Danni celebrali

Salve sono un consumatore di marijuana. Prima d iniziare a fumare bevevo spesso alcool e fumavo un pacchetto da 10 di sigarette al giorno. Consultando un mio medico personale mi sono confessato con lui di questa cosa. Mi ha, con mia grande sorpresa, incoraggia ad assumere marijuana per smettere sia di fumare che di bere (non sono dipendente dall' alcool, ma esageravo spesso con le dosi). Mi ha fatto comprare un vaporizzatore in modo da assumerla come se fosse aerosol per evitare i danni dal fumo. A distanza di circa 5 mesi ho completamente smesso di fumare e anche di bere. Però mi sorgono dei dubbi. è vero che mi sento stranamente benissimo, mangio bene dormo bene le cose mi sembrano più interessanti e molto altro. Ma volevo sapere se a lungo andare potesse crearmi qualche sorta di danno permanente al cervello. Il mio medico ha escluso questa ipotesi sostenendo che la marijuana stimola e viene usata negli stati moderni (non ancora in Italia) per favorire la crescita di cellule celebrali e soprattutto nella prevenzione a malattie degenerative come Alzheimer, tumori, Parkinson. Mi ha spiegato un sacco di cose, sembra molto informato.
Per sicurezza però volevo rivolgermi a una fonte esterna.
Sapete dirmi qualcosa a riguardo?
Mi ha anche detto che se uno si attiene a dosi basse non crea danni, l' importante è non abusare di una sostanza.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
per quanto riguarda i danni cerebrali derivanti dall'uso di cannabis la invito a consultare questo link:

http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/cannabis/cannabis_danni.pdf

nel suo caso lei non ha fatto altro che sostituire una dipendenza quella da nicotina e da alcol con la dipendenza da marijuana.
Il fatto che lei si definisca un consumatore e che creda di poter evitare l'abuso della sostanza è tipico di chi non ha ancora preso coscienza di avere una dipendenza.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazzo, condivido il parere della collega.

Il suo medico è psichiatra?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Si, psichiatra.
Ma io non sento il bisogno di assumerla. Per esempio in questo periodo (quasi un mese) non ne ho assunta e mi sento tranquillissimo. Faccio le mie cose, lavoro, esco. Insomma tutto regolare. Mi ha anche infatti informato che la Cannabis non crea dipendenza fisica ma al massimo (in dosi abbastanza alte) una moderata dipendenza psicologica paragonabile a quando una persona non prende il caffè la mattina dopo anni in cui si era abituato a questa condizione.

Note: non ho detto di essere dipendente dall' alcool. Ho detto che esagero con le dosi certe sere. Mentre per il tabacco si, ne ero dipendente. Dopo un giorno che non fumavo sentivo proprio il bisogno di accendermi una sigaretta.

17/02 ore 16:17
Ho letto il documento in pdf. Le pagine che ho cercato di decifrare non mi dicono niente. Sono fogli e dati messi così senza reali informazion, per me completamente inutile. Speravo in una maggiore chiarezza. Ma poi non capisco, ho proprio letto svariati articoli e ricerche che parlano della marijuana per un uso contro le malattie degenerative con spiegazioni chiare e comprensibili mentre qui non solo dicono il contrario ma anche in maniera confusa. So anche di un ricercatore a Cagliari che sta proprio effettuando uno studio con la marijuana per la cura al cancro (in controtendenza con il documento da lei gentilmente fornitomi).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La tossicità delle sostanze come la cannabis è documentata, in linea generale non mi sembra abbia senso consigliare l'introduzione di una sostanza psicotossica in sostituzione di altre sostanze. Non ne vedo il vantaggio sul piano "tossicologico" e potrebbe essere una sostituzione peggiorativa sul piao mentale, a seconda della sua vulnerabilità. Non abbiamo al momento fattori unici e certi per determinare se e chi possa utilizzare questo tipo di sostanze senza svilupparne danni.

Per quanto concerne la "crescita delle cellule" mi sembra un discorso vago, e tenga presente che se crescono cellule e collegamenti "sbagliati" si producono malattie.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Collegamenti sbagliati?
Al di là di questo la mia durata di assunzione è stata di circa 5 mesi a intervalli regolari. Non ho accusato nessun tipo di disturbo.

