Lui prova senso di colpa nei miei confronti; a volte lo esterna, a volte decide di lasciarmi
Salve, sono una donna di 32 anni e sto con un uomo di 38 anni.
Stiamo insieme da 5 anni e conviviamo da 2.
Lui ha un matrimonio alle spalle e una figlia che vive in un’altra città.
Come coppia stiamo molto bene insieme, condividiamo tante passioni, ma sappiamo anche lasciarci lo spazio di condividere i nostri hobby individualmente.
Io ho un buon rapporto con la figlia, nonostante all’inizio della relazione abbia fatto fatica ad accettare il suo passato e ho provato gelosia per le attenzioni rivolte alla figlia.
Anche lui ha un bel rapporto con la bambina, è un padre molto presente e attento, mantiene un rapporto sereno con l’ex moglie; e anche io mi organizzo tranquillamente con la ex moglie, quando serve che dia una mano con la piccolina.
Apparentemente tutto perfetto, sennonché a Settembre del 2022 il mio compagno viene trasferito a Roma per lavoro e a settembre del 2023 la figlia con la sua mamma (sempre per lavoro) si trasferiscono a Napoli.
Cominciamo a vivere in aereo per vederci, per stare insieme il più possibile, ma lui inizia accusare lo stress della miriade di viaggi che fa, il fatto che deve organizzarsi con me e la figlia in città diverse e che spesso toglie spazio alla nostra coppia per dare priorità prima al lavoro e poi alla figlia che, appunto, vive con la madre.
Io ho imparato a stare da parte ad aspettare il mio momento o ad andargli incontro, compatibilmente con il mio lavoro.
Ovviamente nascono anche delle discussioni a causa di tutto questo, ma il problema principale è che lui a volte esprime questo senso di colpa chiaramente e io cerco subito di alleggerire, di spiegargli che io lo amo e riesco comunque ad andare avanti, di dargli la speranza che prima o poi tutto si sistemerà (con il suo trasferimento nella nostra città, intendo).
Altre volte semplicemente sparisce, mi lascia per messaggio, non torna a casa per più di un mese dicendo che insieme non stiamo bene e non risponde più nè alle chiamate nè ai messaggi.
Sono sempre io che lo vado a riprendere e lui, senza neanche parlarne, mi abbraccia e si comporta come se nulla fosse.
Inizio ad essere stanca.
Abbiamo anche provato la psicologia di coppia, ma lui ha mollato dopo poche sedute perché la psicologa credeva nella nostra coppia (ci diceva che stavamo bene insieme, che vedeva amore, protezione reciproca, si era anche parlato di matrimonio e figli) e lui ha letto questa cosa come mancanza di interesse nel cercare di aiutarci a risolvere i nostri problemi.
Quale può essere un approccio più definitivo per non ricadere continuamente in questa dinamica che non fa altro che appesantirci e renderci ancora più tristi?
Stiamo insieme da 5 anni e conviviamo da 2.
Lui ha un matrimonio alle spalle e una figlia che vive in un’altra città.
Come coppia stiamo molto bene insieme, condividiamo tante passioni, ma sappiamo anche lasciarci lo spazio di condividere i nostri hobby individualmente.
Io ho un buon rapporto con la figlia, nonostante all’inizio della relazione abbia fatto fatica ad accettare il suo passato e ho provato gelosia per le attenzioni rivolte alla figlia.
Anche lui ha un bel rapporto con la bambina, è un padre molto presente e attento, mantiene un rapporto sereno con l’ex moglie; e anche io mi organizzo tranquillamente con la ex moglie, quando serve che dia una mano con la piccolina.
Apparentemente tutto perfetto, sennonché a Settembre del 2022 il mio compagno viene trasferito a Roma per lavoro e a settembre del 2023 la figlia con la sua mamma (sempre per lavoro) si trasferiscono a Napoli.
Cominciamo a vivere in aereo per vederci, per stare insieme il più possibile, ma lui inizia accusare lo stress della miriade di viaggi che fa, il fatto che deve organizzarsi con me e la figlia in città diverse e che spesso toglie spazio alla nostra coppia per dare priorità prima al lavoro e poi alla figlia che, appunto, vive con la madre.
