Non riesco a lasciar andare mio marito

Buon pomeriggio.
Ho un problema che mi porto avanti da tempo.

Da circa 3 anni ho una relazione extraconiugale con un uomo che penso di amare.
Mi sento capita al 100% a livello psicologico e mi sento appagata sessualmente con lui.

Dallo scorso agosto ho deciso di dire a mio marito che non riuscivo più ad amarlo come prima.

Da lì alti e bassi, continui riavvicinamenti da parte sua, alternarsi di momenti di rabbia atroce nei miei confronti per il fatto di distruggere una famiglia (abbiamo un bambino di 4 anni) e di aver deluso le sue aspettative e quelle di tutti i nostri amici e familiari.
In me questo scaturisce un forte senso di colpa che tende a farmi retrocedere nei confronti della relazione extraconiugale.

Al mio retrocedere lui si allontana a sua volta (per me anche lui ha interrotto da tempo un matrimonio), ma dopo qualche giorno torno a cercarlo perché mi accorgo che non riesco a fare a meno del nostro rapporto.
Lui mi ha detto e dimostrato in mille modi che vuole me nel suo futuro.

Io non riesco a vedere una strada facile tra noi poiché avendo anche lui dei figli ho paura di non incastrare le nostre vite nel migliore dei modi, oltre al fatto che ho paura della reazione di mio figlio al mio allontanare il padre, che per lui ovviamente è come un supereroe.

Al contempo, a seguito di miei riavvicinamenti verso mio marito, che ogni volta fanno ripartire da 0 tutto in lui e lo fanno illudere in un mio "ricominciare", mi trovo ad accorgermi di vivere male perché penso a quanto sto bene con l'altro.

Non ho rapporti con entrambi da mesi ormai, ma a seguito dei riavvicinamenti di mio marito non riesco ad "accontentarlo" con un rapporto sessuale poiché provo il completo rifiuto ed a volte disagio e fastidio.

Ogni volta che però lui inizia a fare le valigie per andar via da casa (con conseguenza di rabbia, disprezzo e offese di ogni genere nei miei confronti che scaturiscono sensi di colpa) lo blocco.

Penso che le emozioni vissute e la complicità con mio marito sarà difficile trovarla nell'altro (con mio marito stiamo insieme da 13 anni tra fidanzamento e matrimonio) ed è un uomo eccezionale in casa, ma non riesco proprio più ad apprezzarlo come partner.

Penso a quello che sto perdendo ed ho paura in quello che sto provando a prendere e sono assalita da paure ed incertezze che mi bloccano in un limbo da cui non riesco ad uscire e sto iniziando a pensare che l'unica soluzione al problema è il fatto che io sparisca, ma ovviamente il restare vicino a mio figlio è la mia priorità.

Ho fatto dei colloqui con una psicologa (3) che però mi mandavano ancora più in confusione.
Non so cosa fare.
Vi ringrazio.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile signora,
data la complessità e la contraddittorietà dei suoi sentimenti e dei suoi vissuti, e di conseguenza delle molteplici prospettive che elabora di volta in volta, al momento è inevitabile che i colloqui con un* psicolog* la mandino in confusione, ed è perfino utile.
Lei ritroverà sé stessa solo in questa tempesta in cui tutti i desideri, le decisioni, i valori che di volta in volta ha preso e scartato le si presenteranno come in un caleidoscopico film, fino a farle comprendere che una qualche zattera di salvataggio esiste, ma non è quella alla quale lei di volta in volta si aggrappa e poi abbandona, contribuendo a confondersi.
Senza dubbio le sarà utile una psicoterapia dirigista, per esempio la cognitivo-comportamentale, ma perché lei ne accolga le indicazioni è necessario, ripeto, che prima prenda atto della tempesta di confusione che ha creato in sé e negli altri, forse per la relazione con suo marito iniziata troppo presto e probabilmente su basi che con l'amore avevano poco a che fare, forse per un'imperfetta maturazione, sociale, morale ed emotiva.
In ogni caso, prima di continuare a ferire sé e gli altri, compreso suo figlio, riprenda la sua terapia e si affidi al curante.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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