Volevo chiedere anche un' altra cosa, ho letto (scusate se non cito fonti, spero abbiate comunque fede nelle mie parole) che nel nostro organismo sono già presenti in maniera naturale diversi tipi di cannabinoidi simili a quelli contenuti nella Cannabis. Sapete dirmi qualcosa a riguardo?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75

Per quanto riguarda i risultati di singole sperimentazioni in corso non è corretto da un punto di vista metodologico paragonarli alla mole di studi scientifici GIA' CONCLUSI che hanno dimostrato la tossicità della cannabis.
Spero questo contributo possa introdurre maggiore chiarezza:

"Effetti avversi a breve termine: vasodilatazione, tachicardia; a dosi più alte riduzione dei tempi di reazione e del coordinamento motorio, alterazioni della percezione, dell’attenzione e delle funzioni cognitive, con compromissione - ad esempio - delle capacità di guidare. Talora esperienze ansiose e reazioni di panico.

Effetti avversi a lungo termine: con l’abuso protratto si possono avere instabilità dell’umore, apatia e passività, deficit cognitivi. Possibili alterazione delle funzioni sessuali e depressione del sistema immunitario."

http://www.politicheantidroga.it/droghe/sostanze-psicoattive/canapa-(marijuana-hashish).aspx
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dopo
Utente
Utente
Dr. Torreggiani, non ho capito cosa vuole intendere.
Comunque risposte non ne ho avute, studi conclusi ne ho letti ma sono in controtendenza (oltre ad essere poco aggiornati) con quelli che stanno facendo oggigiorno.
Grazie comunque per le risposte, arrivederci.
[#8]
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Utente
Utente
Drottoressa Torreggiani, io non cerco sostanze per stare bene come caffè, taurina, marijuana o simili. So di stare bene, questo mi basta per avere a consapevolezza che non ho bisogno di aiuti. Detto ciò non vedo perchè si debbano togliere certi piaceri in certi momenti della giornata come il sorseggiare il caffè, o bersi un bicchiere di vino offertomi da un amico. In queste sostanze, definite droghe a tutti gli effetti, so i loro limiti di abuso. Non mi sognerei mai di assumere, per esempio, eroina poichè genera una dipendenza immediata e troppo rischiosa. Ma,come ben saprà anche lei, non tutte e droghe generano una dipendenza forte e immediata. Ecco se una persona è responsabile, autorevole e sicura di se stessa non dovrebbe, nella maggior parte dei casi, avere un qualche problema di dipendenza da esse.
Lei confonde il mio problema. Nel mio primo messaggio ho si parlato di assunzione di marijuana per risolvere il problema della mia dipendenza dal tabacco e dall' assumere quantità elevate di alcool, ma dopo essermene liberato non ho alcun bisogno di assumerne ancora. Insistete con una dipendenza che io non sento quando milioni di persone non riscono a smettere di fumare tabacco, il quale, paradossalmente, è legale.
[#9]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
lei è convinto di poter evitare l'instaurarsi della dipendenza controllando la quantità assunta o scegliendo alcune sostanze al posto di altro, ma i circuiti cerebrali coinvolti nell'assunzione di cannabis sono gli stessi di quelli coinvolti nell'uso di eroina/cocaina per questo motivo la distinzione tra "droghe leggere e droghe pesanti" è fittizia e quindi fuorviante.
Inoltre c'è da considerare la dipendenza psicologica oltre a quella fisica e, solitamente, le persone non riescono ad accorgersi quando essa si instaura, o meglio ne diventano consapevoli successivamente, ecco perché si rifiutano inizialmente di essere definiti tossicodipendenti.
Io sto parlando a titolo generale, non mi riferisco a lei, non a caso nella mia prima risposta ho parlato di tipicità, non intendo fare questo tipo di valutazioni attraverso una consulenza on line.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Ma ci sarà pur un limite per ogni sostanza.
Se bevo ogni giorno una tazzina di caffè non succede nulla, ma se ne bevo 4 o 5 (come un mio conoscente) si instaura una dipendenza psicologica da caffè. Per questo parlo di responsabilizzazione. Non è d' accordo?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ma ci sarà pur un limite per ogni sostanza.
>>>

Da un punto di vista psicologico, il limite di ogni sostanza è l'incapacità di farne a meno.

