Separazione
Buongiorno, ho 41 anni e col mio compagno, col quale sto da 16 anni e hi anche una figlia, non riesco più a trovare un punto di incontro.
Lui ha un grosso disagio per il quale non riesce a fare un salto di maturità rispetto alla famiglia di origine, che è la causa di ogni discussione.
I genitori lo manipolano psicologicamente e lo ricattano economicamente, così che lui resti ancorato alle loro dinamiche familiari.
Non lo trattano da adulto, da padre di famiglia, non gli riconoscono un ruolo.
Lui a volte sembra emanciparsi, ma poi non ha la forza di dare un taglio drastico ad alcuni meccanismi malati, ora, ad esempio, dobbiamo fare dei lavori in casa e lui si è affidato a suo padre, che è architetto, mentre io avrei preferito cercarne uno "esterno", ma non c'è stato modo.
Io non frequento la sua famiglia da anni, perchè la loro negatività si riversava anche su di me ed io, che ho sempre fatto psicoterapia, anche per i disagi che mi hanno causato loro, ho detto al mio compagno che non voglio rientrare nel vortice, ma preferisco stare fuori da tutto, per preservare me stessa.
Lui mi ha dato dell'orfanella, in maniera anche sprezzante e denigratoria...io sono molto amareggiata e delusa, perchè sono figlia di separati che non hanno mai fatto squadra per il mio bene, quindi sì, emotivamente sono molto sola.
Questa cosa mi fa pensare che in fondo lui non mi ami più e io non posso subire queste cose.
Lui propone la terapia di coppia, ma io sinceramente penso che dovrebbe affrontare da solo il percorso, io ho già dato...grazie per l'attenzione
Lui ha un grosso disagio per il quale non riesce a fare un salto di maturità rispetto alla famiglia di origine, che è la causa di ogni discussione.
I genitori lo manipolano psicologicamente e lo ricattano economicamente, così che lui resti ancorato alle loro dinamiche familiari.
Non lo trattano da adulto, da padre di famiglia, non gli riconoscono un ruolo.
Lui a volte sembra emanciparsi, ma poi non ha la forza di dare un taglio drastico ad alcuni meccanismi malati, ora, ad esempio, dobbiamo fare dei lavori in casa e lui si è affidato a suo padre, che è architetto, mentre io avrei preferito cercarne uno "esterno", ma non c'è stato modo.
Io non frequento la sua famiglia da anni, perchè la loro negatività si riversava anche su di me ed io, che ho sempre fatto psicoterapia, anche per i disagi che mi hanno causato loro, ho detto al mio compagno che non voglio rientrare nel vortice, ma preferisco stare fuori da tutto, per preservare me stessa.
Lui mi ha dato dell'orfanella, in maniera anche sprezzante e denigratoria...io sono molto amareggiata e delusa, perchè sono figlia di separati che non hanno mai fatto squadra per il mio bene, quindi sì, emotivamente sono molto sola.
Questa cosa mi fa pensare che in fondo lui non mi ami più e io non posso subire queste cose.
Lui propone la terapia di coppia, ma io sinceramente penso che dovrebbe affrontare da solo il percorso, io ho già dato...grazie per l'attenzione
Gentile signora,
avverto la sua sofferenza e la sua amarezza, tuttavia rifiutare la terapia di coppia significa:
- rinunciare al ramoscello d'ulivo che le offre il suo compagno
- rinunciare ad una riapertura del dialogo tra voi in forma rinnovata e molto più produttiva
- negare a sé, al partner, alla figlia una serenità nuova, qualunque decisione emerga dalla terapia
- infine mettersi decisamente dalla parte del torto in caso di separazione; il rifiuto della terapia di coppia infatti è un atto unilaterale di chiusura di ogni dialogo.
Rimango in attesa di suo riscontro e le auguro la maggiore serenità possibile.
avverto la sua sofferenza e la sua amarezza, tuttavia rifiutare la terapia di coppia significa:
- rinunciare al ramoscello d'ulivo che le offre il suo compagno
- rinunciare ad una riapertura del dialogo tra voi in forma rinnovata e molto più produttiva
- negare a sé, al partner, alla figlia una serenità nuova, qualunque decisione emerga dalla terapia
- infine mettersi decisamente dalla parte del torto in caso di separazione; il rifiuto della terapia di coppia infatti è un atto unilaterale di chiusura di ogni dialogo.
Rimango in attesa di suo riscontro e le auguro la maggiore serenità possibile.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Salve dottoressa e grazie per la sua risposta.
In questo momento rifiuto la terapia di coppia,perchè già qualche anno fa l'avevo proposta al mio compagno,ma lui ha sempre detto che fosse una perdita di tempo.
Io ho continuato con quella individuale anche perchè spesso parlavo di lui e dei suoi problemi familiari,che purtroppo si riflettono anche e pesantemente sul nostro ménage familiare.
E la cosa peggiore,in tutto questo,è l'atteggiamento ambiguoe presuntuoso che lui ha nei miei confronti : giorni fa,per l'ennesima volta,ho scoperto che segue altre donne su instagram,non amiche comuni,ma persone che si mettono in mostra,diciamo,e lui difendeva questa sua scelta.
