Trauma sessuale, disturbi della sessualità e anorgasmia

Salve, sono una ragazza di 30 anni, soffro di disfunzioni della sfera sessuale, totale assenza del desiderio con conseguente anorgasmia nei rapporti di coppia, ma anche nell'intimità della masturbazione ho sempre riscontrato difficoltà: fino ai 21 anni d'età non sono mai stata capace di procurarmi piacere da sola.
Sono consapevole che i miei disturbi derivano dal trauma sessuale dovuto a mio padre il quale, dopo che trovai casualmente e guardai all'età di soli 8 anni le sue videocassette a contenuto pornografico che definirei molto hard (scene di gruppo e doppia penetrazione), quando lo scoprì invece di spiegarmi cosa avessi visto o di indirizzarmi a qualcuno, si infuriò, mi minacciò di stare alla larga e urlò così tanto da inculcarmi paura e vergogna. Oltre a ciò negli anni l'ho sorpreso quasi tutte le sere a guardare i canali porno, spesso perché si addormentava davanti alla tv accesa o perché non si rendeva conto di poter essere visto, ciò non toglie che ho dovuto iniziare ad adattarmi a queste situazioni per evitare disagi, ad esempio facendo molto rumore prima di passare per il salotto dove sapevo che stava guardando la tv, ora che usa il computer evito di entrare in stanza che, però, si trova accanto alla mia e anche se il monitor non si vede e lui guarda soltanto, lascia la porta aperta. A sua difesa posso spiegare che questo suo comportamento è dovuto al fatto che, a seguito di complicazioni durante il parto che mi ha fatto nascere, mia madre ha perso sensibilità vaginale e di conseguenza nel giro di pochi anni ha semplicemente smesso di fare sesso con mio padre e ha cominciato a comportarsi freddamente davanti alle sue manifestazioni d'affetto, ma questa continua esposizione ad immagini sessuali forti senza che nessuno della mia famiglia (neanche quindi mia madre) mi educasse, indirizzasse in qualche modo sul mondo dell'intimità mi ha portato ad un blocco emotivo, psicologico e quindi fisico. Il giorno in cui lui scoprì che avevo avuto il mio primo rapporto sessuale, a 20 anni, si arrabbiò, mi chiamò puttana e non mi rivolse la parola per un mese.
Quindi, tirando le somme, l'unica educazione sessuale che ho avuto mi è stata data dalle immagini pornografiche di mio padre che nel frattempo imprimeva il concetto di "vietato e sporco" nella mia mente, portandomi anche a maturare una certa inquietudine nei suoi confronti e nei confronti degli uomini, sfiducia, scarsa autostima e via dicendo… e ora ho 30 anni, ho un compagno che amo il quale sa che non riesco a raggiungere l'orgasmo ma crede che io abbia desiderio sessuale quando invece non sento niente, conosco la causa del mio problema ma non so come risolverlo, ho cercato informazioni su internet riguardo alla pillola rosa o pillola di biancaneve o il viagra femminile ma tutte le informazioni sono solo indicative, non ci sono dati che facciano supporre che funzionino o che siano davvero in vendita, cosa potete dirmi al riguardo? ci sono farmaci che potrei provare? vi prego di consigliarmi perché sebbene sappia che una pillola non risolve il problema credo che comunque qualcosa proverò, almeno per vedere se funziona... sinceramente non so che fare… è possibile che ci sia una spiegazione medica oltre che psicologica a giustificare questa mia incapacità? che soluzioni ci sono?
grazie dell'attenzione
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Dr. Alberto Migliore Psicologo, Psicoterapeuta 53 28
Cara signora, nel suo racconto ci sono aspetti emotivi importanti che hanno bisogno di ascolto. Quello che le posso consigliare e' di iniziare a parlarne con il suo medico di base e poi valutare un percorso psicologico per far in modo che si riappropri della sua sessualita'.
Cordiali saluti

Dr. Alberto Migliore
Psicologo - Psicoterapeuta
Torino - Chieri
www.migliorepsicologia.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la sua storia di vita, familiare e sessuale è molto complessa e faccettata, nutrita da sensi di colpa e vergogna, oltre cha da un'infanzia molto complessa.
Da quì non si possono fare diagnosi, ma sarebbe il caso di inquadrare la sua difficoltà sessuale, non estrapolandola da tutto il resto, compresa l'educazione ricevuta, l'affettività, i meccanismi di difesa ad essa correlata,ecc..
Non esistono farmaci per il desiderio, se a questi si riferisce, direi per fortuna, il desiderio sesuale ha sede nella mente, nel cuore e nel corpo, nutrito ed amplificato dal sentimento e dall'immaginario .
Tra i disturbi della fase del desiderio c'è il calo del desiderio sessuale o desiderio sessuale ipoattivo, che può insorgere sia nell’uomo, che nella donna e può essere primario o secondario sia con l’autoerotismo che con il coito, che tende a riproporsi costantemente nel tempo, se non adeguatemnete trattato.

Le allego, qualche articolo sul desiderio sessuale, per ulteriori approfondimenti..

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html

consideri inoltre, che la risposta orgasmica si impara, imparando a conoscere il suo corpo, la sua mente, la relazione in cui il piacere abita e soprattutto imparando a darsi il permesso per accedere poi al piacere condiviso.


Nel mio blog e sito personale, troverà tantissmo materiale in merito.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<è possibile che ci sia una spiegazione medica oltre che psicologica a giustificare questa mia incapacità?>>

Questa domanda andrebbe rivolta ad una ginecologa (penso sarebbe per Lei più facile rivolgersi ad una donna) che visitandola di persona potrebbe verificare se ci sono o no problemi dal punto di vista organico. Se non l'ha ancora fatto, le consiglio caldamente di pensarci.

Resta però il fatto che dal suo racconto, in cui è veramente palpabile tanta sofferenza, emerge sicuramente una componente psicologica "importante", legata non solo alla sfera sessuale, ma anche ai fondamentali aspetti relazionali con i suoi genitori.

Sarebbe opportuno che si recasse di persona da uno/a psicologo/a per inquadrare più dettagliatamente la situazione e progettare insieme un percorso terapeutico che le restituisca la dovuta serenità.

Cari auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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