Capodanno da solo: solitudine, lutto e ricerca di conforto.

Gentili dottori,

questo Capodanno purtroppo sarò solo.
Negli anni passati riuscivo ad organizzarmi con amici o parenti, ma stavolta mi sono ritrovato da solo.
Provo un senso di impotenza di fronte a questa prospettiva, e ho paura che la giornata non finisca più.
Perché una sensazione che ho spesso è che il tempo sia lento, inesorabilmente lento.
Vorrei che fosse già domani.
Che questa solitudine non pesasse così tanto.
La casa è fredda, tetra, e ho tanti pensieri.
Non sono state delle feste appaganti.
Le solite cose, la solita noia.
Il Natale, a mio parere, è una festa dove si dovrebbe amare il prossimo, donare qualcosa di buono all'altro.
Invece è diventata una oscena ostentazione di opulenza.
Contano solo i soldi, i regali costosi e l'apparenza.
Mi disgusta tutto.
Nessuno crede più a niente.
Si pensa solo alla superficie, all'apparenza.

Vorrei sparire, vorrei non essere qui, in questa realtà.
Vorrei essere altrove.
Questo periodo delle feste non mi porta a piacevoli ricordi.
Il 3 gennaio ricorreranno i dieci anni dalla morte di mio nonno materno.
I miei disturbi iniziarono lì, in quel lutto che non accettavo: sentivo delle fitte, non respiravo.
Andavo in ospedale ma fisicamente, a livello organico, non avevo nulla.
Era tutto nella mia testa.
Ma nessuno mi capiva, nessuno prendeva sul serio il mio disagio.
Ero solo.
Come sono stato solo nei momenti più cupi della vita.
Sempre solo.
Solo la Fede in Dio mi sostiene, mi dà forza.
Eppure sono sempre fragile, in balia della sofferenza.
Scrivo sempre alla psicologa, che mi sostiene, mi supporta.
Grazie al cielo dopo l'Epifania riprenderò le sedute.

Spero che possiate darmi una parola, un consiglio per stare meglio.

Un cordiale saluto.
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19.2k 610
Gentile utente,

la solitudine durante le feste di fine anno è esperienza piuttosto diffusa: tutti sembrano felici e la percezione di non esserlo le rende ancora più difficili:
- solitudine intesa come isolamento sociale,
- come condizione esistenziale.

Una parte di questa sua esperienza di solitudine potrebbe essere amplificata dal disturbo di cui Lei soffre e per il quale è attualmente in cura farmacologica e psicologica, come ci diceva in un precedente consulto.
A proposito di consulti, ci ha scritto molto spesso in questo ulltimo mese, quando presumibilmente le sedute con la psicologa erano in corso; quasi che l'esperienza con la sua psicoterapeuta non le bastasse. Come mai? Ci ha pensato?

Lei ci chiede ".. una parola, un consiglio per stare meglio"., eppure sa che nessuna "buona parola", nessun saggio consiglio può risolvere con un clic la situazione, se non per pochi minuti.
E dunque unicamente qualche indicazioni operativa.
Può immaginare la durata del tempo in cui, chini sulla tastiera, ci siamo dedicati a Lei scrivendo questa risposta e riflettendo sulla sua situazione,
può provare a contrastare l'idealizzazione del natale: "Il Natale è una festa dove si dovrebbe amare il prossimo, donare qualcosa di buono all'altro"; l'idealizzazione rende più cocente lo scarto con la realtà,
può fare ricorso alla Sua fede in Dio, considerato che "Solo la Fede in Dio mi sostiene, mi dà forza", magari uscendo fisicamente di casa e partecipando fisicamente ad un rito,
può elaborare, forse per l'ennesima volta, il lutto per la morte del nonno Suo punto di riferimento,
...

Come vede sono tutte indicazioni che implicano una sua parte attiva:
mentale, comportamentale, ...
e dunque un caldo "buon lavoro".

Le auguro buoni giorni.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/


👍🏻Il Dr. Capretto concorda con la risposta.

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