Io ho imparato a stare da parte ad aspettare il mio momento o ad andargli incontro, compatibilmente con il mio lavoro.
Ovviamente nascono anche delle discussioni a causa di tutto questo, ma il problema principale è che lui a volte esprime questo senso di colpa chiaramente e io cerco subito di alleggerire, di spiegargli che io lo amo e riesco comunque ad andare avanti, di dargli la speranza che prima o poi tutto si sistemerà (con il suo trasferimento nella nostra città, intendo).
Altre volte semplicemente sparisce, mi lascia per messaggio, non torna a casa per più di un mese dicendo che insieme non stiamo bene e non risponde più nè alle chiamate nè ai messaggi.
Sono sempre io che lo vado a riprendere e lui, senza neanche parlarne, mi abbraccia e si comporta come se nulla fosse.
Inizio ad essere stanca.
Abbiamo anche provato la psicologia di coppia, ma lui ha mollato dopo poche sedute perché la psicologa credeva nella nostra coppia (ci diceva che stavamo bene insieme, che vedeva amore, protezione reciproca, si era anche parlato di matrimonio e figli) e lui ha letto questa cosa come mancanza di interesse nel cercare di aiutarci a risolvere i nostri problemi.
Quale può essere un approccio più definitivo per non ricadere continuamente in questa dinamica che non fa altro che appesantirci e renderci ancora più tristi?
Gentile utente,
comprendo che lei si trova in un momento di dubbio doloroso, ma mi sembra che abbia adottato fin qui delle strategie poco opportune.
La terapia di coppia, per esempio, può essere un grande aiuto, ma ci vuole una grande volontà di capirsi, di provare ciò che il curante suggerisce e di discutere con lui/lei tutto quello che ci sembra lontano o inadatto alla nostra richiesta.
Lei scrive che "la psicologa credeva nella nostra coppia", ma se questo può dare ad uno dei partner l'impressione che il problema vero sia stato ignorato, è bene discuterne, tra i due partner e con il curante.
La terapia, e non solo quella di coppia, serve anche a questo: imparare a farsi capire e a capire. In questo senso un curante è come l'allenatore del tennista, o del pugile.
Nel caso del suo partner, il fatto che lui sia così pronto a rinunciare alla terapia e anche a lasciare lei, e che torni sui suoi passi solo se lei lo cerca, farebbe pensare che abbia bisogno di un periodo di solitudine per riflettere, e che lei, cercandolo ogni volta, non glielo conceda. Questo può determinare una situazione pericolosa.
Un punto oscuro della sua lettera è la vostra posizione geografica: il suo partner è a Roma, la figlia a Napoli... quindi perché ci parla di aerei? Tra Roma e Napoli c'è un'ora di treno.
Forse lei che ci scrive si è trasferita più lontano? Come mai?
Ci aiuti a capire. Noi siamo qui.
comprendo che lei si trova in un momento di dubbio doloroso, ma mi sembra che abbia adottato fin qui delle strategie poco opportune.
La terapia di coppia, per esempio, può essere un grande aiuto, ma ci vuole una grande volontà di capirsi, di provare ciò che il curante suggerisce e di discutere con lui/lei tutto quello che ci sembra lontano o inadatto alla nostra richiesta.
Lei scrive che "la psicologa credeva nella nostra coppia", ma se questo può dare ad uno dei partner l'impressione che il problema vero sia stato ignorato, è bene discuterne, tra i due partner e con il curante.
La terapia, e non solo quella di coppia, serve anche a questo: imparare a farsi capire e a capire. In questo senso un curante è come l'allenatore del tennista, o del pugile.
Nel caso del suo partner, il fatto che lui sia così pronto a rinunciare alla terapia e anche a lasciare lei, e che torni sui suoi passi solo se lei lo cerca, farebbe pensare che abbia bisogno di un periodo di solitudine per riflettere, e che lei, cercandolo ogni volta, non glielo conceda. Questo può determinare una situazione pericolosa.
