia situazione era molto preoccupante (senza lavoro non si vive).
Insomma poi ho iniziato a lavorare fuori dalla mia città e sono andato avanti da me.

Ora mi sono ritrasferito da 3 anni nella città di prima e circa 7 mesi fa l'ho ricontattato.

dopo un po' di sedute ho cominciato ad innervosirmi.
Ogni volta che ero nervoso lui diceva che dovevo andare da lui e cosi' ho fatto, ma la cosa è andata peggiorando.

All'inizio mi ha detto che ero regredito perchè vivevo con mio padre e tornando nella città dove sono nato avevo ripreso i vecchi schemi mentali di prima ed anche perchè gli avevo detto di voler consultare un counselor che mi aiutasse a migliorare il mio comportamento con le donne in quando sono single.

Credevo che un psicologo potesse aiutarmi a migliorare i comportamenti sociali ma invece vedo che non mi suggerisce niente, anzi mi ha detto all'inizio che stavo migliorando e poi qualche giorno fa quando gli ho chiesto che secondo me non stava andando bene mi ha detto che in effetti la terapia non ha dato frutti.

Dunque un sacco di controsensi e l'ultima cosa che mi ha detto è che si puo' vivere anche senza una vita sessuale in quanto ci sono persone che sono rimaste paralizzate agli arti inferiori eppure vivono una vita per come possono.
MI ha detto che ho dei limiti e che devo imparare vivere con essi.
Mi ha consigliato una visita neurologica in quanto gli ho detto che dalla RISONANZA MAGNETICA e' emerso che ho i volumi cerebrali inferiori alla norma (anche se precedenti visite che ho fatto per questa cosa da altri neurologi non hanno evidenziato la correlazione dei volumi inferiori alla norma con limiti cognitivi e comportamentali).

Probabilmente lo psicologo pensa che siccome ho un volume cerebrale piu' basso, faccia fatica a fare una vita come tutti ed infatti la mia vita non è come tutti perchè faccio fatica a ricordare le cose ed a capire delle volte l'ironia degli altri come se fossi un Autistico ad Alto Funzionamento.

IO ho ipotizzato a lui questa cosa che pero' ogni volta vuole evitare o non considerare e cioè che abbia una tale forma autistica o un deficit di attenzione visto che non riesco a fermare la mente.
AD ogni modo se davvero ho dei limiti comportamentali per via del cervello piccolo bisogna che ci sia una diagnosi con referto no?

Lo psicologo mi dice che devo imparare a vivere coi miei limiti ma io ho risposto che secondo me un valido psicologo dovrebbe aiutare il paziente ad andare oltre quei limiti.
Inoltre gli ho anche detto che un bravo psicologo se dopo mesi se non anni non vede miglioramenti dovrebbe ammetter al paziente che la terapia non funziona, cose che lui non fa.
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

noi abbiamo unicamente la Sua versione, e non quella di entrambi. E in ogni caso non siamo noi l'organo competente a tale funzione valutativa.

Dopo tanti anni di psicoterapia con lo stesso psicoterapeuta (tale deve essere per poter curare), è possibile che quel professionista, o quel tipo di approccio, possa aver concluso la propria possibilità di giovare e aiutare:
il tempo passa, le persone cambiano, i bisogni che Lei aveva a 24 anni possono non essere quelli di un 44enne.

".. gli ho anche detto che un bravo psicologo se dopo mesi se non anni non vede miglioramenti dovrebbe ammetter al paziente che la terapia non funziona, cose che lui non fa..."
A questo proposito potete confrontarvi assieme con uno specifico articolo del nostro Codice Deontologico Psicologi, che afferma:

"Articolo 27
Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa. Se richiesto, fornisce al paziente le informazioni necessarie a ricercare altri e più adatti interventi."


E poi c'è il Suo problema relazional-sessuale con il mondo femminile, non ancora risolto.
Posso ben immaginare che il Suo Psy si sia inalberato sentendosi paragonato a un 'love coach', attività che non ha bisogno nemmeno della terza media, come spiego in dettaglio ad un suo coetaneo con i Suoi stessi problemi sessuali in questo contributo:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/1086618-quale-percorso-terapeutico-posso-iniziare-per-i-miei-problemi-di-relazione-con-le-donne.html .

