Nervosismo ed ansia senza una ragione razionale
Salve, mi ritrovo a scrivere per chiedere un consulto riguardo ad uno stato ansioso e di forte nervosismo sfociato improvvisamente negli ultimi giorni e che non va via.
Premetto che gli ultimi mesi, da settembre fino ai primi di febbraio sono stati molti intensi sia fisicamente che psicologicamente a causa di più traslochi.
Mi spiego meglio;
i miei genitori si sono trasferiti da circa 3 anni in una nuova casa e nel mentre è stata messa in vendita la casa in cui sono cresciuta con loro; io mi sono trasferita in un piccolo appartamento mansardato con il mio compagno.
Nel 2024 abbiamo trovato una nuova casa, a pochi passi dai miei genitori e l'abbiamo acquistata.
Contestualmente è stata venduta la loro vecchia casa e pertanto da settembre ad oggi abbiamo effettuato due traslochi molto impegnativi, uno per svuotare appunto la casa venduta e l'altro per il trasferimento mio e del mio compagno.
Sono felice per la nuova casa, c'è molto più spazio ed è molto bella, proprio come l'ho sempre sognata.
Ero comunque molto affezionata al piccolo appartamento mansardato, era il mio rifugio ma nell'ultimo periodo mi stava tanto stretto.
Una volta entrata in casa nuova, circa il 20 gennaio, è come se avessi rimosso dalla mia mente quel rifugio al quale ero tanto affezionata; non ci penso, non mi manca, è come se fosse ormai lontano anni luce da me.
Ci tengo a specificare che dopo un lungo percorso di psicoterapia (7 anni) ho preso consapevolezza che purtroppo non funziono molto bene riguardo le tematiche di ''lutto'', infatti tendo sempre a negare, ovviamente non razionalmente.
Comunque sia, stanchezza a parte, ero felice di stare in casa nuova quando, un paio di sere fa, improvvisamente, ho avuto un cedimento di nervi.
Ho avuto una banalissima incomprensione con mia madre mentre eravamo a telefono ed ho perso letteralmente il controllo, ho iniziato a gridare come se avessi subito chissà quale torto e mentre lo facevo mi rendevo conto della mia esagerazione ma non mi fermavo.
Ho pianto subito dopo, ho chiarito con lei, ma nulla, ho iniziato ad avere una sensazione di ansia, schiacciamento e nervosismo nel petto che non mi lascia.
Ho parlato con il mio compagno per cercare di analizzare il tutto, secondo lui è per via del cambiamento.
Mi rivolgo a voi per capire meglio cosa mi stia scattando.
E' come se si fosse aperto un vaso pieno ma io non so di cosa.
Premetto che gli ultimi mesi, da settembre fino ai primi di febbraio sono stati molti intensi sia fisicamente che psicologicamente a causa di più traslochi.
Mi spiego meglio;
i miei genitori si sono trasferiti da circa 3 anni in una nuova casa e nel mentre è stata messa in vendita la casa in cui sono cresciuta con loro; io mi sono trasferita in un piccolo appartamento mansardato con il mio compagno.
Nel 2024 abbiamo trovato una nuova casa, a pochi passi dai miei genitori e l'abbiamo acquistata.
Contestualmente è stata venduta la loro vecchia casa e pertanto da settembre ad oggi abbiamo effettuato due traslochi molto impegnativi, uno per svuotare appunto la casa venduta e l'altro per il trasferimento mio e del mio compagno.
Sono felice per la nuova casa, c'è molto più spazio ed è molto bella, proprio come l'ho sempre sognata.
Ero comunque molto affezionata al piccolo appartamento mansardato, era il mio rifugio ma nell'ultimo periodo mi stava tanto stretto.
Una volta entrata in casa nuova, circa il 20 gennaio, è come se avessi rimosso dalla mia mente quel rifugio al quale ero tanto affezionata; non ci penso, non mi manca, è come se fosse ormai lontano anni luce da me.
Ci tengo a specificare che dopo un lungo percorso di psicoterapia (7 anni) ho preso consapevolezza che purtroppo non funziono molto bene riguardo le tematiche di ''lutto'', infatti tendo sempre a negare, ovviamente non razionalmente.
Comunque sia, stanchezza a parte, ero felice di stare in casa nuova quando, un paio di sere fa, improvvisamente, ho avuto un cedimento di nervi.
Ho avuto una banalissima incomprensione con mia madre mentre eravamo a telefono ed ho perso letteralmente il controllo, ho iniziato a gridare come se avessi subito chissà quale torto e mentre lo facevo mi rendevo conto della mia esagerazione ma non mi fermavo.
Ho pianto subito dopo, ho chiarito con lei, ma nulla, ho iniziato ad avere una sensazione di ansia, schiacciamento e nervosismo nel petto che non mi lascia.
Ho parlato con il mio compagno per cercare di analizzare il tutto, secondo lui è per via del cambiamento.
Mi rivolgo a voi per capire meglio cosa mi stia scattando.
E' come se si fosse aperto un vaso pieno ma io non so di cosa.