Un punto oscuro della sua lettera è la vostra posizione geografica: il suo partner è a Roma, la figlia a Napoli... quindi perché ci parla di aerei? Tra Roma e Napoli c'è un'ora di treno.
Forse lei che ci scrive si è trasferita più lontano? Come mai?
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Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Buongiorno gentile dottoressa,
grazie per la tempestiva ed esaustiva risposta.
La nostra città di origine è Trapani ed io sono l’unica a non essermi mai spostata, se non ai tempi dell’università, anche perché il mio lavoro non me lo permette; lavoro nell’azienda di famiglia e oggi io e mio fratello siamo i titolari e gestiamo tutto. Il mio compagno e la sua ex invece sono militari, quindi sono molto soggetti agli spostamenti. Quindi seguirlo significherebbe perdere il mio lavoro, diventare mantenuta e dipendente da lui (e per me è inconcepibile), mettere mio fratello in difficoltà perché da solo non potrebbe farlo e rischierebbe di chiudere la nostra storica attività.
È vero che non gli ho concesso più di un mese lontano da me in questi suoi momenti, ma lo faccio perché ho paura che la distanza peggiori le cose, perché non mi piace l’idea di perder i pezzi di vita insieme, perché mi fa male rimanere sempre così tanto sola dentro casa nostra, perché già non abbiamo una quotidianità e così aumentiamo ancora di più la lontananza e le occasioni per vivere insieme.
grazie per la tempestiva ed esaustiva risposta.
La nostra città di origine è Trapani ed io sono l’unica a non essermi mai spostata, se non ai tempi dell’università, anche perché il mio lavoro non me lo permette; lavoro nell’azienda di famiglia e oggi io e mio fratello siamo i titolari e gestiamo tutto. Il mio compagno e la sua ex invece sono militari, quindi sono molto soggetti agli spostamenti. Quindi seguirlo significherebbe perdere il mio lavoro, diventare mantenuta e dipendente da lui (e per me è inconcepibile), mettere mio fratello in difficoltà perché da solo non potrebbe farlo e rischierebbe di chiudere la nostra storica attività.
È vero che non gli ho concesso più di un mese lontano da me in questi suoi momenti, ma lo faccio perché ho paura che la distanza peggiori le cose, perché non mi piace l’idea di perder i pezzi di vita insieme, perché mi fa male rimanere sempre così tanto sola dentro casa nostra, perché già non abbiamo una quotidianità e così aumentiamo ancora di più la lontananza e le occasioni per vivere insieme.
Gentile utente,
permangono le incongruenze che rendono difficile aiutarla. Vediamo quali.
-Il suo account indica una città diversa da Trapani; come mai?
-Dieci anni fa lei studiava Medicina; ora ci parla di un'azienda di famiglia.
-Scrive: "Stiamo insieme da 5 anni e conviviamo da 2", ma poco oltre scrive: "a Settembre del 2022 il mio compagno viene trasferito a Roma per lavoro". Dunque convivete per modo di dire, perché lui vive e lavora a Roma, e da due anni sceglie come meta Napoli piuttosto che Trapani.
-Nei momenti in cui il suo partner si mostra sfiduciato nel portare avanti a vostra relazione, lei gli dice che "prima o poi tutto si sistemerà (con il suo trasferimento nella nostra città, intendo)". E' un discorso credibile, data la professione di lui?
-Non sembra che lui la pensi come lei, infatti diverse volte "semplicemente sparisce, mi lascia per messaggio, non torna a casa per più di un mese dicendo che insieme non stiamo bene e non risponde più nè alle chiamate nè ai messaggi".
Gentile utente, se lei stima il suo uomo e non lo considera un burattino da manovrare a piacimento, come può ignorare questi chiari, espliciti segnali di distacco? Tanto più che vengono da un uomo che ha già visto fallire un matrimonio dal quale è nata una figlia.
Lei è giovane, legata alla sua città e all'azienda di famiglia. Non ha preso in considerazione l'idea che il suo partner abbia ragione, dicendo che tra voi ci sono molti motivi di incompatibilità?
Sembrerebbe che lei non ascolti i desideri di lui, ma solo i propri.
