Rapporto con il padre

Buon pomeriggio, sono una ragazza con tratti di personalità borderline.
Ho fatto 1 anno e mezzo di psicoterapia in cui sono riuscita a conoscermi meglio e ad accettare gli errori dei miei genitori, smettendo di provare quella rabbia che avevo.
Con mia mamma ho un buon rapporto, il problema è mio padre.
È debole, irresponsabile e immaturo.
Mia mamma mantiene la famiglia, lui si ostina a voler continuare a fare della sua passione il suo mestiere, nonostante sia visibilmente frustrato perché non riesce a portare soldi a casa.
Questa frustrazione la manifesta con un atteggiamento giudicante nei confronti di TUTTI, che a me dà non poco fastidio e a volte sembra lo faccia per stare al centro dell’attenzione.
A modo suo mi vuole bene, ma io no e mi sento terribilmente in colpa.
Cerco di nasconderglielo e di evitarlo, perché non condivido nemmeno uno dei suoi ideali e atteggiamenti e perché la sua presenza mi rende nervosa, ma posso fino a un certo punto.
Inoltre è convinto di poter andare d’accordo solo con me, confidandosi e sfogandosi insultando mia madre, mia sorella.
Ma sono costretta a non dire niente di ciò che penso.
So che è fatto così, so che queste emozioni che provo non sono funzionali per me, ma io proprio non ce la faccio ad accettare di avere un padre a cui dover stare attenta e di cui non posso fidarmi.
Avrei voluto una presenza sicura nella mia vita, che mi trasmettesse valori di amore e serenità e che fosse stato molto meno egoista.
Invidio veramente tanto chi ha un padre protettivo e rassicurante mi sento come se mi mancasse qualcosa.
E ho davvero paura di diventare come lui: senza amici, solo, giudicante e incapace di dire una parola buona su qualcuno.

So di dover tornare in terapia, però mi chiedevo se ci fosse qualcosa da poter fare per farmi stare meglio, qualche consiglio.
Considerate che non riesco più ad averci a che fare, nè a guardarlo in faccia... lo evito come la peste, finché posso.
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.1k 609
Gentile utente,

Della complessità della situazione, prendo in considerazione un unico elemento, che risponde però alla sua esigenza: "mi chiedevo se ci fosse qualcosa da poter fare per farmi stare meglio"

Il punto è questo:
"Inoltre è convinto di poter andare d’accordo solo con me, confidandosi e sfogandosi insultando mia madre, mia sorella."

Da un lato lei potrebbe sentirsi la privilegiata nel raccogliere le confidenze di suo padre; ma dall'altra lei "sente" che questo non è il suo posto. Sarebbe troppo difficile dirgli che questo ruolo non fa per Lei, e che in questa maniera Lei si appesantisce inutilmente e ulteriormente?

Il fatto è che all'interno delle famiglie si creano talvolta inconsapevolmente delle allenze, delle nuove "coppie" complici, disfunzionali peraltro per il funzionamento di quel "sistema" che è la famiglia.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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