Relazione con uomo in fase di divorzio e dubbi

Buongiorno gentili dottori,

A novembre ho intrapreso una relazione con un mio collega (che non è italiano e vive all’estero).
Prima di iniziare il nostro rapporto lui mi disse che il suo matrimonio (di 17 anni e con una figlia di 10) era già finito da tempo, fra tradimenti e incompatibilità.
Non appena abbiamo iniziato a vederci ha detto tutto alla moglie e in poco tempo lei ha iniziato a cercare un nuovo appartamento.
Ci siamo visti fino a febbraio, ogni 2/3 settimane circa.
Dopodiché ha iniziato a procrastinare l’incontro successivo finché in una telefonata non mi ha detto che quando torna a casa si sente troppo a disagio a vedere la moglie, ad affrontare i litigi furibondi e che pertanto non sarebbe tornato a breve.


Dopo avermi detto che sarebbe stata solo una questione di poche settimane prima di rivederci, mi ha detto che non sarebbe più venuto fino a metà Maggio / inizio Giugno, per aspettare la fine della scuola e il trasferimento famigliare.
Mi sono sentita ingannata sia dalla narrativa iniziale, che aveva fatto intendere un rapporto oggettivamente finito ambo i lati, in colpa per essere in una situazione di questo tipo che è contraria a ogni mio valore.


Durante questi mesi la situazione è stata durissima.
Telefonate solamente quando era da solo, spesso anche terminate bruscamente dall’arrivo di altri in casa.
Promesse (fin da subito) di vita con me e famiglia a mio modo di vedere troppo grandi e premature.


Ci sono stati ultimamente anche momenti dove la mia tensione e delusione in una situazione così non sana per costruire delle basi solide è stata esplicitamente comunicata a lui e, a mio avviso, non capita appieno.
Ogni volta che ho cercato un dialogo su come anche io mi sentissi ho ricevuto risposte contrastanti: prima un’estrema vicinanza e promesse di trattamenti migliori e poi messaggi per sottolineare la sua sofferenza e il fatto che questa mia reazione lo fa stare più male.
Fino ai silenzi freddi poi sempre compensati da un ma io ti amo, è tutto a posto.


In questo momento, dopo aver rispiegato ogni mio punto di vista, mi sento molto confusa.
Sento che i sentimenti sono scemati, che mi manca tutto ciò che una relazione sana e meritevole dovrebbe offrire.
Gli ho chiesto tempo, dopo essermi sentita ancora ribadire che sta cambiando la sua vita per me.
Purtroppo non riesco a non leggere queste parole come un ricatto emotivo.


Non capisco cosa sia successo dentro di me e perché proprio ora questa situazione mi abbia portata al limite.
Fatico a rivalutare correttamente la situazione (aspettare, non aspettare, le difficoltà che comunque ci sono, le basi di una relazione sana, la realtà dei sentimenti da entrambe le parti) e quello che provo.
Sento che percepisco un sentimento di scomodità dentro di me, un non sentirmi a mio agio con l’evoluzione che ha avuto questo rapporto e sono confusa sul fatto che possano esserci reali premesse per un futuro sano.


Vi ringrazio per il vostro supporto.

Un saluto
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 696 14
Gentile Signora,
il senso di confusione sembra essere molto coerente con i messaggi ambigui che le arrivano da questa relazione.
Suppongo che "cosa sia successo dentro di me e perché proprio ora questa situazione mi abbia portata al limite" sia spiegato proprio da quell'eloquente "senso di scomodità". Quando si sta scomodi si cambia posto o posizione. E' arrivato il momento di cambiare? Posto. O posizione.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

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Gentile dottoressa,

Grazie per la sua cortese risposta. Concordo con il punto da lei condiviso e la ringrazio per aver sottolineato il concetto di scomodità . Continuando a guardare solamente dentro di me, penso che questa scomodità sia molto personale (fra tutto il resto) intendendo dire che la percepisco come un disallineamento rispetto al mio sistema valoriale. Sicuramente l’ambiguità che ricevo contribuisce. Probabilmente è arrivato il momento di cambiare, ne sono convinta. È difficile per me capire ora secondo quali modalità gestire e attuare questo cambiamento e come comunicare le mie necessità. Grazie molte per lo spunto di riflessione
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 696 14
Passare all'azione può richiedere un tempo di riflessione e riorganizzazione per... diciamo ricalcolare il percorso. Tenere come stella polare il suo sistema valoriale mi sembra una buona idea.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

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Grazie dottoressa, continuerò la mia riflessione considerando attentamente questo parametro, molto importante per me. Mi accorgo che quello che mi crea più ansia in questo momento è l’essere colpevolizzata da parte sua di questo divorzio laddove io decidessi di non proseguire questo rapporto. In maniera matura e come gli ho detto dall’inizio, queste sono scelte di vita unicamente personali che sono giunte solamente da lui. Tuttavia già in diversi episodi il sentirmi rinfacciare questa separazione e tutto il suo dolore (legittimo) è stato molto spiacevole e quasi delegittimante nel prendere a mia volta le mie decisioni o affrontare momenti di mia vulnerabilità. Purtroppo per il mio vissuto personale vivo facilmente il senso di colpa verso altri, quello che noto è una dinamica che lo sta andando ad alimentare e che mi frena nell’anteporre me stessa.
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