Infatti scrive: "È vero che non gli ho concesso più di un mese lontano da me in questi suoi momenti, ma lo faccio perché ho paura che la distanza peggiori le cose, perché non mi piace l’idea di perder i pezzi di vita insieme, perché mi fa male rimanere sempre così tanto sola dentro casa nostra, perché già non abbiamo una quotidianità e così aumentiamo ancora di più la lontananza e le occasioni per vivere insieme".
In pratica, se lo va a riprendere quando si sente troppo sola?
Vuol tenerlo al guinzaglio corto in base alle sue esigenze, ignorando quelle di lui?
Non vede il pericolo di tutto questo?
Ci rifletta. Auguri.
permangono le incongruenze che rendono difficile aiutarla. Vediamo quali.
-Il suo account indica una città diversa da Trapani; come mai?
-Dieci anni fa lei studiava Medicina; ora ci parla di un'azienda di famiglia.
-Scrive: "Stiamo insieme da 5 anni e conviviamo da 2", ma poco oltre scrive: "a Settembre del 2022 il mio compagno viene trasferito a Roma per lavoro". Dunque convivete per modo di dire, perché lui vive e lavora a Roma, e da due anni sceglie come meta Napoli piuttosto che Trapani.
-Nei momenti in cui il suo partner si mostra sfiduciato nel portare avanti a vostra relazione, lei gli dice che "prima o poi tutto si sistemerà (con il suo trasferimento nella nostra città, intendo)". E' un discorso credibile, data la professione di lui?
-Non sembra che lui la pensi come lei, infatti diverse volte "semplicemente sparisce, mi lascia per messaggio, non torna a casa per più di un mese dicendo che insieme non stiamo bene e non risponde più nè alle chiamate nè ai messaggi".
Gentile utente, se lei stima il suo uomo e non lo considera un burattino da manovrare a piacimento, come può ignorare questi chiari, espliciti segnali di distacco? Tanto più che vengono da un uomo che ha già visto fallire un matrimonio dal quale è nata una figlia.
Lei è giovane, legata alla sua città e all'azienda di famiglia. Non ha preso in considerazione l'idea che il suo partner abbia ragione, dicendo che tra voi ci sono molti motivi di incompatibilità?
Sembrerebbe che lei non ascolti i desideri di lui, ma solo i propri.
Infatti scrive: "È vero che non gli ho concesso più di un mese lontano da me in questi suoi momenti, ma lo faccio perché ho paura che la distanza peggiori le cose, perché non mi piace l’idea di perder i pezzi di vita insieme, perché mi fa male rimanere sempre così tanto sola dentro casa nostra, perché già non abbiamo una quotidianità e così aumentiamo ancora di più la lontananza e le occasioni per vivere insieme".
In pratica, se lo va a riprendere quando si sente troppo sola?
Vuol tenerlo al guinzaglio corto in base alle sue esigenze, ignorando quelle di lui?
Non vede il pericolo di tutto questo?
Ci rifletta. Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
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Utente
Grazie per il suo gentile e duro riscontro.
Chiarisco i vari punti, è difficile descrivere 5 anni di storia in poche righe e ho omesso delle info, reputandole superflue.
Come detto, ho lasciato Trapani ai tempi dell’università, perché studiavo medicina a Roma, ma è un percorso che non ho portato a termine.
Ho iniziato nel 2016 a lavorare nell’attività di famiglia a Trapani, nel 2019 ho conosciuto il mio compagno (che ai tempi lavorava a Trapani) e nel 2020 è iniziata la nostra storia.
Conviviamo da 2 anni, nel senso che da due anni abbiamo preso casa insieme, il suo lavoro gli permette di accumulare i turni e avere molti giorni di licenza, quindi più o meno da Settembre a Maggio lui riesce a stare 15 giorni a Trapani in riposo e nei 15 giorni di turno a Roma incontra la figlia o a Roma o a Napoli. Per le feste e i ponti ha le licenze che trascorriamo o a Trapani o in viaggio (a volte con la figlia, a volte da soli). Giugno, Luglio e Agosto è più semplice perché la figlia viene a Trapani dai nonni materni, addirittura a volte sta con me anche senza il papà, perché come dicevo abbiamo un bel rapporto; lui fa sempre gli stessi turni e il mese di Agosto va quasi completamente in ferie.