Forse un Sessuolog* clinic*, cioè Psicolog* psicoterapeuta perfezionato/a in sessuologia, potrebbe esserLe utile.
Potrà approfondire tale professionalità in: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9098-chi-e-e-cosa-fa-la-sessuologa-il-sessuologo.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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si ha perfettamente ragione sul fatto che i bisogni che avevo a 24 anni non sono quelli di ora che ne ho 44.
al momento ho un paio di dubbi.
1) Non sono oggettivamente maturo per la mia età nonostante abbia vissuto anche lontano da casa per 6 anni. Sono troppo lento nell'imparare le cose in generale, intendo le esperienze di qualsiasi genere e dimentico troppo rapidamente.
Ho difficoltà a comprendere alcuni comportamenti delle persone e credo di sbagliare nelle cose da dire come gli autistici. Tenga conto che in 6 anni che sono andato a vivere da solo non ero in grado di cucinare se non consultavo la ricetta scritta perchè quando non lo facevo dimenticavo sempre alcuni ingredienti come se non riuscissi ad imparare i procedimenti. Anche sul lavoro quando andavo in ferie 10gg e tornavo non riuscivo a ricordare le procedure, come fossero passati 6 anni. Altro esempio quando tornavo dalle vacanze, dopo neanche 1 mese non ero capace di rievocare i posti dove ero stato o cio' che avevo visto mal collocando le sequenze temporali degli eventi ( come se fossero passati anni ). Non riesco a ricordare le città o posti dove ho cenato fuori con amici ecc... quando invece loro conservano perfettamente la memoria dei posti che hanno visitato o dove sono stati. Ho difficoltà a ricordarmi infatti di quello che ho fatto il giorno prima o la settimana prima ecc... Se provo a guidare in macchina e parlare con un amico spesso non ci riesco, cioè devo fare una cosa alla volta. Anche alle scuole da ragazzo avevo grosse difficoltà a ricordare la storia o la letteratura perchè nonostante che studiassi ed andassi bene a scuola all'orale bastava 1 settimana che facessi altro (studiare altre cose o una settimana di vacanza) che non ricordavo assolutamente niente di quello che avevo studiato (nonostante fosse passata 1 settimana ) e neanche riguardando le pagine riuscivo a ricordare le cose.
Non c'è verso di ricordarsi neanche le canzoni a memoria (nel mio tempo libero canto ).

2) mi sono trasferito di nuovo nella mia città di nascita ed ora sono a vivere solo con mio padre di 80 anni. Prima abitavo a bologna una grande città aperta ora invece mi sono ritrasferito a siena città bella e notoriamente chiusa molto piu' piccola di bologna.
Credo che lo abbia fatto perchè da figlio unico non sposato ho sentito la paura/necessità di stare piu' vicino a mio babbo nel caso che in futuro abbia bisogno di badanti ecc..
a BOlogna non credo che in caso di tale necessità potrei assisterlo adeguatamente.
Per questa cosa qui ho consultato uno psicologo ma forse ho sbagliato perchè ho creduto che ne potesse sapere qualcosa oggettivamente al riguardo affinchè potessi decidere se tornare a vivere a Bologna o rimanere a Siena. Ci sta che uno psicologo non puo' aiutarmi su questa cosa che pero' a me rimane fondamentale come la vita o la morte.
Mi sento condizionato infatti nelle mie scelte di vita dall'età di mio padre e non so cosa è meglio fare proprio in relazione all'assistenza in futuro.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Due sembrano essere i problemi, riprendo la sua numerazione:

1) una problematica personale

che Lei sintetizza così: "Non sono oggettivamente maturo per la mia età."
Forse sono questi i "limiti" ai quali il suo attuale Psy fa riferimento?
E' il caso che tali caratteristiche personali siano essere approfondite con un neuro-psicologo, dato che anche l'ansia o altro può produrre effetti simili a quelli da Lei descritti?

