Avere un ruolo importante al lavoro può essere sintomo di mancanze generate dalla famiglia?

Buonasera
Vorrei cercare di trovare risposte al mio comportamento sul lavoro.

Da un paio di anni sto lavorando in un supermercato: è uno di quei posti in cui i colleghi vanno via facilmente per vari motivi.

Il punto è che questo lavoro mi piace talmente tanto che il direttore mi stava insegnando il lavoro più tecnico per poterlo affiancare.
Mi ha assegnato un reparto gestendo anche ordini di merce da rifornire.
Il problema è che il ruolo del direttore richiede la maggior parte della giornata da dedicare al lavoro e io, con una famiglia alle spalle mi sono sentita frenata.
Un altra considerazione da fare (ma che penso questa l'abbia fatta anche il direttore) è che purtroppo essendo un ruolo che a me piace ho comunque paura che sia troppo per le mie capacità di gestire questo ruolo: temo di non esserne all'altezza.

Alcune cose che facevo prima da qualche giorno non mi vengono più fatte fare, il che da un lato non mi preoccupa dall'altro invece sì.

Ho dimenticato di dire che questa indecisione di cercare la scalata l'ho espressa al direttore.

Quello che chiedo o per cui chiedo conferma è questo: la mia ricerca di scalare la vetta del ruolo più importante, quale essere direttrice potrebbe essere frutto del fatto di essere considerata poco importante in famiglia?
O potrebbe essere altro?

Io vedo per esempio che alcune coppie festeggiano anniversari, ricorrenze particolari per esempio compleanni, invece per mio marito è tutto uguale, per lui non è importante festeggiare.
A volte neanche parliamo, siamo entrambi un po' introversi, taciturni.
Mi chiedo se questo confronto tra lavoro e famiglia siamo rilevante.

Grazie
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

provo a fare l'elenco dei motivi che La frenano dall'affiancare il direttore:
- la famiglia. "io, con una famiglia alle spalle mi sono sentita frenata"
- l'insicurezza personale: "temo di non esserne all'altezza"
- la stima da parte delle persone di famiglia: "sarebbe frutto del fatto di essere considerata poco importante in famiglia?"

L'esperienza professionale però disconferma questi suoi dubbi: il direttore è contento di Lei e vuole farla crescere. E dunque sono i Suoi "tormenti interni" a frenarla.
Per quanto riguarda le responsabilità della Sua famiglia, noi non le conosciamo: l'età dei suoi figli, la loro autonomia, l'aiuto da parte del marito/compagno, ecc.
Ma c'è una frase dirimente: "questo lavoro mi piace talmente tanto che .."

Sull'apporto e sull'importanza del lavoro nella vita della persona, la psicologia ha riflettuto a lungo.
Freud, il fondatore della psicanalisi, soleva dire che il benessere della vita proviene dalla compresenza e solidità di due pilastri:
- l'amore
- il lavoro.
Ma Kohut più avanti aggiungeva che occorre anche essere soddisfatt* di ciò.
Lei come sta, rispetto a questi tre fattori dello stare bene: amore, lavoro, soddisfazione?

O forse è chiamata a fare i conti con gli stereotipi che per decenni hanno scisso amore e lavoro, attribuendo la soddisfazione
- dell'amore alla donna
- del lavoro all'uomo
e creando tra i due generi solchi innaturali?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Buonasera,
Diciamo più precisamente che nella vita non mi sono mai sentita valorizzata veramente per cui la possibilità di imparare a fare la direttrice da un lato non mi era indifferente, dall'altro mi metteva paura perché per me era tutto nuovo.
Lì poi c'è da dire che il direttore di un supermercato fa orari che richiedono tanto tempo dedicato al lavoro e questo poteva andare a scapito della famiglia.
Mio marito mi dice che non devo per forza andare oltre.
Mio marito mi aiuta nelle faccende domestiche, specialmente per quel che riguarda la preparazione di pranzo e cena, ma noi viviamo nello stesso tetto di mio suocero, per cui non possiamo godere a pieno della nostra intimità. Quando stiamo tutti insieme è mio suocero che deve parlare.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

la Sua replica è una sintesi appena accennata di varie problematiche:
marito, suocero, intimità,.. .

In tutto ciò ben poco si capisce, compreso
- il marito che afferma: ".. che non devo per forza andare oltre". "Oltre" che?
- e il suocere: "è il suocere deve parlare.." a che proposito?

Noi siamo ben disposti ad aiutare chi scrive qui, ma il problema deve essere esposto ampiamente e con chiarezza e le repliche dell'utente altrettanto.
E dunque, se desidera replicare, lo faccia prendendosi tutto il tempo per descrivere la situazione.

In altro caso fermiamoci qui, alla risposta #1, già di per sè completa di stimoli di riflessione.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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