Esaurimento? crisi depressiva o di nervi?

Buonasera,
sono una ragazza di 23 anni e premetto che vi scrivo non per un mio problema, bensì un problema riguardante mia madre.
Sono arrivata a chiedere consulto qui, perchè sinceramente non saprei a chi rivolgermi per farmi almeno un idea di come comportarmi.
Mia madre è una donna di 49 anni, sta entrando adesso nel periodo della menopausa, e di per se è già un problema delicato, ma il problema più grande non è questo, circa un anno fa è morto suo padre. E da quel giorno non è più la mamma che ho sempre avuto.
La mia è una famiglia unita, che ha cercato in tutti i modi di starle accanto e di capirla in tutte le sue crisi di nervi e pianti totalmente improvvise. Il fatto è che a distanza di un anno, le cose anzichè migliorare peggiorano. Mia madre passa da momenti di calma a momenti di pura isteria, le basta poco, ed esplode in una maniera che inizia a spaventarmi. Va detto che la sua valvola di sfogo sono principalmente io, inizia con un rimprovero creato dal nulla e da lì è tutto un litigio, diventa una persona instabile, oserei dire quasi nevrotica, alza la voce, urla, sbraita, addirittura stasera prendeva a calci qualunque cosa le capitasse a tiro, inizia a dire che nessuno le vuole bene, che la sua famiglia non la capisce, che tutti pensiamo che sia pazza e cose di questo genere... ho provato a calmare questi litigi, parlando con calma, agitandomi quanto lei, urlandole contro, strattonandola come a farla rinsavire, ma tutto è stato inutile. Ha la sua crisi in cui stento a riconoscerla, e poi collassa in crisi di pianto e di singhiozzi in cui continua a ripetere che nessuno la capisce e che non è pazza... Io voglio bene a mia madre, tanto io quanto mio padre e mio fratello, ma davvero, non so più cosa fare ne come comportarmi. Perdere mio nonno è stato un duro colpo anche per me, e sapevo che per lei non sarebbe stato semplice visto il legame che avevano, ma io non so più cosa fare... mi fa male vederla in quel modo e ho paura che la cosa possa solo peggiorare. Mio padre continua a ripetermi che prima o poi passerà, ma io inizio a pensare che se dopo un anno queste crisi non fanno che aumentare, la cosa può solo peggiorare. Spero di essere stata abbastanza chiara nella spiegazione e spero di ricevere almeno un nome, non so se chiamarla crisi depressiva, o esaurimento nervoso o qualcos'altro...
Se può servire, mia madre prende anche lo XANAX, io sono sempre stata contraria, ma secondo lei aiuta e non fa affatto male...premetto anche che spesso non è regolare nell'assunzione.
Spero davvero che qualcuno possa aiutarmi a capire che mosse devo fare, vi ringrazio anticipatamente!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
i farmaci devono essere prescritti da uno specialista psichiatra/neurologo che deve periodicamente monitorarne gli effetti ma sopratutto l'assunzione deve essere regolare e non gestita in modo arbitrario.
Fatta questa premessa veniamo all'ambito di competenza psicologico: sua madre probabilmente non sta elaborando il lutto in un modo che le consenta di adattarsi alla situazione, è possibile che non riesca ad accettare la morte del padre e che si senta incompresa per questo.
Un modo per farle sentire la sua comprensione,potrebbe essere quello di proporle un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta non per curare una patologia, ma per fornirle uno spazio all'interno del quale elaborare il lutto, accompagnata da uno specialista che faccia da "contenitore" alla sua sofferenza e le offra la possibilità di elaborarla in modo costruttivo.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dott. Camplone,
Innanzitutto la ringrazio per la celerità, secondariamente, io le ho detto molte volte che sarebbe il caso di iniziare un percorso con uno psicologo, ma ormai ho capito che a meno che io non ce la trascini, non si muoverà mai di sua spontanea volontà, non che sia contro, anzi, molto volte è stata anche d'accordo, ma forse non lo so...la vede come un'ammissione del fatto che ha davvero bisogno di aiuto, e quindi evita di muoversi. Io potrei anche prenderle un appuntamento e portarcela, se questo servisse, ma come si sceglie uno psicologo? E dove devo rivolgermi? Alla ASL ad esempio o ad un privato?
E poi... io, come mio padre e mio fratello, come dobbiamo comportarci durante queste crisi?
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Dr. Luigi Gileno Psicologo, Psicoterapeuta 211 2
gentile utente. l'elaborazione del lutto, della perdita è un passaggio molto delicato che può richiedere non solo del tempo, ma anche, nei casi in cui è necessario, l'aiuto di uno specialista...
lei chiede come comportarsi...beh, difficile dirlo con conoscendo pochi elementi, ma molto spesso dietro la rabbia che può esplodere si nascondono sacche di sofferenza e di frustrazione che spingono per venir fuori in qualche modo...voi dovreste cercare di attutire questi momenti, con comprensione, ma al tempo stesso dovreste prendere spunto da questo per invitare la signora a prendere coscienza del fatto che il sostegno di un esperto potrebbe esserle di aiuto...
per quanto riguarda l'uso del farmaco concordo con la collega, quando dice che va prescritto espressamente da un medico competente che deve monitorarne costantemente gli effetti.
la saluto cordialmente.

Dr. Luigi Gileno

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dott. Gileno, ho dimenticato di dire che mia madre lo XANAX lo prende sotto prescrizione del medico di base, che ovviamente non controlla affatto gli effetti, anche per questo io sono sempre stata contraria, anche quando mia madre aveva smesso di assumerlo, le è bastato tornare dal quella dottoressa per riavere subito la prescrizione, quello che voglio dire è che il medico di base le ha sempre prescritto quel medicinale per risolvere il tutto.
Può essere che esso accentui anche le crisi di mia madre? O magari è solo il mio scetticismo verso quel farmaco che mi fa pensare che quando non lo prende è leggermente più trattabile?
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Dr. Luigi Gileno Psicologo, Psicoterapeuta 211 2
anche questa sugli effetti del medicinale è una risposta che dovrebbe dare uno specialista...mi dispiace ma io non essendo adeguatamente preparato non mi sento di dargliela...sarebbe scorretto oltrechè non fondata scientificamente...
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
io credo che le reazioni di sua madre derivino sostanzialmente dalla sofferenza e dal disagio che provocano in sua madre, premesso questo la situazione che lei descrive purtroppo è molto frequente per questo ho evidenziato da subito i rischi connessi ad una gestione non corretta della terapia farmacologica.
Cerchi di spiegare a sua madre che questi farmaci è preferibile siano prescritti e monitorati dallo specialista competente psichiatra /neurologo e che è fondamentale che lei ne abbia uno di fiducia al quale rivolgersi anche per eventuali revisioni dei dosaggi prescritti.
Per il resto ribadisco la necessità di iniziare una psicoterapia onde evitare che tale disagio si cronicizzi.
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