Il desiderio, provo piacere durante il rapporto

Salve, vorrei esporre un problema che ho sempre ignorato e cercato di evitare a me stessa: l'anorgasmia.

Ho 24 anni e faccio sesso da quando ne avevo 15.
Non ho mai avuto problemi a rapportarmi con il sesso opposto, anzi, proprio il contrario...

Sostanzialmente: ho la spinta sessuale e il desiderio, provo piacere durante il rapporto e tutto quanto, ma non riesco a provare orgasmi ( a parte durante i preliminari ).

La prima volta l'ho fatto con un ragazzo con cui ho avuto una relazione di 3 anni, c'era quindi un sentimento ( per quanto si possa definire " amore " a quell'età ), fisicamente non mi attraeva granchè ma non mi è mai interessato più di tanto quell'aspetto. Il problema è che prima di farlo con lui avevo aspettative grandiose relative al sesso, mi aspettavo chissà che cosa ( spesso guardavo film porno ) e ho vissuto la prima volta con uno spirito in cui appunto mi aspettavo una cosa assurda, invece: INDIFFERENZA TOTALE ( un leggero piacere ), risultato: delusione. Inoltre sono una persona ossessiva ( sto anche facendo una terapia cognitivo-comportamentale ) e piuttosto incline al fenomeno dell'imprinting. E da lì ho avuto la fissa che non avrei mai provato un orgasmo durante il rapporto.

Dopo quella relazione ho avuto diversi partner occasionali e la cosa che più mi dava spinta sessuale era proprio il cambiare partner. Poi ho incontrato un ragazzo con cui ho iniziato una relazione bellissima ( tuttora stiamo insieme, da quasi 5 anni ) e c'è un sentimento molto forte, fisicamente mi ha sempre attratta ma... ancora niente orgasmi.

Quale può essere il problema ? non penso sia fisico perchè non ho nulla e poi con l'autoerotismo e i preliminari questo problema non l'ho mai avuto. Inoltr preciso che pratico autoerotismo da quando ero molto piccola ( 6/7 anni ) e che non ho mai vissuto il sesso come un tabù.

mi sembra di lasciarmi andare ( se no non proverei niente, nemmeno con i preliminari ) abbastanza. L'unica cosa che mi viene da pensare è il mio carattere ossessivo.

Non so se può essere utile ma.. verso i 7/8 anni fino ai 9 ho avuto una vera e propria crisi di identità di genere ( con traverstimento e angoscia enorme perchè volevo cambiare sesso ). Però sono eterosessuale e non ho nemmeno un briciolo di omosessualità, anzi, ho prorio un ripudio verso il corpo femminile.


Questo problema comincia a darmi fastidio, sono 9 anni !!!!!!!!!!! non ne posso più ! ho un rapporto bellissimo con il mio fidanzato e vorrei viverlo al top.

Mie ipotesi sono: 1- il mio ipercontrollo su tutto ( ma nn capisco, durante il sesso non ho questa cosa del controllo, magari inconsciamente... ); 2 - vecchie crisi di identità di genere che in qualche modo hanno disturbato il mio rapporto con il sesso, anzi, forse con la mia sessualità-femminilità; 3 - non saprei.

Vi ringrazio in anticipo.

[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)non penso sia fisico perchè non ho nulla e poi con l'autoerotismo e i preliminari questo problema non l'ho mai avuto.(..)

gentile reagazza da quello che dice farebbe sospettare una mancanza di intesa sessuale con i partner, se nelle occasioni che presenta non ha problemi allora il suo compito è quello di addestrare il suo partner nel seguire i suoi ritmi. Sa da un lato la sessualità è una cosa spontanea dall'altro essa si impara e si insegna poichè non tutti hanno gli stessi ritmi ed ognuno ha una fisiologia che deve insegnare al partner. Deve seguire il suo partner, deve addestrarlo a fargli capire "come funziona" il suo corpo.
La sessualità può anche essere insegnata.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, credo che il suo problema sia proprio l'ossessività. Il formarsi aspettative grandiose che vengono regolarmente deluse, ridotta sensibilità al piacere e ciò che lei chiama - impropriamente - "imprinting" sono caratteristiche tipiche di questo disturbo.

Ad esempio nell'anoressia, che ha molto a che vedere con l'ossessività, la persona si attacca al suo comportamento disfunzionale perché non riesce a metterne in atto di alternativi. Anche la sessualità e il provare piacere sono pur sempre comportamenti.

Legga ad esempio questo breve articolo:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=144

Dovrebbe parlarne con il suo terapeuta e fare il punto sugli obiettivi di cambiamento che vi siete dati.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Grazie a entrambi per le vostre risposte !


" gentile reagazza da quello che dice farebbe sospettare una mancanza di intesa sessuale con i partner "

Sì, in passato l'ho pensato ( con il primo ), solo che poi anche il secondo, il terzo, il quarto... etc... mi sembrava un po' strano... Ho sempre sospettato di essere io il problema, dal momento che la prima esperienza mi lascia sempre un po' così se mi delude. Purtroppo ( o per fortuna ! ) i partner ( tranne uno ) erano ok.. :/

" Gentile ragazza, credo che il suo problema sia proprio l'ossessività. Il formarsi aspettative grandiose che vengono regolarmente deluse, ridotta sensibilità al piacere e ciò che lei chiama - impropriamente - "imprinting" sono caratteristiche tipiche di questo disturbo. "

Forse è probabile che sia questo. Ma la ridotta sensibilità al piacere ( che comunque è una cosa anche fisiologica ) a cosa è dovuta ? Insomma, anche quando non penso a niente, quando sono iper-euforica e non ho pensieri per la testa il piacere è sempre lo stesso. Però, preciso, che il piacere c'è, manca un pezzo fondamentale ( quello finale !!!!! ) ...

