Il tradimento del mio ragazzo

Buonasera. 26 anni e una visione sempre sognante della vita, soprattutto quella di coppia, certo questo è stato un bel problema per me soprattutto dopo aver scoperto il tradimento del mio ragazzo. Durissima la ripresa, impossibile la cancellazione, sforzi immani e lacrime amare per tre anni per giungere a uno stato di calma apparente che mi ha fatta tornare a vivere di nuovo, quantomeno senza riversare ogni mio giorno in lacrime di delusione. Troppo stress, lavoro comune nello stesso negozio, vite frenetiche e fiducia distrutta ma ho scelto di ricominciare, di provarci, di esser forte, dicendomi che se prima morivo per lui ora non posso solo disprezzarlo, ma ho dimenticato perchè lo amavo. Era l'immagine perfetta di lui costruita nella mia mente? forse si, e ora che è sparita? Rimangono le fatiche di ogni giorno, i macigni da ingoiare, l'insicurezza, la tristezza per quanto accaduto, e il sentirsi non desiderata, non bella, non amata. Credo che la forte delusione abbia annullato ogni mio impulso nei suoi confronti, la sua stanchezza e la mia freddezza hanno aumentato il suo scarso desiderio per me, e ora quasi come per il detto "più dormi più dormiresti" meno facciamo l'amore e meno lo faremmo... Spenti, entrambi magari per ragioni differenti, ma io ne soffro molto, perchè per recuperare ciò che prima amavo ho così tanto bisogno di sentirmi io la sola, desiderata e voluta, bella almeno per lui se non per me stessa... credo di essere entrata in un circolo vizioso dal quale non so uscire: non ho più fiducia in lui, e non lo stimo più come prima, quindi tutto ciò lo rende meno desiderabile, io non cerco di approcciarmi e lui e lui stanco, stressato e bloccato dalla mia freddezza non si avvicina a me, e così ci allontaniamo sempre più quando la sola cosa che vorremmo è ritrovarci.
Lui ci sta provando, almeno con le parole, a farmi sentire bella, importante e amata, non ha un carattere espansivo, ma lo vedo che ce la sta mettendo tutta per non farmi sentire una seconda scelta, ma ormai nella mia testa chissà è entrata questa convinzione, poi io nemmeno bella mi ci vedo, figuriamoci se credo di piacergli, un po' di più mi ci sento quando sento che mi desidera, ma son così rare le volte che questo accade, che spesso addirittura nel bel mezzo del rapporto mi capita di mettermi a piangere, nonostante cerchi di trattenermi dal farlo, perchè lui non capisce che le mie son lacrime di sollievo, di liberazione dal continuo ripetermi: non gli piaci, e pensa che siano lacrime tristi, deluse, forse nascono da li ma in realtà io in quel momento lo sento mio, ed è il solo modo per capire che davvero lo è. Gliene o parlato ma lui dice che questo lo blocca, perciò anche quando si fa l'amore non riusciamo mai a recuperare l'intimità perduta, ho paura che ormai ci siamo persi senza nemmeno accorgersene, io impegnata a non farmi logorare dal dolore, lui immerso in mille impegni e costretto a sopportare le mie continue lacrime.
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Dr. Antonio Ceccardi Psicologo, Psicoterapeuta 12
Leggendo la Sua appassionata descrizione mi ha colpito questo angosciante bisogno di piacere al suo compagno. Sicuramente il tradimento rappresenta un trauma per chi lo subisce, mina le proprie sicurezze, la propria dignità, il proprio orgoglio.
Ogni persona elabora in modo assolutamente personale questo evento, che va letto, interpretato, contestualizzato.
Dalle Sue parole sembra emergere una profonda insicurezza rispetto alla propria capacità di piacere a "lui".
Sembra quasi un sottile alibi concesso per la scelta di un'altra donna.
Prima di capire se questa relazione possa essere ristrutturata su nuove basi, Le consiglio di approfondire in modo assolutamente personale il tema del rapporto con sé stessa.
Perchè "deve" piacere a tutti i costi a qualcuno? Quanto ritiene di piacere prima di tutto a sé stessa?
Si rivolga ad uno Psicoterapeuta di fiducia e con un buon lavoro di analisi ed elaborazione personale potrà creare le basi solide per un rapporto di coppia "paritario".