Quindi non direi che da due anni preferisce Napoli a Trapani, mi spiace che non lo abbia spiegato meglio prima. So che fa molti sacrifici per noi, per la nostra coppia e per questo cerco di andargli incontro il più possibile. Per quanto riguarda il suo trasferimento, è difficile, ma più che plausibile; non gli chiederei assolutamente nè di rinunciare alla sua carriera nè tanto meno di lasciare il lavoro.
Non penso di tenerlo al guinzaglio o di manovrarlo, anzi con pazienza aspetto il mio turno ; non sono io che lo costringo a tornare a Trapani, lui stesso dice che, indipendentemente da me, Trapani è la sua città e la sua carriera vuole portarla avanti qui. E non aspetto di sentirmi sola per cercarlo; semplicemente nei due episodi in cui si è allontanato da me per un mesetto, ho cercato di lasciargli lo spazio richiesto e io per prima ho ripreso in mano la situazione, ma non credo di avergli puntato un fucile o averlo riportato a casa con le catene. Poi chiaramente questo dovrebbe dircelo lui. Ma quello che è emerso nei due distacchi precedenti è che lui si sente in colpa nei miei confronti perché, tra lavoro e figlia, non dedica molto tempo alla coppia e che questo senso di colpa emerge quando mi sente in un momento di down a telefono e non è a casa con me.
Per quanto riguarda l’incompatibilità, ci rifletterò sicuramente, ma in realtà io trovo che siamo molto complementari negli interessi e nel modo di vivere, e anche molto rispettosi degli spazi reciproci (siamo entrambi molto sportivi e amanti dei viaggi; ci piace condividere varie esperienze ma ci piace anche viverne individualmente).
Spero che adesso abbia più elementi a disposizione per aiutarmi.
Chiarisco i vari punti, è difficile descrivere 5 anni di storia in poche righe e ho omesso delle info, reputandole superflue.
Come detto, ho lasciato Trapani ai tempi dell’università, perché studiavo medicina a Roma, ma è un percorso che non ho portato a termine.
Ho iniziato nel 2016 a lavorare nell’attività di famiglia a Trapani, nel 2019 ho conosciuto il mio compagno (che ai tempi lavorava a Trapani) e nel 2020 è iniziata la nostra storia.
Conviviamo da 2 anni, nel senso che da due anni abbiamo preso casa insieme, il suo lavoro gli permette di accumulare i turni e avere molti giorni di licenza, quindi più o meno da Settembre a Maggio lui riesce a stare 15 giorni a Trapani in riposo e nei 15 giorni di turno a Roma incontra la figlia o a Roma o a Napoli. Per le feste e i ponti ha le licenze che trascorriamo o a Trapani o in viaggio (a volte con la figlia, a volte da soli). Giugno, Luglio e Agosto è più semplice perché la figlia viene a Trapani dai nonni materni, addirittura a volte sta con me anche senza il papà, perché come dicevo abbiamo un bel rapporto; lui fa sempre gli stessi turni e il mese di Agosto va quasi completamente in ferie.
Quindi non direi che da due anni preferisce Napoli a Trapani, mi spiace che non lo abbia spiegato meglio prima. So che fa molti sacrifici per noi, per la nostra coppia e per questo cerco di andargli incontro il più possibile. Per quanto riguarda il suo trasferimento, è difficile, ma più che plausibile; non gli chiederei assolutamente nè di rinunciare alla sua carriera nè tanto meno di lasciare il lavoro.
Non penso di tenerlo al guinzaglio o di manovrarlo, anzi con pazienza aspetto il mio turno ; non sono io che lo costringo a tornare a Trapani, lui stesso dice che, indipendentemente da me, Trapani è la sua città e la sua carriera vuole portarla avanti qui. E non aspetto di sentirmi sola per cercarlo; semplicemente nei due episodi in cui si è allontanato da me per un mesetto, ho cercato di lasciargli lo spazio richiesto e io per prima ho ripreso in mano la situazione, ma non credo di avergli puntato un fucile o averlo riportato a casa con le catene. Poi chiaramente questo dovrebbe dircelo lui. Ma quello che è emerso nei due distacchi precedenti è che lui si sente in colpa nei miei confronti perché, tra lavoro e figlia, non dedica molto tempo alla coppia e che questo senso di colpa emerge quando mi sente in un momento di down a telefono e non è a casa con me.