Grazie ancora.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Può essere dovuta a diversi fattori. Se dal punto di vista fisico non ha nulla, cosa che potrebbe verificare con una semplice visita ginecologica, si tratta di cause psicologiche, ma per evidenziarle sono necessari colloqui di persona.

Ecco perché le raccomandavo di parlarne con il suo terapeuta.

In linea generale la mancanza di piacere è dovuta a rigidità, ipercontrollo e conseguente difficoltà a lasciarsi andare.

Ad esempio la quasi totalità delle pazienti anoressiche non prova piacere, né sessuale né di altro tipo. La differenza è che nel caso dell'anoressia l'anedonia (mancanza di piacere) è cercata asceticamente, mentre nell'ossessivo ipercontrollante no. È, per così dire, un effetto collaterale del suo modo di essere.

L'ipercontrollo può manifestare i suoi effetti quando è nell'intimità con un'altra persona, anche se a lei *sembra* di lasciarsi andare.

Deve risolvere il suo problema attraverso l'aiuto specialistico. Se con il suo psicoterapeuta attuale non riesce a venire a capo del problema, può sempre cambiarlo.

Cordiali saluti
[#5]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)manca un pezzo fondamentale ( quello finale !!!!! ) ...

appunto, deve insegnare al suo partner i suoi ritmi e a provare nuove strategie.

saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
" In linea generale la mancanza di piacere è dovuta a rigidità, ipercontrollo e conseguente difficoltà a lasciarsi andare. "

Io mi lascio andare, il problema è che a volte ( molto raramente, credo sia più un pensiero inconscio ) penso " l'orgasmo non dipende da me, è una cosa che o avviene o non avviene, sulla quale non posso avere il controllo, dunque, non potendo intervenire andrà male ". Che è un po' il mio modo di fare... ovvero non lascio fare niente agli altri, penso che le cose possano andare bene solo se dipendono dal mio controllo altrimenti andranno sicuramente male ( come se fossi un po' " votata alla sfortuna " ), ho un pessimismo radicato. il problema è : se per 9 anni ho agito così siamo sicuri che si possa cambiare ???

" È, per così dire, un effetto collaterale del suo modo di essere. "

Ecco, appunto..

L'ipercontrollo può manifestare i suoi effetti quando è nell'intimità con un'altra persona, anche se a lei *sembra* di lasciarsi andare. "

Esatto, a me sembra di lasciarmi andare, solo che credo di avere quello spirito, anche se la maggior parte delle volte inconsapevolmente, di cui ho parlato sopra ( cioè se non dipende da me allora va male ).


" Deve risolvere il suo problema attraverso l'aiuto specialistico. Se con il suo psicoterapeuta attuale non riesce a venire a capo del problema, può sempre cambiarlo."

Non ne ho ancora parlato, perchè è una cosa che solo in questi giorni ho voluto riprendere. Non lo ammettevo a me stessa perchè " non è come dovrei essere ", quindi, diciamo, ho sempre preferito negarla a me stessa e non pensarci. ( un po' una rassegnazione ) .



" appunto, deve insegnare al suo partner i suoi ritmi e a provare nuove strategie. "

Le abbiamo provate le strategie... ma... niente... è un problema solo mio "

Quindi c'è possibilità di cambiare questa situazione ? Non devo rassegnarmi a vita e coltivarmi un'aggressività interiore da far esplodere poi in chissà quale modo ? ( esagero.. )

Grazie di nuovo !
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Cambiare è senz'altro possibile. Molto dipende da quanto è motivata lei, ma poi si tratta di affidarsi allo specialista adatto. Può leggere questa pagina:
http://www.giuseppesantonocito.it/risultati.htm

per farsi un'idea dei risultati che è possibile ottenere con un tipo di terapia breve e focalizzata come quella strategica. Anche la terapia comportamentale che sta seguendo dovrebbe essere adatta, ma è molto più importante trovare il terapeuta giusto, che l'approccio giusto.

Cordiali saluti
[#8]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)ovvero non lascio fare niente agli altri, penso che le cose possano andare bene solo se dipendono dal mio controllo altrimenti andranno sicuramente male (..)

(..)Le abbiamo provate le strategie... ma... niente... è un problema solo mio "(..)

gentile ragazza è proprio questa la modalità di pensiero disfunzionale che le apre le porte del problema. Fin quando non correggerà questo modo di approcciarsi il sintomo si ripresenterà inesorabilmente!
E questa modalità mette anche il partner nelle condizioni di non poterla aiutare (ed ecco che si trasforma in un problema di coppia) anche se parte da lei.
Un terapeuta comportamentale interverrà sicuramente sulla coppia. Sempre che lei non senta il bisogno di confrontarsi con le sue paure, aspettative e quindi seguire un approccio di tipo psicodinaminco, ma il processo sarebbe molto lungo .
saluti
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