Bulimia-alcolismo-assertività

Salve,prima di dilungarmi in spiegazioni riunisco il mio problema in queste tre parole : bulimia -pseudoalcolismo-assertività
Da piccola ho avuto sempre problemi a inporre le mie idee agli altri per il semplice fatto di non offendere il prossimo e per paura di essere esclusa da un qualsiasi contesto sociale,quindi mi sono attenuta a seguire il gruppo.
Da adolescente verso i 18 anni (vivendo in una famiglia di campagna in cui il vino è una regola a tavola) ho sviluppato la bulimia (preciso che sono riuscita a vomitare dopo i pasti solo se assumevo vino)
Sempre intorno ai 18 anni mi sono fidanzata (con il mio attuale marito e coetaneo) e sono stata completamente soggiogata dalla sua famiglia perchè ho avuto sempre il terrore di perderlo e quindi non ho mai fatto nulla che potesse dare un qualche fastidio ai suoi genitori,annichilendo il mio carattere e le mie idee in modo completo.
Ora ho 29 anni e soffro ancora di bulimia (in questi 12 anni ho alternato periodi in cui vomitavo 4 volte a settimana a peridodi in cui non mangiavo a periodi (lunghi anche mesi)in cui mangiavo e ingrassavo senza vomitare.I miei genitori sapevano tutto ma mi dissero che sono problemi adolescenziali che passano, io però per colpa della bulimia ho perso amici (forse pseudoamici) ,non ho finito l'università (perchè anche se studiavo avevo il terrore del giudizio dei professori,infatti gli scritti riuscivo a superarli con successo ma non mi presentavo agli orali),e ora mi trovo sola ,casalinga,bulimica e completamente soggiogata dai suoceri(a cui non riesco ancora ad esprimere le mie vere opinioni.
Sono stata da nutrizionisti ,dietologi ma il mio problema è che ogni volta che mi siedo a tavola pur non avendo appetito inizio a mangiare e bere (ma solo quando mi siedo a tavola )per poter sfuggire all'ansia che mi provocano le senzazioni di non essere accettata e di non poter esprimere i miei pensieri agli altri .
Non so come affrontare la situazione vorrei dei consigli praticici ,tipo <<fai cosi,fai cola>> ma nessuno riesce a darmeli ,le uniche cose che i dicono è di smettere di bere vino e basta (non supero mai i 3 bicchieri al di)
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ormai dovrebbe essersi resa conto da sola che i disturbi alimentari non possono prescindere dal trattamento psicoterapeutico, di solito, perciò andare da nutrizionisti e dietologi senza tener conto di questo fatto potrebbe continuare a rivelarsi infruttuoso.

Ma è inutile anche sperare che un disturbo che si porta dietro da una vita possa esser risolto ricevendo semplici "consigli" online.

Deve rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, di persona, per farsi dare non consigli, ma una valutazione esatta della sua condizione e quindi l'indicazione di una terapia. Che non consiste in consigli, ma eventualmente in indicazioni comportamentali precise oltre all'ascolto, dialogo e tutto il resto. Legga qui:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

I disturbi alimentari si esprimono attraverso il comportamento alimentare, ma rimandano a tematiche come l'affettività, le relazioni, l'intimità (o la loro mancanza).

Oltretutto per come l'ha descritto il suo non sembra nemmeno bulimia ma vomiting:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/274-il-disturbo-da-vomiting.html

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Lei ha perfettamente ragione sul fatto che mi sia accorta "oramai" che dovrei affrontare anche le parte psicologica del mio problema, il farlo cioè il prendere coscenza delle mie debbolezze come la mancanza di assertività,la paura conseguente di abbandono e altro mi fa paura poichè mi sento completamente incapace dal riuscire ad asprimere le mie opinioni in riferimento proprio al fatto di essere abbandonata.
Non so se per mancanza di affetto ,o per mania di protagonismo( come mi fù detto da piccola )
E' proprio tutto questo che i blocca dall'andare da uno pscicoterapeuta,la sicurezza dentro di me che non riuscirò mai a dire le mie idee agli altri.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dipende da cosa s'intende con "dire le proprie a dire agli altri".

E dipende da cosa s'intende con "psicoterapia".

Ad esempio ci sono forme di terapia dove il terapeuta non dice quasi nulla ed è il paziente che deve dire tutto. Ma ci sono altre forme dove la comunicazione è bidirezionale e il terapeuta può porre domande mirate per aiutare la persona a dire solo ciò che serve e nulla di più.

Andare in terapia non significa sottoporsi a un interrogatorio, ma nemmeno salire sul palcoscenico di se stessi per mettere in scena monologhi basati solo sull'egocentrismo.

Perciò dovrebbe leggere il link che le ho dato, e anche quest'altro:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Altrimenti starà evitando una cosa senza nemmeno sapere di cosa si tratta.
[#4]
Dr. Antonio Raia Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 140 5
Gentile Ragazza,
non si lasci scappare questa possibilità. Consideri la sua richiesta come un'apertura ad una successiva consultazione psicologica.
Un in bocca al lupo per il prosieguo...
Saluti
Antonio Raia
329.80.29.784
www.psicologibenevento.it

Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it

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