Psicologia infantile

Buonasera,

mio figlio compirà 3 anni a Maggio, a Febbraio ha iniziato il nido.

Il suo comportamento è cambiato radicalmente dal primo giorno: dapprima era un bambino molto tranquillo, giocava da solo e con noi rispettando i giochi e gli spazi.


Da quando ha iniziato ad andare al nido, torna a casa molto nervoso: fatica ad addormentarsi il pomeriggio: non vuole proprio rilassarsi o stendersi, è una lotta fino a quando non si tranquillizza e si addormenta.

Nel resto della giornata lancia oggetti, libri, la maggior parte delle volte con l'intento di colpirmi, oppure mi colpisce con schiaffi direttamente.
Piange per nulla.
Tutti comportamenti per noi completamente nuovi.


Siamo consapevoli che l'inizio di un nido o di una scuola prevede certi cambiamenti ma la violenza con la quale si sta rapportando non ci piace oltre a non farci stare tranquilli.


Sto provando a stargli ancora più vicino quando passiamo il tempo rimanente della giornata insieme, ma lo sento e vedo sempre arrabbiato nei miei confronti.

Mi sfida di continuo.


Sono consapevole che è il suo modo di condividere qualcosa, che diversamente non sa come esprimere, ma non ne vego a capo.

Quali azioni suggerite di provare?
Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 309 27
Gentilissima
Intanto complimenti per la sua volontà di aiutare suo figlio in uno dei momenti più importanti dello sviluppo. Non si preoccupi dell’aggressività, fa parte del normale percorso di crescita. I bambini e le bambine a questa età, graffiano, picchiano, mordono, gettano in terra oggetti e lo fanno, a maggior ragione, quando imparano a stare con gli altri. Infatti colpiscono, tirano calci, gettano cose in terra, sia quando sono arrabbiati, sia quando giocano e simulano la lotta. Pedagogicamente questa è una tappa imprescindibile dal percorso di crescita. I bambini, soprattutto nei primi tre anni, si esprimono con il corpo perché non hanno ancora acquisito competenze linguistiche e di autoregolazione emotiva.
Questo accade soprattutto nei momenti di passaggio da un ambiente all’altro, da casa a scuola, da una attività all’altra. Ciò che è importante e che può essere fatto per loro, per non aggravare l’aggressività, è creare ambienti adatti, senza tropi stimoli o rumori, esponendoli per tante ore con troppe persone, avere pazienza, non intaccare la loro autostima e non intervenire in modo ostile e autoritario ma, quando e se occorre, è importante essere amorevoli con fermezza. Se in qualcosa occorre dire un NO, è importante dirlo, ma nel giusto modo. È inoltre molto utile responsabilizzare i bambini e chiedere loro di essere piccoli osservatori a scuola che guardano come si comportano gli altri e che riescono a mediare quando altri litigano, magari battendo le mani o cantando una canzoncina.
Sono molte le strategia per assecondare la loro esuberanza. E, non ultima, è molto importante l’osservazione costante per monitorare come procede il percorso di crescita e per valutare se la situazione migliora o peggiora.
Sperando di esserne stata d’aiuto, sono a sua disposizione.
Cordiali saluti

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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