Qualche mese fa si era proposto di regalarmi qualche mese di palestra,che dovrei frequentare per questioni di salute,ma poi ha ritrattato,dicendo che è inutile che io chieda informazioni per le tariffe,tanto non ho soldi (in questo momento sto frequentando un corso di formazione).
Pretende,che con i pochi soldi che ho sul conto,io debba contribuire alle spese,quando lui guadagna il quadruplo.a volte non vengo trattata come una compagna,ma come una coinquilina.
Mi rinfaccia che i suoi abbiano fatto più dei miei in ambito economico,e via discorrendo.
Con quali argomenti lui potrebbe presentarsi in una seduta e pensare di essere nel giusto? Perché quello è il suo scopo.
La ringrazio.
In questo momento rifiuto la terapia di coppia,perchè già qualche anno fa l'avevo proposta al mio compagno,ma lui ha sempre detto che fosse una perdita di tempo.
Io ho continuato con quella individuale anche perchè spesso parlavo di lui e dei suoi problemi familiari,che purtroppo si riflettono anche e pesantemente sul nostro ménage familiare.
E la cosa peggiore,in tutto questo,è l'atteggiamento ambiguoe presuntuoso che lui ha nei miei confronti : giorni fa,per l'ennesima volta,ho scoperto che segue altre donne su instagram,non amiche comuni,ma persone che si mettono in mostra,diciamo,e lui difendeva questa sua scelta.
Qualche mese fa si era proposto di regalarmi qualche mese di palestra,che dovrei frequentare per questioni di salute,ma poi ha ritrattato,dicendo che è inutile che io chieda informazioni per le tariffe,tanto non ho soldi (in questo momento sto frequentando un corso di formazione).
Pretende,che con i pochi soldi che ho sul conto,io debba contribuire alle spese,quando lui guadagna il quadruplo.a volte non vengo trattata come una compagna,ma come una coinquilina.
Mi rinfaccia che i suoi abbiano fatto più dei miei in ambito economico,e via discorrendo.
Con quali argomenti lui potrebbe presentarsi in una seduta e pensare di essere nel giusto? Perché quello è il suo scopo.
La ringrazio.
Gentile utente,
nella sua terapia individuale può certamente individuare gli strumenti per resistere alle offese di suo marito, e mi stupisce che scriva a noi su questo argomento, certo doloroso, ma immagino già affrontato con il/la curante.
Piuttosto ci tengo a rispondere alla sua frase finale, per chiarire gli equivoci sulla terapia di coppia, anche a vantaggio di altri utenti.
Lei scrive: "Con quali argomenti lui potrebbe presentarsi in una seduta e pensare di essere nel giusto? Perché quello è il suo scopo".
Cara signora, lei confonde la terapia di coppia con la sentenza di separazione emessa da un tribunale, la quale è preceduta da accuse reciproche tra i due coniugi in vista di richieste di risarcimento.
Nulla di simile avviene in terapia di coppia, che ha lo scopo di riaprire la comunicazione interrotta tra i partner e di aiutarli a ricostruire la storia della loro relazione in termini corretti, e non con l'amarezza e le falsificazioni determinate dalla crisi.
Chi rifiuta la terapia di coppia in genere lo fa perché non vuole mettersi in discussione (il coniuge che vuole mantenere in piedi una relazione adulterina, per esempio) o perché non vuole nessuna riconciliazione, preferendo la separazione o peggio la convivenza in un perenne rancore vendicativo.
Se lei desidera salvare il suo matrimonio accetti la terapia, e la accetti anche se vuole interromperlo, e sente di non voler mentire.
D'altra parte può scegliere lei il professionista.
Buone cose.
nella sua terapia individuale può certamente individuare gli strumenti per resistere alle offese di suo marito, e mi stupisce che scriva a noi su questo argomento, certo doloroso, ma immagino già affrontato con il/la curante.
Piuttosto ci tengo a rispondere alla sua frase finale, per chiarire gli equivoci sulla terapia di coppia, anche a vantaggio di altri utenti.
Lei scrive: "Con quali argomenti lui potrebbe presentarsi in una seduta e pensare di essere nel giusto? Perché quello è il suo scopo".
Cara signora, lei confonde la terapia di coppia con la sentenza di separazione emessa da un tribunale, la quale è preceduta da accuse reciproche tra i due coniugi in vista di richieste di risarcimento.
Nulla di simile avviene in terapia di coppia, che ha lo scopo di riaprire la comunicazione interrotta tra i partner e di aiutarli a ricostruire la storia della loro relazione in termini corretti, e non con l'amarezza e le falsificazioni determinate dalla crisi.
Chi rifiuta la terapia di coppia in genere lo fa perché non vuole mettersi in discussione (il coniuge che vuole mantenere in piedi una relazione adulterina, per esempio) o perché non vuole nessuna riconciliazione, preferendo la separazione o peggio la convivenza in un perenne rancore vendicativo.
Se lei desidera salvare il suo matrimonio accetti la terapia, e la accetti anche se vuole interromperlo, e sente di non voler mentire.
D'altra parte può scegliere lei il professionista.
Buone cose.
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 467 visite dal 16/09/2025.
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