Anoressia

Buon giorno, ho già scritto parecchie volte, purtroppo sono arrivata al limite, ormai sono 44 kg, 171, lo sport stà prendendo il sopravvento corro corro corro, ho fatto degli esami al cuore e hanno riscontrato qualcosa che primo non avevo, ed ora hanno paura di un infarto, putroppo non riesco a non correreper me e' un modo di bruciare, mi hanno proposto anzi mi hanno detto che l'unica soluzione e' il ricovero in una struttura che cura questi distrurbi, in cosa consiste??
Quanto tempo dovrò stare li'.
Grazie
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Buongiorno,
a Roma ci sono molte cliniche specializzate in disturbi del comportamento alimentare.
Solitamente la cura è volta al recupero del peso corporeo (o ad una stabilizzazione dello stesso) attraverso un percorso sia di tipo alimentare sia di tipo psicoterapeutico.
Ora ci sono come anticipavo molte clinche specializzate in questo disturbo e ognuna adotta un aproccio teorico e pratico diverso.
Il mio consiglio è di cominciare uno studio sul territorio contattando vari enti specialistici partendo proprio dalla struttura ospedaliera di riferimento, al cui interno troverà medici che La sapranno indirizzare.
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile ragazza,
i centri specializzati per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare normalmente prevedono l'utilizzo di trattamenti interdisciplicari, ovvero la collaborazione di più figure professionali (internista, psichiatra, psicoterapeuta ecc.) che lavorano con la stessa persona per un obiettivo condiviso. Non tutti i centri hanno la possibilità del ricovero, alcuni lavorano anche in day-hospital. Ovviamente il tipo di percorso più indicato deve essere deciso solo dopo un'attenta diagnosi e valutazione della situazione. Cosa che deve essere necessariamente fatta di persona. Allo stesso modo se viene ritenuto indispensabile il ricovero, verrà valutato il tempo che dovrà rimanere ricoverata.
Negli ultimi mesi lei si è rivolta molto spesso a noi, ma credo sia importante che lei si confronti anche e soprattutto con le persone che la stanno già seguendo. Se le hanno prospettato la possibilità di un ricovero dovrebbe confrontarsi con loro rispetto alle sue possibili preoccupazioni o resistenze nonchè ai suoi dubbi ripetto ai tempi e ipotesi di trattamento.
In bocca al lupo.

Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it

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dopo
Utente
Utente
GRAZIE TANTE, MA HO MILLE DUBBI, HO PAURA DI ANDARE LI' E IMPAZZIRE, POI I TEMPI DI ATTESA SONO LUNGHI DAI 2 AI 3 MESI MI HANNO PROPOSTO CHIARIMONTE, ANCHE PERCHE' SE DECIDESSI VORREI ANDARE + LONTANO POSSIBILE DA TUTTO E DA TUTTI, CERTO IN 2 MESI DI ATTESA PUO' SUCCEDERE DI TUTTO ANCHE CHE CI RIPENSI ANCHE PERCHE' NELLA MIA TESTA CONTINUO A DIRE CHE NON SONO MALATA, IL CHE E' ANCORA + GRAVE.

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Dr.ssa Maria Cristina Bivona Psicologo, Psicoterapeuta 81 3
Gent.le utente
le auguro davverò di provare a prendersi cura di lei e del suo corpo.
Entrare in una struttura le può dare l'impressione di dover fare i conti con ciò che oggi la fa soffrire tanto da sfiorare la pazzia e questo la fa desistere dal prendere una deciosne in merito.
Mi sento però di dirle di provare a fidarsi di se stessa e di professionisti che possono aiutarla a continuare a correre non solo per bruciare ma anche per il "piacere di correre".
Anche il fatto di informarsi tramite noi di queste strutture è un passo per ponderare ogni aspetto di questa decisione e il tempo che ha a disposizione le può servire per valutare bene.
Ci tenga aggiornati.

Dott.ssa Maria Cristina Bivona
Psicoterapeuta e Sessuologa
Roma- Tivoli 347 0550866
www.psicologotivoli.com

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dopo
Utente
Utente
GRAZIE TANTE.
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Dr.ssa Cecilia Sighinolfi Psicologo, Psicoterapeuta 480 24
Gentile ragazza,
posso comprendere le sue proccupazioni e mi rendo conto di quanto possa essere difficile aspettare il tempo che richiederà questa strada, soprattutto visto che "NELLA MIA TESTA CONTINUO A DIRE CHE NON SONO MALATA". Quella che sta affrontando è una sorta di battaglia tra il suo "sentire" di non essere malata e la consapevolezza di esserlo e di aver bisogno di aiuto. Questa consapevolezza è evidenziata anche dalle richieste che ha postato qui. Lei si rende conto di aver bisogno di aiuto ma quello che sembrerebbe trasparire dalle sue richieste è una mancanza di fiducia verso le persone che la stanno seguendo e che stanno cercando di fare il possibile per aiutarla. Se così fosse credo sarebbe necessario un confronto con queste persone, per far capire i dubbi che lei nutre e che in questo momento rappresentano un ostacolo per la riuscita del trattamento.
Si conceda il "lusso" di poter essere aiutata.
Un saluto
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