2) una problematica relazionale ed una riflessione esistenziale, che ruotano attorno a "..mio padre di 80 anni".

a) La problematica relazionale riguarda gli aspetti operativi dell'assistenza. Da quanto Lei scrive sembrerebbe che attualmente suo padre non abbia bisogno realmente e in concreto della sua presenza/assistenza. Però lei conosce la sua situazione clinica e noi no.
b) La riflessione esistenziale (che -attenzione- non ha nulla di patologico!) intreccia aspetti etici ed affettivi dell' "accompagnare" il proprio padre lungo un eventuale decadimento fino alla non-autosufficienza dovuti all'età; e di "come" farlo.
Lo/a psicologo/a riesce sicuramente ad aiutare nella "presa di decisioni", aiutando a distinguere e separare i fili di vari colori che si intrecciano in questa tela della vita [ 1) + 2) +a) +b) ], senza mai sostituirsi nelle scelte del paziente, nè indirizzare verso quella che allo specialità sembra migliore del genere "Io farei così".

Ci siamo dilungati forse troppo essendo Lei già in terapia, ma lo abbiamo fatto con l'auspicio che anche un semplice consulto online anonimo possa accendere uno spiraglio luce.
E dunque concludiamo, invitandoLa a riflettere sui vari aspetti messi in luce nelle due risposte e ponendoli a tema con il Suo Psy in carne ed ossa.

Cari saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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grazie dottoressa, non conosco la figura del NEURO-PSICOLOGO che sarebbe interessante.

altra cosa quell'equazione che mi ha scritto [ 1) + 2) +a) +b) ] mi perdoni ma non l'ho capita, mi fa sorridere perchè mi ricorda la matematica.

Le posso dire che al momento per quanto riguarda mio padre lo psicologo non mi sta suggerendo niente al riguardo di badanti od opzioni di assistenza.
Certo che se babbo un domani non fosse capace di intendere o di volere o una malattia che non c'è piu' di testa lo metto in un ricovero ma a quel punto che sia a Siena o altrove ha poca importanza per cui la cosa è già risolta.

Invece mi preoccupa la situazione in cui mio padre sia lucido di testa ma abbia bisogno di una badante. So che alcune lavorano giustamente da lunedi alla domenica con giovedi di riposo o magari con la domenica di riposo ed io se sono lontano a Bologna ad esempio non posso ogni volta venire per 4 volte al mese a coprire l'assenza della badante perchè mi richiede 50 euro di benzina e dovro' pensare anche a pagare il mutuo della casa.
io sono un tecnico di radiologia e prendo sui 1600 per cui la vedo dura in questa ottica.
Si immagini se la badante volesse come giorno libero la domenica a quel punto a parte i viaggi io non avrei piu' vita privata e sociale.
Il punto è che vorrei capire oggettivamente come sta la situazione.
ho passato 6 anni di vita a bologna e non sono riuscito a trovarmi una compagna con cui vivere per cui ad un certo punto mi sono detto trasferiamoci a siena e troviamo tutto li' (forse per rassegnazione o forse per fare un'altra esperienza).
Qui a siena ho trovato tutto cioè il lavoro è buono e sto coltivando la mia passione che è il canto ed al momento suono anche abbastanza. Unica cosa è che mi manca una vita sociale e sentimentale che credo che solo andando a vivere in città come Firenze o Bologna (Siena la mia città è di 60000 abitanti con le contrade del Palio di cui io non sono parte ed ha una mentalità molto campanilistica tipo da paese) potrei trovare.
Certo che se ero sposato o convivente mettiamo a BOlogna o torino e mi trovavo con mio padre ad avere bisogno a Siena come avrei potuto fare ? Avrei dovuto mollare la relazione con una ragazza e fuggire a Siena ? Ma anche vivere a BOlogna da solo e trovarsi col babbo a siena che anziano ha bisogno non è una condizione tale da dire torniamo a vivere nella città del genitore almeno finchè non è passato a miglior vita ? Io ci vedo poco di psicologico qui e comunque le ripeto questa cosa non si riesce ad affrontare con l'attuale psicologo. Forse perchè anche lui su queste cose non è ferrato, forse è normale perchè non è il suo campo credo.
Grazie
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