Un cordiale saluto

Dr. Antonio Ceccardi
www.centroikos.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"più dormi più dormiresti" meno facciamo l'amore e meno lo ....
Gentile Ragazza,
la visione del vostro disagio mi sembra semplicistica e più correlata a luoghi comuni sulla sesusalità, che sull'aspetto scientifico, con cui invece andrebbe trattato l'argomento.
Sarebbero da chiarire alcuni punti, come la relazione con se stessa, la relazione con il suo fidanzato, se contiene ancora in sè elementi di recupero e la vostra coppi ha afunzioni riparative, e la vostra sessualità dopo la crisi.
Inoltre un presunto calo del desiderio sessuale o desiderio sessuale ipoattivo, necessita di più d'una diagnosi clinica.
le allego qualche articolo, per approfondimenti.


https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2075-la-vita-sessuale-della-coppia-post-lite-pro-e-contro.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2251-come-superare-un-tradimento.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Già, è proprio a me stessa infatti che non piaccio. Credo di essere una bella persona, certo, di questo ne sono certa, fisicamente però sono una 15ina di kg in sovrappeso, e non riesco a cambiare, credo sia tutta una questione di forza di volontà e mi accorgo sempre di esserne molto sprovvista, perciò non piaccio a me, e quindi non sento di essere attraente per lui. E' sempre stato così, ma se prima potevo giustificarmi pensando che in fondo lui mi accettava come sono, che gli piacevo, che forse non ero così male come mi vedevo io, ora dopo essere stata tradita non riesco più a farlo, perchè ciò avvalla sempre più il mio pensiero. In oltre la sua non è stata una scappatella a carattere ormonale, ha avuto un momento di "confusione" come lo definisce lui, credendo di amare ancora la sua prima ragazza (stavamo assieme da tre anni), ora ne son passati altri 3 e mezzo, io sto un po' meglio, inizio a pensare che davvero mi ami, che davvero abbia capito che quello non era amore ma soltanto un'illusione (la loro storia era finita per una sua colpa e probabilmente non si era mai perdonato di esser stato la causa della loro rottura, lui ne era innamorato, era la sua prima storia, poi si son persi e ritrovati 3 anni fa, lei l'aveva perdonato e ne era stata molto innamorata, il primo amore anche per lei) perciò io credo che in fondo "abbiano" dovuto concludere qualcosa che altrimenti sarebbe per sempre rimasto in sospeso, eliminando così l'idea dell'amore eterno e idilliaco che avevano e che hanno per forze maggiori dovuto abbandonare a loro tempo. Credo che lui ora sappia cosa sia l'amore e che lo veda sul serio in me, ma ciò che penso a mente lucida, ragionandoci su, non è quello che rispecchiano le mie emozioni. Loro continuano a gridare, a farmi sentire spenta. Da un giorno all'altro ciò che provavo per lui è completamente cambiato quasi avessi il cuore pietrificato. E credo che la sola cosa che mi aiuterebbe sarebbe il suo esserci anche fisicamente, il dimostrarmi con i fatti ciò che a parole mi esprime. Ogni volta che io vorrei provasse ad avvicinarsi a me e non lo fa torno a pensare al suo tradimento, al fatto che io non lo attraggo o non sarebbe andato altrove, e sto così male che ogni volta rivivo lo stesso dolore. In fin dei conti abbiamo 26 e 29 anni, sebbene gli impegni e le problematiche anche lavorative (abbiamo una nostra attività in proprio), siano quelle di persone molto più grandi io vorrei che la nostra vita sessuale riprendesse, perchè son sicura che riusciremmo a ritrovarci, ma non so come fare.
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Dr. Antonio Ceccardi Psicologo, Psicoterapeuta 12
Queste Sue considerazioni mi inducono a consigliarle con ancora più convinzione un percorso terapeutico di elaborazione personale.
Il desiderio sessuale, in questo caso, è solo un aspetto di una problematica ben più ampia e complessa che richiede attenzione, tempo e tanto paziente lavoro.
Spero che Lei possa trovare la forza ed il coraggio di investire amore su sé stessa chiedendo aiuto.
In fondo per poter amare pienamente un "altro" è fondamentale amare prima di tutto "sé" stessi.