Per quanto riguarda l’incompatibilità, ci rifletterò sicuramente, ma in realtà io trovo che siamo molto complementari negli interessi e nel modo di vivere, e anche molto rispettosi degli spazi reciproci (siamo entrambi molto sportivi e amanti dei viaggi; ci piace condividere varie esperienze ma ci piace anche viverne individualmente).
Spero che adesso abbia più elementi a disposizione per aiutarmi.
Utente
Ho tralasciato un punto.
Certo che ho percepito i suoi segni di distacco nei due episodi riportati prima e lo percepisco anche adesso; per questo sono qui a scrivere.
Solo che non capisco se è veramente il caso di chiudere una relazione che non può andare avanti per la distanza e per il fatto che il suo trasferimento, che sicuramente avverrà, ma non nell’immediato (solitamente un’assegnazione di ufficio ha una durata che va dai 3 ai 7 anni).
È solo questo senso di colpa e magari io posso fare qualcosa per aiutarlo? (Principale motivo per cui vi ho scritto)
Oppure il senso di colpa è una scusa per allontanarsi e quindi io non posso e non devo farci niente?
Perché per me la distanza non è un problema enorme, soprattutto con la prospettiva di ritorno nei prossimi anni; certo è che non sono io a viaggiare così tanto, quindi il sacrifico è più suo, ma come detto prima la sua città è Trapani indipendentemente da me, altrimenti non avremmo messo neanche su casa (non siamo così folli).
Però assolutamente, essendo questo il terzo distacco in tre anni, comincio a chiedermi se magari il problema non sia il senso di colpa, ma la verità è che non mi ama più o non è più certo del nostro futuro o vuole stare più vicino alla figlia e quindi vuole la libertà di spostarsi in base al lavoro della ex moglie o ha cambiato idea sul suo lavoro o tutte queste cose messe insieme. Non saprei. Scrivo appunto per questo, per aiutarmi a capire cosa fare questa volta. Lo lascio allontanarsi e basta? Aspetto solo che vanga a prendersi i suoi effetti personali e i suoi mobili, senza dirci alcuna parola, perché tanto ce ne siamo già detto abbastanza nei due episodi precedenti?
Certo che ho percepito i suoi segni di distacco nei due episodi riportati prima e lo percepisco anche adesso; per questo sono qui a scrivere.
Solo che non capisco se è veramente il caso di chiudere una relazione che non può andare avanti per la distanza e per il fatto che il suo trasferimento, che sicuramente avverrà, ma non nell’immediato (solitamente un’assegnazione di ufficio ha una durata che va dai 3 ai 7 anni).
È solo questo senso di colpa e magari io posso fare qualcosa per aiutarlo? (Principale motivo per cui vi ho scritto)
Oppure il senso di colpa è una scusa per allontanarsi e quindi io non posso e non devo farci niente?
Perché per me la distanza non è un problema enorme, soprattutto con la prospettiva di ritorno nei prossimi anni; certo è che non sono io a viaggiare così tanto, quindi il sacrifico è più suo, ma come detto prima la sua città è Trapani indipendentemente da me, altrimenti non avremmo messo neanche su casa (non siamo così folli).
Però assolutamente, essendo questo il terzo distacco in tre anni, comincio a chiedermi se magari il problema non sia il senso di colpa, ma la verità è che non mi ama più o non è più certo del nostro futuro o vuole stare più vicino alla figlia e quindi vuole la libertà di spostarsi in base al lavoro della ex moglie o ha cambiato idea sul suo lavoro o tutte queste cose messe insieme. Non saprei. Scrivo appunto per questo, per aiutarmi a capire cosa fare questa volta. Lo lascio allontanarsi e basta? Aspetto solo che vanga a prendersi i suoi effetti personali e i suoi mobili, senza dirci alcuna parola, perché tanto ce ne siamo già detto abbastanza nei due episodi precedenti?
