Errore nella terapia?

salve, sono un ragazzo di 20 anni che è in terapia con una psicologa da quasi 2 mesi, tengo a precisare che fortunatamente per il momento l'ansia è molto meno debilitante ma è ancora presente e l'ansia anticipatoria mi causa del disagio
con la mia psicologa abbiamo chiarito vari punti, il mio problema nasce dopo un attacco a luglio dove poi mi sono sentito male per i mesi successivi
la causa di tutto questo secondo la mia psicologa è la lunga sedentarietà da me trascorsa, non lavoro e non vado a scuola da quando avevo 16 anni e quindi mi ha detto che si è creato in me una forte insicurezza e senso di sfiducia

Il suo consiglio terapeutico era di iniziare a lavorare e farmi una routine da seguire, io invece ho deciso di riprendere gli studi, al che lei era d'accordo.


arrivo al problema, questi giorni mi si sta ripresentando quella sensazione di "pigrizia" che avevo prima, non ho voglia di andare a scuola perchè andarci mi causa del disagio

stavo pensando di introdurre attività fisica e ginnastica a casa per passare le giornate
però questo ignorerebbe il consiglio terapeutico della psicologa

la domanda che voglio porre a voi è
sto sbagliando?

sto trovando scappatoie ma adesso diciamo che conoscendo meglio la mia causa di ansia posso capire come combatterla, e credo che integrando attività fisica e ginnastica possano aumentare la mia autostima a lungo termine

come medicinali prendo xanax 10 gocce mattina e sera, ma avvolte salto una dose perchè non ne sento il bisogno
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
non si comprende il titolo della sua richiesta: "Errore nella terapia?"
Vediamo quello che scrive. Da due mesi ha iniziato un percorso psicologico e ha già avuto un'indicazione dalla sua curante sulla causa del suo disagio: "non lavoro e non vado a scuola da quando avevo 16 anni e quindi mi ha detto che si è creato in me una forte insicurezza e senso di sfiducia".
Le è stata di conseguenza prospettata l'acquisizione di una routine quotidiana tramite un'attività che le dia il senso dell'autoefficacia.
La curante ha proposto il lavoro, lei ha proposto la ripresa degli studi, meta più ambiziosa, e la curante l'ha accolta.
Come ci si poteva aspettare, lei sta ora provando "quella sensazione di "pigrizia" che avevo prima, non ho voglia di andare a scuola perchè andarci mi causa del disagio".
E' naturale che sia così: non avrebbe lasciato la scuola a sedici anni se a suo tempo l'avesse frequentata con facilità e allegria!
Adesso che la curante le ha proposto l'acquisizione di una routine, necessaria per tutti gli esseri viventi che "funzionano", le ha giustamente lasciato scegliere con quale attività cominciare, in modo che lei possa capire:
1) cosa si oppone dentro di lei ad una vita realizzata e piacevole, tanto più che lei stesso ha scelto l'attività in cui impegnarsi;
2) quali metodi le conviene adottare per contrastare le sue contro-spinte all'autorealizzazione;
3) quale soddisfazione può ricavare nel tempo dal realizzare giorno per giorno i suoi obiettivi, anziché adagiarsi in un'inerzia che le lavora contro.
Ma ora lei scrive: "stavo pensando di introdurre attività fisica e ginnastica a casa per passare le giornate".
Benissimo, se questo non annulla l'altro obiettivo che si è posto, il riprendere la scuola.
Aggiunge: "però questo ignorerebbe il consiglio terapeutico della psicologa".
Alt! Non prenda in giro sé stesso. Faccia ginnastica, se vuole, ma vada anche a scuola. Ne parli in ogni caso con la sua psicologa, la quale potrebbe essere d'accordo con le due attività (scuola e ginnastica), ma non con un'attività solitaria -la ginnastica da solo a casa- che la metterebbe di nuovo a rischio di non concludere niente.
Quanto al fatto che continua a prendere una benzodiazepina (lo xanax), faccia valutare da uno psichiatra la migliore soluzione farmacologica per lei, come già le hanno suggerito i nostri psichiatri di Medicitalia.
Se continua a non prendere in considerazione i consigli su questa pagina, e nemmeno quelli dei suoi curanti, c'è da temere che non voglia davvero superare i suoi disturbi. Allora scrivere qui le serve solo come "sfogo" per attenuare l'ansia, mentre le permette di tenerla ben viva e pronta a risorgere. Veda lei se questo le conviene.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
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La ringrazio per la risposta dottoressa, riguardo alle benzodiazepine mi è stato consigliato di continuare cosi, siccome il dosaggio è basso.
riguardo la ginnastica e l'attività a casa si escluderebbe la scuola poichè la mia scuola è serale e volevo farla di pomeriggio al posto di quella
le ringrazio per la comprensione riguardo la difficoltá:
come lei dice "è normale che la pigrizi ritorni" è una rassicurazione perchè mi buttava un po giu il pensiero
riguardo il "non voler superare il disturbo" con tutta onestà vi dico che in piccola parte questa percentuale è vera, nel senso che vorrei non provare piu disagio psicologico e ansia, ma tornare allo stile di vita di prima non mi dispiacerebbe.
Anche mia madre mi dice avvolte "è come se volessi guarire ma poi fai dei passi indietro" a cui non gli do torto.

purtroppo questa situazione è un po' difficile per me, anche la mia psicologa mi ha rassicurato dicendomi "so che non è facile, ma devi darti da fare."

ovviamente il desiderio di stare bene esiste
ma c'è anche quel fattore "non voglio lavorare/studiare"
comprendo che è una situazione particolare, ma sto facendo quello che posso per superare questo periodo
parlavo di errore perchè l'idea era lasciare scuola per fare ginnastica (a casa, quindi non uscendo)
premetto che ho degli amici e un ottima capacità comunicativa sociale, esco nei weekend quasi sempre, però a lungo andare non era abbastanza
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