Crisi emotiva, ansia, depressione e xeristar

Gentili Dottori (che mi vorranno rispondere),
sono in una situazione di crisi emotiva, mi sento molto confusa e scoraggiata. A tal punto da perdere un pò la fiducia nel mio medico di base e nello psicoterapeuta che mi sta seguendo.
Sono più o meno 4 anni che ho problemi di depressione e ansia. Tutto è iniziato con un persistente senso di nausea e vertigini che non mi lasciava condurre una vita tranquilla perchè avevo sempre paura di sentirmi male. Il dottore dopo aver escluso dei problemi "biologici" ha concluso che si trattasse di disturbi psicosomatici legati all'ansia e allo stress. Ho cominciato a prendere Xeristar(60) e per un bel periodo sono stata bene, diciamo un annetto, poi sono iniziati gli alti e bassi. Per un paio di volte abbiamo diminuito la dose per smettere ma si ripresentavano gli stessi disturbi e soprattutto un disagio psicologico(crisi di pianto, sonno disturbato)e abbiamo ricominciato la cura.

A 4 anni di distanza mi guardo indietro e mi rendo conto che, nonostante ci siano stati periodi più tranquilli,non c'è stato un solo giorno in cui non ho dovuto fare i conti con la nausea, la paura di star male (soprattutto fuori casa)e l'umore sotto le scarpe. Ho avuto l'impressione di aver sempre curato i sintomi ma di non aver risolto il problema di fondo che mi porta all'ansia, alla depressione e al malessere fisico.Quindi due mesi fa mi sono rivolta ad uno psicoterapeuta.
Credevo di essere sulla buona strada ma...è durata poco. Ho sospeso a mio rischio e pericolo lo xeristar nonostante il mio medico mi avesse detto di continuare a prenderlo, anche come supporto per la psicoterapia.Sono convinta (forse a torto)che si tratti di un palliativo..che non posso continuare a prendere pasticche a vita... che appena smetto di prenderlo starò male di nuovo.

Conclusione: ci siamo lasciati con il mio ragazzo dopo 3 anni, sto chiusa in casa da una settimana con nausea fortissima, vertigini e diarrea e non ho più voglia nè forza di reagire e di sforzarmi. Sforzarmi di fare cosa poi? Tanto rimpiombo sempre nello stesso stato di sconforto e malessere fisico.Scusate la confusione ma capite il mio stato psicologico del momento. Spero che mi possiate inicare una via d'uscita perchè io non ne vedo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, forse sarebbe necessaria una diagnosi specialistica psichiatrica, oltre a quella datale dal medico di base. Se si trattasse di ansia e depressione, e se dopo anni di terapia ha ancora il problema, forse è necessaria una rivalutazione del suo caso. Che tipo di psicoterapia ha fatto, da quanto tempo, frequenza delle sedute ecc.?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.Santonocito.
Sono in terapia solo da due mesi, per qst 4 anni ho solo preso xeristar. La terapia non so sinceramente di che tipo sia, credo cognitiva e sono andata 1 volta a settimana per ora.
Qualche giorno fa il mio medico mi ha visitato e mi ha detto che tutti questi malesseri fisici sono dati dall'astinenza da xeristar. Lì per lì mi sono tranquillizzata ma poi sono scivolata sempre più giù.
Ero riuscita a raggiungere un certo stato di serenità poi da quando ho tolto xeristar sono crollata fisicamente e psicologicamente: nausea, vertigini, "sensazione del sangue che pulsa alle orecchie", crisi di pianto, sonno disturbato, disperazione. E' come se vivessi in un incubo, le cose della mia vita quotidiana mi appaiono distorte, come in un incubo appunto. Non mi interessa tutto quello che mi succede intorno. Vorrei sparire dalla faccia della terra. Tutti mi dicono di reagire e di uscire di casa..è quello che ho fatto fino ad ora ma ora non ce la faccio +.
Ho cominciato questo percorso per scoprire cos'è che mi dava noia, che mi faceva stare male fisicamente e psicologicamente e che le pasticche hanno probabilmente sedato ma non cancellato.Ma adesso non vedo più il senso di tutta questa cosa, non si riesce a capire quale sia il problema e io hon ho più speranze.
Perfavore fatemi intravedere un pò di luce.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Purtropo non è da qui che potrà ottenere l'illuminazione, perché le cure vanno ricevute di persona. Però le ribadisco che secondo me dovrebbe farsi vedere da uno specialista psichiatra, e chiarire bene il punto di vista farmacologico.

Per quanto riguarda la psicoterapia, 2 mesi potrebbero essere un po' pochini per poterle dire se già dovrebbe aver visto risultati. Le terapie cognitive sono adatte per ansia e depressione, ma molto dipende da come si sta trovando con il suo terapeuta.

A occhio e croce mi sembra che lei stia facendo questa psicoterapia un po' "alla cieca", cioè senza sapere bene la direzione in cui state andando, né cosa aspettarsi. Se vuole, posso suggerirle alcuni articoli online per informarsi meglio.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
In effetti sento che sto andando alla cieca, mi trovo bene con il terapeuta ma ho spesso l'impressione che sia poco "pratico", cioè quando sto male che devo fare? Lui dice che questa parte del lavoro la devo fare da sola. Se vuole indicarmi degli articoli mi farebbe piacere leggerli.