Gentile utente,
nella descrizione che ha fornito della sua situazione attuale, mi sembra ci siano già diversi elementi che si possono collegare ad un momento di passaggio e di cambiamento, non solo concreto (come non uno, bensì due traslochi), ma anche simbolico, come convivenza e inizio di una vita più autonoma, seppur vicina ai propri genitori.
In psicologia viene definita come fase di "separazione-individuazione" in cui tutti i soggetti coinvolti sono impegnati a ridefinire i propri confini e valori personali...questa nuova ricerca può generare qualche normale turbolenza emotiva.
Lei ora sta giustamente cercando una risposta razionale a questa "novità emotiva" e l'ha individuata nel "cambiamento", come ha analizzato insieme al suo compagno, ma ho la sensazione che questa spiegazione per lei non sia sufficiente..
E' piuttosto frequente che "attacchi d'ansia" accadano in un apparente "vuoto" o senza una motivazione convincente, talvolta proprio quando il corpo si rilassa dopo un periodo intenso e impegnativo.
La invito a prendersi cura del suo vaso, ad andare avanti nella sua ricerca: oltre a chiedersi cosa lo ha fatto aprire, potrebbe scoprire cosa c'è dentro, dando fiducia a quello che il suo corpo le sta comunicando. Per fare questo, potrebbe iniziare a tenere un diario in cui annota e scrive ogni pensiero, immagine o emozione che le viene alla mente, oppure chiedere l'aiuto di un professionista che la accompagni nell'affascinante scoperta di se stessa.
Un saluto e buona ricerca,
nella descrizione che ha fornito della sua situazione attuale, mi sembra ci siano già diversi elementi che si possono collegare ad un momento di passaggio e di cambiamento, non solo concreto (come non uno, bensì due traslochi), ma anche simbolico, come convivenza e inizio di una vita più autonoma, seppur vicina ai propri genitori.
In psicologia viene definita come fase di "separazione-individuazione" in cui tutti i soggetti coinvolti sono impegnati a ridefinire i propri confini e valori personali...questa nuova ricerca può generare qualche normale turbolenza emotiva.
Lei ora sta giustamente cercando una risposta razionale a questa "novità emotiva" e l'ha individuata nel "cambiamento", come ha analizzato insieme al suo compagno, ma ho la sensazione che questa spiegazione per lei non sia sufficiente..
E' piuttosto frequente che "attacchi d'ansia" accadano in un apparente "vuoto" o senza una motivazione convincente, talvolta proprio quando il corpo si rilassa dopo un periodo intenso e impegnativo.
La invito a prendersi cura del suo vaso, ad andare avanti nella sua ricerca: oltre a chiedersi cosa lo ha fatto aprire, potrebbe scoprire cosa c'è dentro, dando fiducia a quello che il suo corpo le sta comunicando. Per fare questo, potrebbe iniziare a tenere un diario in cui annota e scrive ogni pensiero, immagine o emozione che le viene alla mente, oppure chiedere l'aiuto di un professionista che la accompagni nell'affascinante scoperta di se stessa.
Un saluto e buona ricerca,
Dr.ssa Caterina Pritoni
Salve, il trasloco in sè è considerato un evento stressante e può inficiare il benessere psicofico e il post trasloco è un momento che spesso viene sottovalutato, ma è fondamentale. Il cambiamento, anche quando è positivo, porta con sé una serie di adattamenti, sia fisici che emotivi. Prendersi il giusto tempo per ambientarsi nella nuova casa e accettare le emozioni che possono sorgere è essenziale per vivere serenamente questa fase.
La difficoltà di staccarsi dalla vecchia casa e dal vecchio quartiere può essere più forte di quanto ci si aspetti. È una sorta di lutto per un luogo che ha fatto parte della propria vita, e che, anche senza rendercene conto, ha contribuito a formarci. Quando si aggiungono fattori come stress, ansia o depressione, il trasloco può davvero diventare un peso difficile da gestire da soli.
Non c'è nulla di sbagliato nell'ammettere di non sentirsi al top subito dopo un cambiamento così grande, e di solito i sintomi evolvono positivamente (sia dia tempo), ma se persistono si potrebbe rivolgere a un professionista, magari la potrebbe aiutare a guardare insieme dentro a quel "vaso pieno ma io non so di cosa".
Cordiali saluti
La difficoltà di staccarsi dalla vecchia casa e dal vecchio quartiere può essere più forte di quanto ci si aspetti. È una sorta di lutto per un luogo che ha fatto parte della propria vita, e che, anche senza rendercene conto, ha contribuito a formarci. Quando si aggiungono fattori come stress, ansia o depressione, il trasloco può davvero diventare un peso difficile da gestire da soli.
Non c'è nulla di sbagliato nell'ammettere di non sentirsi al top subito dopo un cambiamento così grande, e di solito i sintomi evolvono positivamente (sia dia tempo), ma se persistono si potrebbe rivolgere a un professionista, magari la potrebbe aiutare a guardare insieme dentro a quel "vaso pieno ma io non so di cosa".
Cordiali saluti
Dr. Cristina Finocchiaro
Dottore in Psicologia Clinica, Specializzata in Psicoterapia sistemica e relazionale e psicodiagnostica - Roma
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 434 visite dal 12/02/2025.
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