Delusione indescrivibile nei confronti del mio fidanzato e della sua famiglia

Gentili Dottori, oggi dopo tre anni di relazione sento di provare una delusione tale da non sapere se vale la pena stare col mio fidanzato.
Tre anni di serenità, nessuna grande discussione ma l'altro giorno a seguito della comunicazione della data della mia seduta di laurea in medicina (fine giugno) la madre del mio ragazzo, persona che reputo come una seconda madre, mi comunica che lei forse sarà a Medjugorje e che non verrà alla seduta (non ha prenotato nulla).
Ovviamente io ho manifestato il mio disappunto al mio fidanzato che sembra difendere la madre, io ho detto se fosse il caso di saltare un evento così importante per andare a dire due preghiere, lui che è il primo a criticare la madre per tale ossessione religiosa mi ha risposto che dipendr dal punto di vista.
Non mi sono mai sentita così invisibile.
io ho fatto follie per esserci nelle gioie e nei dolori, ricordo che fui bocciata a farmacologia per stare vicino al mio ragazzo perché il cane si ammalò, due lutti di suoi nonni che mi hanno portata a slittare la seduta, ad anticipare un esame per esserci al matrimonio della sorella.
Compleanni anche sotto esame non li ho mai saltati, io ci sono stata sempre.
Ora non so davvero come fargli capire la delusione che mi ha generato, non so nemmeno se davvero voglio stare con una persona la cui famiglia mi dà così poco valore.
Sono aperta a qualunque riflessione
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
se davvero è aperta a qualunque riflessione, le dirò che forse sta enfatizzando troppo e ha equivocato sull'importanza data da altri ad una seduta di laurea, che non coincide con l'importanza data a lei come persona.
L'abitudine di essere presente alla seduta di laurea di un figlio o di un fidanzato è recente; è solo di alcune famiglie, non di tutti i Paesi del mondo e nemmeno di tutte le città italiane. In molti atenei tale prassi è resa impossibile dall'esiguità dello spazio a disposizione.
Per farle qualche esempio, alla mia prima laurea a Roma nel 1971 fu presente solo mio marito, e poco prima avevo assistito solo io alla laurea di un collega, noto principe romano, che non era accompagnato da altri amici e non aveva con sé nessun parente.
Alla laurea di una mia nipote, che avverrà a Londra, sarà presente solo il fidanzato perché non è ammesso più di un ospite.
Molte lauree triennali non prevedono nessuna discussione; si consegna al relatore la tesi e in seguito si ritira il diploma di laurea.
Come vede, non esiste nessuna prassi che imponga la presenza di una tribù ad una discussione di laurea, e questo è anche ovvio: non tutti gli argomenti trattati sono comprensibili, ma soprattutto non si tratta di una cerimonia che impone la pubblica notorietà, non consiste in una promessa solenne erga omnes con l'acquisizione di un legame che crea nuove parentele, com'è invece un matrimonio.
Se il laureato vuole, nella stessa giornata o nei giorni seguenti può offrire un rinfresco, ma non deve pretendere che gli invitati assistano anche alla sua discussione di tesi.
Tuttavia, se lei voleva che tutti i parenti e gli affini fossero presenti mentre viene proclamata dottore, avrebbe potuto farlo sapere per tempo e discutere direttamente con l'interessata -la sua futura suocera- questo suo desiderio, dal momento che non è una prassi consolidata.
Sua suocera non avrà creduto di farle nessun torto mantenendo l'abitudine di andare a fine giugno a Medjugorje, dove probabilmente si reca ogni anno con un viaggio organizzato dalla sua parrocchia. Rinunciava forse a questo viaggio per assistere ai suoi esami universitari? Può davvero credere che ritenga l'ultimo atto del suo corso di studi, la discussione di laurea, totalmente diverso? E quindi questa signora presumibilmente non voleva in nessun modo mancarle di rispetto.
Chi mostra, semmai, scarso rispetto per le abitudini e le credenze dell'altra, è lei nei confronti della sua futura suocera: "io ho detto se fosse il caso di saltare un evento così importante per andare a dire due preghiere" è una frase piuttosto sprezzante, non trova?
Nessuna meraviglia nella reazione del suo fidanzato: "è il primo a criticare la madre per tale ossessione religiosa mi ha risposto che dipendr dal punto di vista".
Punto di vista che se considera un pellegrinaggio "andare a dire due preghiere", e interpreta la religiosità di una persona come "ossessione religiosa", e inoltre scrive che non sa più "se vale la pena stare col mio fidanzato", forse davvero dovrebbe riconsiderare questo legame, con lui e con la sua famiglia, per evitare a sé e a loro, in futuro, ben altri fraintendimenti e dispiaceri.
In generale, per non "sentirsi invisibile" si dovrebbe sempre parlare con chiarezza alle persone che interessano, ma soprattutto si dovrebbe essere certi che a noi queste persone interessano davvero.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza
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