Quindi lei consiglia un consulto psichiatrico? Medico di famiglia e psicoterapeuta non bastano da soli? Dal consulto il dott. sa inquadrare subito quali sono i miei problemi?

Mi sta venendo il dubbio che forse qst supporto farmacologico(xeristar)mi serviva ancora per un pò e l'ho tolto in un momento troppo delicato.Adesso i sintomi fisici che ho mi impediscono di lottare e di fare il mio percorso per stare meglio.

Poi, un'ultima cosa: tutti mi dicono di sforzarmi, di uscire di casa... e io continuo a ripetere che non ce la faccio fisicamente: ho le vertigini, la nausea e vari altri disturbi. Che devo fare...hanno ragione loro? Io non ce faccio.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> cioè quando sto male che devo fare? Lui dice che questa parte del lavoro la devo fare da sola.
>>>

Nell'ansia, le cure più efficaci e veloci sono di solito quelle che danno prescrizioni comportamentali precise su cosa fare o non fare. Il suo terapeuta può darsi che segua un approccio diverso. Se la terapia per l'ansia è appropriata, si possono vedere risultati anche dopo pochissime sedute, ma bisognerebbe sapere i termini del suo caso, per potersi pronunciare.

Il consulto specialistico psichiatrico è opportuno per capire bene se la cura con Xeristar che ha fatto era adeguata, se è stato corretto interromperla, e con quali modalità. Lo psichiatra potrà valutare l'appropriatezza della cura, ed eventualmente sostituirla con altre. Di solito gli psichiatri non tolgono la cura appena il paziente sta meglio, perché togliendola troppo presto i sintomi possono ritornare.

>>> Poi, un'ultima cosa: tutti mi dicono di sforzarmi, di uscire di casa... e io continuo a ripetere che non ce la faccio fisicamente: ho le vertigini, la nausea e vari altri disturbi. Che devo fare...hanno ragione loro? Io non ce faccio.
>>>

Se la sua è una vera e propria patologia, come sembra, deve lasciar stare i "consigli" dell'amico, del parente ecc. e seguire solo le indicazioni degli specialisti, dopo i consulti opportuni.

Questi sono gli articoli che le dicevo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Grazie per le indicazioni. Ho letto sul suo sito personale del Centro di terapia strategica breve e da quello che ho letto l'approccio al "problema" mi piace molto,a chi posso rivolgermi se volessi iniziare un percorso di questo tipo?

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se è di Arezzo, può rivolgersi direttamente al Centro, lo trova facilmente con una ricerca su Google. Se desidera riferimenti di altri professionisti nella sua zona, può contattarmi privatamente.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Qual'è la figura professionale più adatta all'occasione? psichiatra, neuropsichiatra, neurologo?? Da notare che vorrei farcela da sola senza aiuti farmacologici.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Lo psichiatra, come le dicevo, è consigliabile per chiarire bene la questione dello Xeristar, credo che almeno un consulto dovrebbe farlo.

Per la parte psicologica, la figura professionale è quella dello psicologo psicoterapeuta.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Oggi è una cattiva giornata, in più sono 14 giorni che non vedo lo psicoterapeuta per vari motivi.Quando sarà possibile girerò questi dubbi al mio dottore, ma intanto potete darmi un pò di speranza?
Mi chiedo se è normale una certa reticenza nei dottori che mi seguono a parlare di "depressione", io ho bisogno di capire che cosa ho e che si può curare...mi sembra di impazzire, la mente si impunta sempre nei soliti pensieri e non trova via d'uscita.
Ho paura che non si capisca che cosa ho e che sia destinata a stare così per sempre...ho paura di non uscirne e di non riuscire mai più ad essere felice, o almeno normale...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> ma intanto potete darmi un pò di speranza?
>>>

Purtroppo no. Per due motivi: prima di tutto perché senza conoscerla sarebbe difficile. E inoltre perché nel caso dell'ansia il bisogno di rassicurazione equivale a una droga: si crede d'averne bisogno per mettere l'ansia a tacere, e non ci si rende conto che così facendo si aggrava l'ansia ancora di più. Se vuole posso spiegarle perché.

Quello di cui ha bisogno, davvero, è essere seguita da uno specialista in grado d'aiutarla. Ma di persona.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Si, mi spieghi il fatto dell'ansia e della rassicurazione che sarebbe una droga.
Capisco cmq i limiti che un consulto online può avere.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Le rassicurazioni sul momento la fanno sentire meglio, e perciò le danno l'illusione di essere utili. Ma a lungo andare, più rassicurazioni riceve, più sta confermando a se stessa di non poterne fare a meno: quindi, ogni volta che chiede rassicurazioni è come se stesse dicendo a se stessa: "Ho un problema, e devo ricevere la mia 'dose' quotidiana per metterlo a tacere".

Ma proprio come le droghe, non solo non risolvono il problema, ma instaurano una dipendenza, perché sono piacevoli. Quindi, più rassicurazioni chiede e riceve, più sta aggravando il suo problema.

Cordiali saluti
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