Se lei riuscisse con un semplice atto di volontà a stare due o tre mesi senza prenderne e poi ricominciare, tutte le volte che lo vuole, allora sarebbe davvero libero. Diversamente, starebbe solo ingannando se stesso.

Questo senza contare i danni documentati e comprovati derivanti dall'uso frequente (e non) di cannabinoidi.

Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Le sue convinzioni sulle dipendenze non sono corrette. Le dipendenze non sono fenomeni immediati, dipendono dalla proprietà della sostanza e dal suo uso frequente, e sono favorite da particolari costituzioni cerebrali o condizioni sostenute dall'ambiente.
Conoscere le caratteristiche delle sostanze non previene la dipendenza purtroppo.
Inoltre, la dipendenza non l'unica conseguenza grave dell'uso di sostanze, esistono effetti tossici gravi e a lungo termine anche in assenza di dipendenza.

Per far smettere una persona di utilizzare sostanze con cui ha un rapporto controllato non vi sono metodi specifici. Per condizionare invece un comportamento patologico sì. L'impiego di una sostanza potenzialmente tossica per facilitare il distacco da un'altra non è un'idea ragionevole.
[#13]
dopo
Utente
Utente
"Le dipendenze non sono fenomeni immediati, dipendono dalla proprietà della sostanza e dal suo uso frequente, e sono favorite da particolari costituzioni cerebrali o condizioni sostenute dall'ambiente"

Cosa intende per fenomeni non immediati?
Se un soggetto assume una volta o per un breve una sostanza che genera dipendenza significa che è già dipendente anche se non ne assumerà mai più in vita sua? Sarebbe un controsenso, non trova?
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 829 30 24
Gentile utente,
cerco di riassumere:
ha chiesto se la cannabis può provocare danni cerebrali: la risposta è "sì", su persone sensibili può provocare danni come precipitare l'insorgenza di malattie psichiatriche.

I colleghi mi sembra l'abbiano messa in guardia sulla possibilità di diventare dipendente, possibilità da non sottovalutare.

La sensazione di benessere che dice di provare potrebbe essere anche dovuta alla sospensione delle altre sostanze, non all'effetto diretto di quanto assume per aerosol.

Quanto all'assunzione in alcune malattie come quelle da lei citate, deve considerare che si tratta di persone malate gravemente e si sceglie il danno minore e non è escluso che possano avere danni oltre ai benefici del fumo.

Mi ha colpito inoltre un suo intervento:
>>ho letto (scusate se non cito fonti, spero abbiate comunque fede nelle mie parole) che....<<
Non mi interessa conoscere le fonti ma piuttosto il suo atteggiamento, come se citare le fonti fosse un segreto. Di cosa ha paura?

Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Se un soggetto assume una volta o per un breve una sostanza che genera dipendenza significa che è già dipendente anche se non ne assumerà mai più in vita sua? "

No, ma questo è quello che diceva Lei.

Mi sembra che i concetti su droghe e dipendenze che esponeva siano confusi, le consiglierei di rivedere un po' le informazioni che ha, se le interessa saperne di più, perché così rischia solo di capire male.

Riferice che la cannabis procuce solo lieve dipendenza psicologica e non fisica. Queste categorie sono obsolete, "dipendenza psicologica" non significa niente, la dipendenza è cerebrale, è un fenomeno psichico, e quindi fisico perché di cervello stiamo parlando. Per quanto riguarda l'assuefazione e l'astinenza, sono aspetti collaterali, non sono necessari per definire una dipendenza.

Non stiamo discutendo del diritto o non diritto morale a usare droghe, siamo partiti da una situazione in cui, per smettere un uso (non si sa se controllato o meno, diciamo così in generale un uso) di alcol e sigarette il medico le avrebbe consigliato di aiutarsi con un'altra droga, illegale.

Ciò non ha senso. La espone ad un rischio di tipo diverso da quello del consumo di sigarette o di alcol. Non è un rischio preferibile in nessun senso, ma soprattutto il punto è che se la ragione era quella di fumare cannabis per agevolare la cessazione di un'abitudine a usare sigarette o a bere, non mi sembra che sul piano medico questo abbia un senso.
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