Figlio chiuso in sé: cosa fare?
Dopo mesi di continue scuse, giustificazioni, bugie... ho sequestrato il computer... esausta nel vederlo annullarsi ho provato più volte a parlargli per avere una sua spiegazione, per capire i suoi obiettivi ma per risposta sempre scuse ora dice che andrà dallo psicologo ma prima rivuole il computer... solo scuse purtroppo... sono separata, il padre non è stato un buon esempio (ha sempre comprato il suo affetto, tant è che proprio lui ha regalato il super computer) è impegnato a fare la vittima del figlio... da sempre autoritario e incapace di comunicare in modo sano... tant è che il nostro rapporto e finito per assenza di dialogo... vorrei tanto un consiglio per aiutare mio figlio... per me fa i capricci... non vuole mangiare (sta vivendo di cibo spazzatura, finche ne trova, latte... ) sta chiuso in camera sua al buio... finche non riavra il computer.
Non so cosa fare... se avere fiducia e pazienza, cercare di instaurare un dialogo costruttivo con mio figlio, di ragionare con lui neutralizzando le infinite scuse e tentativi di farmi sentire in colpa... premetto che con lui ho ammesso di aver sbagliato, di essermi assentata come madre (stavo morendo dentro, non avevo neanche voglia di guardarmi allo specchio, logorata dai silenzi punitivi e musi del mio ex... fino a quando la voglia di vivere e ricominciare da capo hanno preso il sopravvento) gli ho chiesto scusa e detto che ora sto bene, che ci sono e cisarò sempre, che lo ascolto ma lui non parla... solo scuse, giustificazioni
Non so che strada prendere
Grazie
Non so cosa fare... se avere fiducia e pazienza, cercare di instaurare un dialogo costruttivo con mio figlio, di ragionare con lui neutralizzando le infinite scuse e tentativi di farmi sentire in colpa... premetto che con lui ho ammesso di aver sbagliato, di essermi assentata come madre (stavo morendo dentro, non avevo neanche voglia di guardarmi allo specchio, logorata dai silenzi punitivi e musi del mio ex... fino a quando la voglia di vivere e ricominciare da capo hanno preso il sopravvento) gli ho chiesto scusa e detto che ora sto bene, che ci sono e cisarò sempre, che lo ascolto ma lui non parla... solo scuse, giustificazioni
Non so che strada prendere
Grazie
Gentile Utente,
non indica l’età di suo figlio, ma da ciò che racconta sembra trovarsi in una fase in cui la ribellione, la chiusura e il ritiro rappresentano una forma di comunicazione del suo disagio. Dopo una separazione, soprattutto quando il clima familiare è stato segnato da silenzi, autorità e assenza di dialogo, è frequente che un ragazzo esprima la propria rabbia o confusione non con le parole, ma con i comportamenti.
Forse, più che chiedersi come convincerlo a parlare, può essere utile domandarsi cosa sta cercando di dire attraverso il suo silenzio e la sua opposizione.
Cosa rappresenta per lui quel computer? Un rifugio, un modo per mantenere controllo, o forse l’unico spazio in cui non si sente vulnerabile?
E per lei, invece, cosa significa toglierglielo? Un limite necessario o anche un tentativo di ripristinare un contatto che si è interrotto?
È possibile che, dietro le sue "scuse" e la chiusura, ci sia una richiesta di ascolto che ancora non riesce a esprimere. E che, allo stesso tempo, lei stia cercando di ritrovare un equilibrio tra la fermezza necessaria e il desiderio di non farsi trascinare nel senso di colpa o nella paura di sbagliare.
In queste situazioni, dove il confine tra amore, regole e bisogno di controllo diventa sottile, può essere molto utile avere uno spazio di confronto e mediazione. Un percorso con uno psicologo che si occupi di adolescenza può aiutare suo figlio a riconoscere e gestire le proprie emozioni, ma anche offrirle un sostegno per affrontare insieme i temi della comunicazione, del limite e del contatto affettivo.
Concludendo, forse la domanda più importante ora non è come farlo cambiare, ma come potete, insieme, trovare un modo diverso di incontrarvi, dove ciascuno possa sentirsi ascoltato senza dover lottare per esserlo.
E, a volte, il primo passo verso questo incontro è proprio concedersi l’aiuto di uno spazio professionale in cui ritrovare parole, fiducia e respiro.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
non indica l’età di suo figlio, ma da ciò che racconta sembra trovarsi in una fase in cui la ribellione, la chiusura e il ritiro rappresentano una forma di comunicazione del suo disagio. Dopo una separazione, soprattutto quando il clima familiare è stato segnato da silenzi, autorità e assenza di dialogo, è frequente che un ragazzo esprima la propria rabbia o confusione non con le parole, ma con i comportamenti.
Forse, più che chiedersi come convincerlo a parlare, può essere utile domandarsi cosa sta cercando di dire attraverso il suo silenzio e la sua opposizione.
