Senso di vita sprecata

Buonasera.

Scrivo questo post nella speranza di trovare un po di conforto tra gli innumerevoli specialisti che fanno parte di questo blog, sperando di trarne un qualcosa di buono, non è il primo post che scrivo ma ho necessità di ricevere risposte.

Spiego in breve la mia storia.

Ho 33 anni, quasi 34, e non ho mai vissuto la mia vita, né ho raggiunto un qualsiasi tipo di obbiettivo.

Cerco di spiegare in breve la mia storia, cercando di non omettere nulla, anche se sarà molto difficile.

Vivo in paese, sono figlio unico, i miei e genitori sono gente semplice, che sul piano materiale non mi ha fatto mai mancare nulla, ma probabilmente sul piano emotivo non ha fatto in modo che acquisissi una consapevolezza di qualche tipo.

Viv ancora a casa con i miei, ho un lavoro (lavoro come magazziniere) ma è un lavoro che mi sono ritrovato a fare dopo una serie di vicissitudini nella mia vita abbastanza orribili, che cerco di sintetizzare.

Ho frequentato l’università, giurisprudenza, fini ai 25 anni, con risultati anche molto buoni, ma a 25 anni ho avuto un crollo emotivo, dato probabilmente dalla morte di mio zio, che mi ha portato ad abbandonare l’università e ad accontentarmi di lavori che non mi piacevano (magazzino appunto)
Sono andato avanti in questo modo per molto tempo, pensavo che aver trovato un lavoro che mi avrebbe aiutato a stare meglio, dato che l’università mi aveva sfibrato, ma la realtà non è stata così.

Fatto sta che mi ritrovo a 33 anni a rimpiangere il mio passato, quella laurea che non ho mai preso, quella tesi che non ho mai scritto m, quella vita che io non ho voluto vivere.

Aggiungo che dopo la depressione che ho avuto ho assunto molti titoli di farmaci, cambiato psichiatri e psicologi, ma alla fine non è cambiato nulla.

C è per un altro elemento che contribuisce al mio malessere.

Io sono gay.

Lo so da sempre, da quando ho credo 16 anni, ma non ho mai voluto esplorare la mia sessualità, questo principalmente per due motivi
Il primo è legato al fatto che ho sempre negato la mia sessualità, con gli amici, dell’epoca, con i parenti, con tutti.

Il secondo è dovuto al fatto che mi sono sempre masturbato a pancia in giù, in maniera prona, per una fimosi che ho deciso di rimuover solo dopo essere entrato in depressione a 25 anni.

Da quando ho cominciato ad avere esperienze omosessuali, dopo in25 anni, ho sempre avuto difficoltà, nell’ erezione, nella libido, nell euaculazione etc.

Fatto sta che a 33 anni sono messo così, il tempo passa e ho capito che la mia vita mi ha fatto letteralmente schifo.
Ho una dipendenza atroce dalla pornografia, mento sul mio passato e dico a tutti che sono laureato etc etc, anche se non è vero.

Ora posto che in me la voglia di suicidarmi è altissima, perché mi vedo vecchio (anche se sono un bel ragazzo) e stanco, come posso vivere tutto questo e andare avanti?

Ringrazio chiunque mi risponderà
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 205
Gentile utente,
la sua dolorosa domanda: "come posso vivere tutto questo e andare avanti?" raggiunge nel profondo noi specialisti; tuttavia la sua email fa pensare che a questo punto lei voglia prendere in pugno la sua vita con l'energia e la determinazione fin qui contrastate dal pessimismo.
Il fatto che alla tentazione di suicidio, alla visione di sé come "vecchio e stanco" lei possa contrapporre la considerazione realistica che è giovane, di bell'aspetto e ha tante risorse, fa credere possibile una svolta.
La sua storia segnala un carico di difficoltà arrivate troppo presto e tutte insieme, provocando incapacità di fronteggiamento, o "coping", come lo chiamiamo noi psicologi, ossia inibendo la resilienza che si costruisce quando le circostanze ci danno il tempo di parare i colpi uno alla volta.
Inoltre una carente comunicazione emotiva in famiglia le ha impedito di comprendere e gestire l'omosessualità, la fimosi, il dolore per la morte di suo zio, la fatica a proseguire gli studi, le difficoltà in campo sessuale.
Spesso il silenzio in famiglia circa la sofferenza impedisce non solo di chiedere aiuto ai più vicini, ma perfino di parlarne a sé stessi e allo specialista. Questo dev'essere accaduto a lei nel corso dell'infanzia, dell'adolescenza, della prima giovinezza.
Di qui, nel momento culmine delle difficoltà, è conseguita la depressione. Oggi si manifesta la percezione di una vita non vissuta, ripiegata sulla rinuncia (la pornografia ossessiva che prende il posto delle esperienze reali) e sulla menzogna (la laurea raccontata ma non conseguita).
Nel momento più oscuro lei è ricorso ai farmaci, alla consulenza specialistica, all'operazione di fimosi: questo fa pensare che messo alle strette lei reagisce. Però l'usura quotidiana può essere più insidiosa dello stress traumatico.
Io direi che se ora lei si affida a qualcuno che l'aiuti a gestire la ripresa un passo per volta, può ampiamente migliorare tutto. Per farle un esempio, la laurea la può conseguire attraverso una telematica che le faccia recuperare gli esami già dati e la conduca al traguardo senza impossibili spostamenti fuori sede e complicate spiegazioni ad amici e parenti.
Per parte mia le faccio tanti auguri e le ricordo che non è mai così buio come prima dell'alba. Mi sembra che la sua alba si vada annunciando.
Noi siamo qui.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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