Un cordiale saluto
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Potreste provare la strada della terapia di coppia, lavorando su dinamiche, conflitti, tradimenti indigesti e sessualita' .
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dopo
Utente
Utente
Senza dubbio condivido la Sua visione Dr. Ceccardi, "In fondo per poter amare pienamente un "altro" è fondamentale amare prima di tutto "sé" stessi" e io non so come amare me stessa, credo di non essermi mai amata, infatti mi son sempre annullata nei rapporti vivendo per l'altra persona, gioendo soltanto nel fare ciò che rendesse felice l'altro, ed è proprio da questa mia tendenza a rendere felice chi invece ha ferito così profondamente me che mi manca, non sento più di dover vivere per lui, tutto questo mi rendeva felice, ma ora non trovo il motivo che mi spinga a farlo. Secondo Voi, in tutta onestà è una relazione salvabile?. So bene che voi psicologi non siete tenuti, anzi probabilmente vi è proprio "vietato" fornire una vostra interpretazione sulle vicende, e che è il "paziente" a dover lavorare soprattutto su se stesso trovando la Sua strada e la sua verità e non quella indicata da altri, e lo trovo giusto. Ma sarei lieta se potreste sbilanciarvi su una Vostra interpretazione della vicenda. Lo so che sto solo cercando rassicurazioni che dovrebbero invece venirmi dal mio ragazzo, ma ci terrei a provare a vedere il tutto in maniera razionale. Certo come potreste sapere se Lui è innamorato di me, se in realtà io sono una scelta dettata dalla ormai lunga strada intrapresa, se lui mi trova bella o meno... a tutto ciò so che mai avrò risposta. Ma un'analisi degli eventi magari potresti farla con molta più cognizione di causa di me. Una terapia di coppia non penso l'accetterebbe. Tempo e pazienza sono il mio pane ormai, ma io chiedo, si può davvero ricominciare? posso tornare a sentire di amarlo anche dopo così tanta delusione? posso ritrovare la mia storia, magari non quella di prima, una nuova, migliore strada da percorrere, più consapevole ma che poggi su basi solide? Possiamo ritrovare la nostra intesa se non sappiamo da dove partire e i sentimenti che emergono allontanano e mai avvicinano?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Da quì esenza conoscere nè lei, la sua storia di vita, emozionale e di coppia, non è pensabile fare previsioni.
Se prefersice, chieda una consulenza individuale, presso uno psicologo, ma de visu.
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Dr. Antonio Ceccardi Psicologo, Psicoterapeuta 12
Gentilissima,

aggiungo solo una piccola nota a quanto già detto in precedenza.
Da ciò che scrive ritengo veramente utile richiedere uno spazio terapeutico di elaborazione personale.
Mi permetto solo qualche consiglio pratico:
si rivolga ad un professionista specializzato in Psicoterapia (la specializzazione post lauream in Psicoterapia possono prenderla solo gli Psicologi ed i Medici).
Esistono varie tecniche di intervento terapeutico. Spesso ci si divide su quale sia la più efficace.
Per mia esperienza la più efficace è quella eseguita da un professionista bravo, ben preparato e senza dogmi ideologici.
Prima di scegliere si accerti di rivolgersi ad una persona che abbia i Titoli giusti.
Su questo Sito troverà sicuramente tanti bravi professionisti che operano nella sua zona.
Le faccio tanti auguri e Le auguro un "buon lavoro".