Cosa rappresenta per lui quel computer? Un rifugio, un modo per mantenere controllo, o forse l’unico spazio in cui non si sente vulnerabile?
E per lei, invece, cosa significa toglierglielo? Un limite necessario o anche un tentativo di ripristinare un contatto che si è interrotto?
È possibile che, dietro le sue "scuse" e la chiusura, ci sia una richiesta di ascolto che ancora non riesce a esprimere. E che, allo stesso tempo, lei stia cercando di ritrovare un equilibrio tra la fermezza necessaria e il desiderio di non farsi trascinare nel senso di colpa o nella paura di sbagliare.
In queste situazioni, dove il confine tra amore, regole e bisogno di controllo diventa sottile, può essere molto utile avere uno spazio di confronto e mediazione. Un percorso con uno psicologo che si occupi di adolescenza può aiutare suo figlio a riconoscere e gestire le proprie emozioni, ma anche offrirle un sostegno per affrontare insieme i temi della comunicazione, del limite e del contatto affettivo.
Concludendo, forse la domanda più importante ora non è come farlo cambiare, ma come potete, insieme, trovare un modo diverso di incontrarvi, dove ciascuno possa sentirsi ascoltato senza dover lottare per esserlo.
E, a volte, il primo passo verso questo incontro è proprio concedersi l’aiuto di uno spazio professionale in cui ritrovare parole, fiducia e respiro.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
👍🏻La Dr.ssa Potenza concorda con la risposta.
Utente
Buonasera, grazie per l' ascolto!
Mio figlio ha 18anni, cresciuto con un padre autoritario(fate come dico ma non come faccio) ripetendo frasi tipo " non mi aiuti a fare i lavoretti,da grande non saprai fare nulla" "da quante merendine mangi ti stanno venendo le" tette" (non è mai stato in sovrappeso, anzi,dopo la nascita del fratello ha sofferto di gelosia e rifiutava quasi il mangiare..)
E con una mamma che l' ha sempre protetto facendo da scudo per tutto e penso,a volte, togliendogli la parola rispondendo per lui..
Il computer?!? Gli è stato regalato dal padre per comprarsi l affetto del figlio (a giugno la decisione di separarci con il relativo percorso obbligato...nel mentre mio figlio mi ha richiesto il computer,ho tamponato spiegando che prima dell' inizio scolastico avremmo provveduto ma che ora dovevo risolvere la separazione e cercare casa per noi... quando ho firmato per avere il mutuo il mio ex , preso dal rancore e desiderio di vendetta nei miei confronti ha fatto il regalone al figlio...) siamo a fine ottobre, ricevuto il computer mio figlio si è "ritirato in camera"..a gennaio ci ha confidato di voler ripetere l' anno per troppe lacune.. nonostante non avesse affatto insufficienze gravi l' ho assecondato dando colpa al periodo... finalmente trasferiti le cose non sono cambiate,era sempre più chiuso, attaccato al computer...ok per lui era come stare al bar con gli amici...in realtà era chiuso in camera sua,al buio (solo luce dello schermo e dei led colorati) non usciva... posso capire che per lui fosse.. sicurezza,che non poteva succedere nulla, sentirsi forte, un' altra persona....poi,dopo tante lamentele da parte mia,ha iniziato a uscire (orari folli,tornava tipo le 4 di mattina) ha mollato la scuola!
Sono rimasta in ascolto, volevo capire le sue scuse e trovare il mio equilibrio per affrontarlo ..il tempo è volato(un anno intero),nel mentre ho raccolto tutte le sue scuse e con calma l' ho affrontato cercando spiegazioni ma lui non riesce a rispondere,si arrampica sugli specchi e nonostante glielo facessi notare lui sviava... così gli ho fatto portare via il computer dal padre.
Dopo qualche giorno ho ripreso il discorso con mio figlio rimarcando che non mi ha dimostrato maturità nel gestire il computer,gli chiesto aiuto,di farmi capire il suo malessere ma lui non parla fino a quando non lo riavrà... Cedere a questo ricatto non mi sembra coerente per cui non mollo...dopo 2 settimane, forse,sta elaborando...sta tornando a mangiare a tavola con noi(io e il fratello) cosa che prima,per rabbia,non faceva,aspettava che andassimo a dormire..a volte penso che la tempesta sia ,non dico passata ma sulla buona strada) sto cercando di fargli capire che ci sono,pronta ad ascoltarlo,non ho cambiato le abitudini (lo chiamo quando la cena è pronta,gli riassetto la camera,gli dò la buonanotte ecc..) sempre con calma e serenità..non sono arrabbiata,nella voce c' è calma e spero tanto che lui trovi il coraggio di aprirsi...non vuole parlare con uno psicologo, almeno non ora...rimane lì a fare i "capricci" anche se la sua voce non ringhia più...
