Problemi con la famiglia di lui

Salve, non so come regolarmi con la famiglia d'orgine del mio compagno (suo padre e la compagna).
Premetto che, prima della mia gravidanza, queste persone non sono mai state presenti nella nostra vita.
Vivevamo in due città diverse ma non c'era nemmeno vicinanza emotiva, nemmeno gli auguri.
Erano due perfetti estranei, che mi trattavano anche con una certa freddezza e mi facevano sentire non accolta ed estranea.
La notizia della gravidanza e il nostro conseguente trasferimento nella stessa città in cui vivono loro, hanno cambiato le carte in tavola, ma senza che ci fosse un mutuo accordo sulla cosa da entrambe le parti.
Semplicemente, da un giorno all'altro mi è stata letteralmente imposta la presenza costante di queste persone nella mia vita e io mi sono ritrovata a subirla passivamente.
E il tutto senza aver minimamente coltivato anche solo una parvenza di conoscenza reciproca, siamo passati dal niente al tutto in un attimo.
Inutile dire che le manovre di avvicinamento sono state lette da me come un tentativo, neanche troppo celato, di far parte della vita della bambina, se possibile escludendo me.
Non c'è un reale affetto nei miei confronti, anzi, vengo sistematicamente messa in difficoltà; dal padre che non perde occasione per svilirmi e mortificarmi-anche nel mio ruolo materno-e dalla di lui compagna che adotta un approccio molto più furbo e subdolo (e per questo più pericoloso), fingendosi mia alleata ma approfittandone per prendere piede ed essere invadente nella cura e nella gestione della bambina.
Da ancora prima che nascesse queste invadenze di campo sono state palesi, addirittura lei si è spinta a suggerire che avrebbero cresciuto loro la bambina, una volta che io fossi tornata al lavoro, ma"che me l'avrebbero fatta vedere nei weekend".
Mi preme sottolineare che questa persona non è nemmeno imparentata con mia figlia, essendo la matrigna del mio compagno, e che se pure fosse la nonna biologica, questo comportamento non sarebbe comunque appropriato.
Il suo modo di disporre di mia figlia come se fosse sua, di togliermela dalle braccia, di fiondarsi a raccoglierla se cade, impedendomi di farlo io stessa, sono tutti segnali allarmanti che mi stanno creando un forte stress (utilizzo un eufemismo, ma la mia è stata una brutta depressione postpartum).
Ha preso l'andazzo di scrivermi settimanalmente per prelevare la bambina DA SOLA per diverse ore, con la scusa di darmi un po' di respiro, portandola a casa di suoi parenti (che insiste nel dire essere parenti anche di mia figlia, come ad imporre su di lei una famiglia allargata di cui non fa parte).
L'ultima volta sono stata coinvolta nell'ennesima festa della sua famiglia (solo perché sarebbe durata dutto il giorno e non avrebbe potuto richiedere la presenza della bambina senza di me), ma io ho gentilmente rifiutato adducendo una scusa e lei, non accettando il mio no come risposta, ha insistito dicendo che se io non volevo andare voleva comunque portarsi mia figlia.
Come esco da questa situazione?
Ovviamente non ho il supporto del mio compagno.
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 696 14
Gentilissima,
la situazione mi sembra piuttosto complessa.
"Il suo modo di disporre di mia figlia come se fosse sua" è certamente inaccettabile.
Il come uscire da questa situazione, però, non può essere ricercato in un consulto qui. Le posso suggerire alcuni spunti di riflessione, ma si faccia aiutare in maniera più strutturata, attraverso un percorso di supporto psicologico.
Come mai vi siete trasferiti "in conseguenza della gravidanza"? Il suo compagno non la supporta e si schiera con i nonni o non si fa coinvolgere? Ci sono altre persone che possono esserle di supporto e risorsa? La sua "brutta depressione postpartum" è stata curata?

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Contatta lo specialista e prenota una visita
Utente
Utente
La ringrazio della risposta.Sto vedendo una terapeuta da tempo per curare la depressione.Ad oggi non posso dire di essermi completamente rimessa ma con le mie sole forze sto risalendo la china.Mi sono trasferita dopo un periodo di pendolarismo essendo rimasta incinta,raggiungendo lui che si era già spostato da un paio d'anni-quelli del covid-e che era tornato proprio per la sua famiglia(non ho citato tutto ma ha una situazione disfunzionale e senza speranze che rifiuta di lasciar andare).Lui nota queste ingerenze ma non le vive come tali, in quanto gli si innesca un meccanismo per cui s'illude di beneficiare ora dell'affetto famigliare mai ricevuto.Come se tutti i regali e le attenzioni dedicate alla bambina fossero un modo per riscattarsi lui stesso come figlio(ma è palese che vi sia un secondo fine dietro a questi gesti che di genuino e disinteressato hanno ben poco).Non si rende conto che suo padre continua a non supportarlo,dato che criticando me critica la scelta di suo figlio.Cosí come non coglie l'invadenza della sua matrigna, che s'impone con prepotenza nel ruolo di nonna,senza nemmeno usare l'accortezza di non definirsi apertamente tale(ben sapendo che la vera nonna-cioè la madre del mio compagno-non potrà mai farlo,essendo scomparsa prematuramente e in circostanze tragiche).Pur notando certe dinamiche le sfrutta a suo vantaggio e a mio discapito.Io per fortuna ho una famiglia solida alle spalle,che mi aiuta e mi supporta molto,ma purtroppo sono lontani.
Segnala un abuso allo Staff
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 696 14
Le relazioni nelle famiglie disfunzionali hanno intrecci molto complessi e difficili da modificare, anche dove c'è volontà. Se poi questa volontà/consapevolezza manca, è una partita che non si può giocare.
L'obiettivo ce l'ha chiaro: "uscire da questa situazione" di dinamiche prive di empatia, che non tengono conto delle sue volontà e del suo ruolo genitoriale. Non so come stiate affrontando la questione in terapia, ma le suggerisco di farsi aiutare lì a trovare il modo.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile

Consulti su problemi relazionali

Altri consulti in psicologia