Gentile utente,
adesso tutto è più chiaro.
Ho anche l'impressione che mettendo le cose per scritto, come spesso avviene, si siano chiarite anche a lei; non nel senso che abbia trovato la risposta ai suoi dubbi (per questo occorrerebbe sentire anche lui, almeno) ma nel senso che adesso avverte quali sono i nodi problematici.
Vediamoli a partire dal meno grave; l'incompatibilità. Forse non c'è, visto che scrive: "siamo molto complementari negli interessi e nel modo di vivere, e anche molto rispettosi degli spazi reciproci (siamo entrambi molto sportivi e amanti dei viaggi; ci piace condividere varie esperienze ma ci piace anche viverne individualmente)".
Forse, se vi foste incontrati prima... prima del suo matrimonio... prima della paternità... prima della scelta del lavoro di entrambi...
Dico questo perché non poche volte capita che due persone molto idonee a vivere insieme si incontrino nel momento sbagliato, e viceversa si mettano insieme due persone inidonee, perché s'incontrano quando tutte e due hanno bisogno di trovare o ritrovare il nido protettivo della relazione di coppia.
Il vero problema sembra essere il senso di colpa di lui, che già più volte ha causato un distacco. Lei giustamente si chiede se è sincera preoccupazione per di lei, o una scusa. Io aggiungo; e se dipendesse dal fatto che vivendo lontano non è riuscito ad esserle fedele, o non intenda più esserlo?
Molte persone, uomini soprattutto, trovano gravoso rinunciare alla sessualità. Gli emigranti di un tempo non erano sempre fedeli, ma all'epoca era scontato e non si rompeva un matrimonio per questo; oggi sì.
E se incontrandosi con l'ex moglie fuori dalle solite dinamiche familiari si fossero riscoperti?
Infine, se le cose che lei cita come tratti di compatibilità, per lui fossero cose superficiali e ininfluenti?
Sono rimasta colpita dal fatto che lui si sia sentito non compreso dalla terapeuta di coppia, la quale avrebbe ignorato i VERI problemi.
Provi adesso a cercare di farglieli esternare, con dolcezza. Non è facile, da sola.
Auguri. Se crede, ci tenga al corrente.
adesso tutto è più chiaro.
Ho anche l'impressione che mettendo le cose per scritto, come spesso avviene, si siano chiarite anche a lei; non nel senso che abbia trovato la risposta ai suoi dubbi (per questo occorrerebbe sentire anche lui, almeno) ma nel senso che adesso avverte quali sono i nodi problematici.
Vediamoli a partire dal meno grave; l'incompatibilità. Forse non c'è, visto che scrive: "siamo molto complementari negli interessi e nel modo di vivere, e anche molto rispettosi degli spazi reciproci (siamo entrambi molto sportivi e amanti dei viaggi; ci piace condividere varie esperienze ma ci piace anche viverne individualmente)".
Forse, se vi foste incontrati prima... prima del suo matrimonio... prima della paternità... prima della scelta del lavoro di entrambi...
Dico questo perché non poche volte capita che due persone molto idonee a vivere insieme si incontrino nel momento sbagliato, e viceversa si mettano insieme due persone inidonee, perché s'incontrano quando tutte e due hanno bisogno di trovare o ritrovare il nido protettivo della relazione di coppia.
Il vero problema sembra essere il senso di colpa di lui, che già più volte ha causato un distacco. Lei giustamente si chiede se è sincera preoccupazione per di lei, o una scusa. Io aggiungo; e se dipendesse dal fatto che vivendo lontano non è riuscito ad esserle fedele, o non intenda più esserlo?
Molte persone, uomini soprattutto, trovano gravoso rinunciare alla sessualità. Gli emigranti di un tempo non erano sempre fedeli, ma all'epoca era scontato e non si rompeva un matrimonio per questo; oggi sì.
E se incontrandosi con l'ex moglie fuori dalle solite dinamiche familiari si fossero riscoperti?