Vorrei che capisse quanto è importante avere cura di se stessi,di avere obbiettivi,di scalare il futuro imparando a conoscersi ...ogni giorno cerco un aggancio,uno appiglio per aprire un dialogo e se non lo trovo rimango lì,in casa,nel silenzio più sereno possibile e in attesa
PS prima delle ferie faceva le guide perché voleva iscriversi per la patente,si trovava col padre che prima facevano i lavoretti per guadagnare i soldi per andare in ferie con gli amici e poi imparava a guidare...fatte le ferie (a suo dire,si è divertito) è tornato a casa con uno sfogo pazzesco di dermatite atopica (ce l' ha dalla nascita) e di nuovo con la tonsillite...e da lì era ripiombato davanti allo schermo...cosa sarà successo???
Grazieeee per l' attenzione
Mio figlio ha 18anni, cresciuto con un padre autoritario(fate come dico ma non come faccio) ripetendo frasi tipo " non mi aiuti a fare i lavoretti,da grande non saprai fare nulla" "da quante merendine mangi ti stanno venendo le" tette" (non è mai stato in sovrappeso, anzi,dopo la nascita del fratello ha sofferto di gelosia e rifiutava quasi il mangiare..)
E con una mamma che l' ha sempre protetto facendo da scudo per tutto e penso,a volte, togliendogli la parola rispondendo per lui..
Il computer?!? Gli è stato regalato dal padre per comprarsi l affetto del figlio (a giugno la decisione di separarci con il relativo percorso obbligato...nel mentre mio figlio mi ha richiesto il computer,ho tamponato spiegando che prima dell' inizio scolastico avremmo provveduto ma che ora dovevo risolvere la separazione e cercare casa per noi... quando ho firmato per avere il mutuo il mio ex , preso dal rancore e desiderio di vendetta nei miei confronti ha fatto il regalone al figlio...) siamo a fine ottobre, ricevuto il computer mio figlio si è "ritirato in camera"..a gennaio ci ha confidato di voler ripetere l' anno per troppe lacune.. nonostante non avesse affatto insufficienze gravi l' ho assecondato dando colpa al periodo... finalmente trasferiti le cose non sono cambiate,era sempre più chiuso, attaccato al computer...ok per lui era come stare al bar con gli amici...in realtà era chiuso in camera sua,al buio (solo luce dello schermo e dei led colorati) non usciva... posso capire che per lui fosse.. sicurezza,che non poteva succedere nulla, sentirsi forte, un' altra persona....poi,dopo tante lamentele da parte mia,ha iniziato a uscire (orari folli,tornava tipo le 4 di mattina) ha mollato la scuola!
Sono rimasta in ascolto, volevo capire le sue scuse e trovare il mio equilibrio per affrontarlo ..il tempo è volato(un anno intero),nel mentre ho raccolto tutte le sue scuse e con calma l' ho affrontato cercando spiegazioni ma lui non riesce a rispondere,si arrampica sugli specchi e nonostante glielo facessi notare lui sviava... così gli ho fatto portare via il computer dal padre.
Dopo qualche giorno ho ripreso il discorso con mio figlio rimarcando che non mi ha dimostrato maturità nel gestire il computer,gli chiesto aiuto,di farmi capire il suo malessere ma lui non parla fino a quando non lo riavrà... Cedere a questo ricatto non mi sembra coerente per cui non mollo...dopo 2 settimane, forse,sta elaborando...sta tornando a mangiare a tavola con noi(io e il fratello) cosa che prima,per rabbia,non faceva,aspettava che andassimo a dormire..a volte penso che la tempesta sia ,non dico passata ma sulla buona strada) sto cercando di fargli capire che ci sono,pronta ad ascoltarlo,non ho cambiato le abitudini (lo chiamo quando la cena è pronta,gli riassetto la camera,gli dò la buonanotte ecc..) sempre con calma e serenità..non sono arrabbiata,nella voce c' è calma e spero tanto che lui trovi il coraggio di aprirsi...non vuole parlare con uno psicologo, almeno non ora...rimane lì a fare i "capricci" anche se la sua voce non ringhia più...
Vorrei che capisse quanto è importante avere cura di se stessi,di avere obbiettivi,di scalare il futuro imparando a conoscersi ...ogni giorno cerco un aggancio,uno appiglio per aprire un dialogo e se non lo trovo rimango lì,in casa,nel silenzio più sereno possibile e in attesa
PS prima delle ferie faceva le guide perché voleva iscriversi per la patente,si trovava col padre che prima facevano i lavoretti per guadagnare i soldi per andare in ferie con gli amici e poi imparava a guidare...fatte le ferie (a suo dire,si è divertito) è tornato a casa con uno sfogo pazzesco di dermatite atopica (ce l' ha dalla nascita) e di nuovo con la tonsillite...e da lì era ripiombato davanti allo schermo...cosa sarà successo???
Grazieeee per l' attenzione
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 426 visite dal 06/10/2025.
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