Infine, se le cose che lei cita come tratti di compatibilità, per lui fossero cose superficiali e ininfluenti?
Sono rimasta colpita dal fatto che lui si sia sentito non compreso dalla terapeuta di coppia, la quale avrebbe ignorato i VERI problemi.
Provi adesso a cercare di farglieli esternare, con dolcezza. Non è facile, da sola.
Auguri. Se crede, ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza
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Utente
Gentile dottoressa,
ci tengo a ringraziarla di cuore, perché la sento vicina, come se stessimo parlando de visu.
Be', ho imparato nella vita a non dire più nooo, impossibile che abbia un’altra ; diciamo che la fiducia reciproca non è mai stato un problema tra noi. Il suo matrimonio è finito a causa di più tradimenti da parte di lei, documentati da detective privato, tanto che il mio compagno ha ottenuto l’annullamento del matrimonio; e inoltre l’ultimo amante di lei oggi è diventato marito; tra le altre cose la bambina praticamente è cresciuta dai nonni materni (i quali vivono a Roma in inverno per dare una mano ai figli e a Trapani in estate), quindi per andarla a prendere/lasciare sia io che lui vediamo e sentiamo più i nonni che la mamma.
Però sicuramente è uno spunto interessante quello sulla sessualità, cosa che non avevo valutato.
Lui dopo 4/5 sedute non ha più voluto incontrare la terapista, perché lei ha giustamente scavato un po’ nei nostri passati e, non appena è venuto fuori che lui a 17 anni ha perso il papà, ha fatto diverse domande a riguardo; lui non ama parlare del papà, morto a causa di un incidente stradale e così ha deciso che la terapista non si dedica a noi, ma parla di cose che non c’entrano niente .
Grazie per gli interessanti spunti forniti, se le fa piacere, le faccio conoscere i risvolti, qualora dovessero sussistere.
Grazie mille.
ci tengo a ringraziarla di cuore, perché la sento vicina, come se stessimo parlando de visu.
Be', ho imparato nella vita a non dire più nooo, impossibile che abbia un’altra ; diciamo che la fiducia reciproca non è mai stato un problema tra noi. Il suo matrimonio è finito a causa di più tradimenti da parte di lei, documentati da detective privato, tanto che il mio compagno ha ottenuto l’annullamento del matrimonio; e inoltre l’ultimo amante di lei oggi è diventato marito; tra le altre cose la bambina praticamente è cresciuta dai nonni materni (i quali vivono a Roma in inverno per dare una mano ai figli e a Trapani in estate), quindi per andarla a prendere/lasciare sia io che lui vediamo e sentiamo più i nonni che la mamma.
Però sicuramente è uno spunto interessante quello sulla sessualità, cosa che non avevo valutato.
Lui dopo 4/5 sedute non ha più voluto incontrare la terapista, perché lei ha giustamente scavato un po’ nei nostri passati e, non appena è venuto fuori che lui a 17 anni ha perso il papà, ha fatto diverse domande a riguardo; lui non ama parlare del papà, morto a causa di un incidente stradale e così ha deciso che la terapista non si dedica a noi, ma parla di cose che non c’entrano niente .
Grazie per gli interessanti spunti forniti, se le fa piacere, le faccio conoscere i risvolti, qualora dovessero sussistere.
Grazie mille.
Grazie per il suo apprezzamento e per gli ulteriori spunti: la terapia interrotta perché la curante, dopo aver toccato un tasto che si è rivelato dolente, non si è arrestata; il suo partner che ha sentito riaprirsi una ferita che proietta lunghe ombre sul presente...
Quando ho letto che mi sente vicina ho riflettuto sul fatto che davvero gli inconsci sono telepatici: sono occasionalmente in Sicilia, a non molti chilometri da lei.
Sarò lieta se vorrà aggiornarmi.
Ancora auguri.
Quando ho letto che mi sente vicina ho riflettuto sul fatto che davvero gli inconsci sono telepatici: sono occasionalmente in Sicilia, a non molti chilometri da lei.
Sarò lieta se vorrà aggiornarmi.
Ancora auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
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Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 830 visite dal 14/09/2025.
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