Psicoterapia: cognitivo comportamentale o psicanalisi?

Buongiorno. Sono un ragazzo di 22 anni. Soffro di ansia e ultimamente di una forte depressione. Sono stato in terapia da due diversi professionisti: i primi due anni in psicanalisi (o qualcosa di simile) e gli ultimi due in terapia cognitivo-comportamentale. Ho notato dei vantaggi e degli svantaggi che secondo me si compenserebbero se si potessero unire entrambi gli approcci. Dalla psicanalisi ho avuto modo di aprire le mie emozioni, di capirmi, di capire ciò che in realtà io sono, ma la psicoterapeuta lasciava un freno a quelli che sono "i modi di fare", cioè affrontavo nella seduta le situazione e le emozioni, mi mettevo in discussione ma me la dovevo vedere io su come mettere in pratica ciò che ho capito di me (scusate se non mi esprimo bene, non sono del campo). Con l'approccio cognitivo-comportamentale ho notato esattamente il contrario: si cercava di cambiare i pensieri e di "programmare" dei comportamenti, si cercava di dare risalto ai pensieri e alle emozioni positive, ma ciò mi ha fatto chiudere in me stesso. Sì sono in grado di affrontare le situazioni in maniera positiva, però c'è un qualcosa che mi rimane dentro e il terapeuta non mi ha mai dato la "soddisfazione" di parlarne. In pratica ho notato degli approcci esageratamente irrazionale (psicanalisi) e razionale (cognitivo-comportamentale), l'uno troppo "filosofico", l'altro troppo "medico". Con il secondo ho cercato di affrontare questa cosa, ma mi ha risposto che dovevo solo abituarmi a pensare diversamente. Ma le emozioni secondo me rimangono e vengono represse. Ho capito bene secondo me la differenza fra i due diversi approcci, ma in quali casi è valido uno o l'altro? Esiste qualcosa che concili?
Ps. Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale mi diceva che il suo è l'unico approccio che si basa su concetti scientifici e dimostrabili.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Indipendentemente dall'approccio utilizzato, un terapeuta che si rispetti deve tener conto degli aspetti emotivi, cognitivi, comportamentali e relazionali, cioè d'interazione della persona con se stessa e con gli altri.

Perciò mi sembra strano che in ben 4 terapie non sia riuscito a trovare soddisfazione rispetto agli aspetti emotivi.

Può dirci quali compiti ha ricevuto nelle TCC che ha fatto?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta. Allora dovevo scrivere un diario: inizialmente con tutto ciò che facevo, successivamente scrivendo solo le cose belle che mi capitavano durante la giornata. Mi dava dei compiti da fare: per esempio analizzare i miei comportamenti, scrivere se fossero aggressivi, affermativi o passivi e cercare una soluzione affermativa, abolire certi pregiudizi (cercare di dire "secondo sarebbe meglio che..." invece di dire "devi..." ecc.) e piccoli gesti quali "toccare" i compagni a scuola per manifestare partecipazione. Le ripeto, tante cose sono migliorate, però il dover pensare e fare cose positive mi ha portato a reprimere i pensieri negativi. Ne ho parlato con lui e ha detto che è solo questione di abitudine. Comunque le terapie sono state due: dalla prima ho avuto un miglioramento emotivo, mi sono fidanzato ecc; dalla seconda ho migliorato i comportamenti ma ho represso tante emozioni e ora mi sento fortemente depresso.
Dimenticavo: facevo anche il training autogeno e l'ipnosi a fini di rilassamento.
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Utente
Utente
Vero anche che ultimamente ho avuto dei problemi seri di salute. Sono affetto da colite ulcerosa. La prima terapeuta diceva che non occorrevano medicine per curarla in quanto secondo lei basta il benessere psicologico tramite la psicoterapia per tenerla a bada. Non ho assunto i farmaci per mesi e ho avuto un peggioramento della malattia. I medici si sono molto arrabbiati e mi hanno spinto a cambiare terapeuta. Ho fatto uso massico di cortisonici i quali mi hanno portato ad un Cushing iatrogeno (ho preso 20 Kg, ho l'osteoporosi, insufficienza surrenalica con relativa stanchezza cronica e peggioramento dello stato depressivo). Non mi riesco a guardare nemmeno allo specchio per quanto i farmaci mi abbiano stravolto.
Al momento faccio terapia immunosoppressiva con Azatioprina, assumo il Cortone Acetato per l'iposurrenalismo, la vitamina D per l'osteoporosi, la Mesalazina a vita, il Cipralex che non mi dà alcun benifico. Risultato: un fegato molto stressato (e anche io lo sono)!
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Utente
Utente
Invece la prima terapia che ho fatto (all'epoca non avevo ancora la colite ulcerosa, mi sono ammalato durante) consisteva in sedute settimanali nelle quali dovevo parlare di tutto ciò che mi passava per la testa, associazioni di idee, sogni ecc. Lei poi mi guidava. Era tutto un parlare e manifestare emozioni, però non mi dava delle soluzioni concrete (fai così o colì).
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Pardon, ho scambiato 2 terapie + 2 terapie con 2 anni + 2 anni.

>>> però il dover pensare e fare cose positive mi ha portato a reprimere i pensieri negativi
>>>

In effetti il cosiddetto pensiero positivo può facilmente diventare controproducente:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=378

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=272

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=396

Aspetti di elaborazione del "caso peggiore" e della negatività sono più presenti in alcune terapie, ad esempio la breve strategica, ma possono essere assegnati compiti mirati a questo scopo anche in TCC.

Da un punto di vista strategico si tratta di aspetti fondamentali nella cura di alcuni disturbi, come ad esempio ansia e depressione. L'evitamento delle paure e di alcune emozioni negative produce un aumento delle stesse e ne genera altre, per generalizzazione.

È questo che intende, e che sente che le è mancato nelle sue terapie?

>>> ho represso tante emozioni e ora mi sento fortemente depresso.
>>>

Non è detto che ora sia esattamente depresso, oppure potrebbe non esserlo per aver represso delle emozioni.

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Utente
Utente
Probabilmente sì. Io cercavo di sfogare un qualcosa che non andasse bene e lui cercava di vedere il buono in tutto. Le faccio un esempio.
"Dottore, mi sento molto stanco. Non so se sia psicologico o meno".
"Ti svegli stanco? E la sera come va?"
"Mi sveglio riposato, ma subito mi sento stanco".
"Hai pensieri negativi la mattina?"
"Solo che ho tante cose da fare"
"Bè è uno stress buono (eustress). Serve a darti una spinta in più. Di solito chi è fortemente stressato psicologicamente si sveglia già stanco e si sente meglio la sera. A te questo non capita. Hai comunque i tuoi problemi di salute, anzi, nonostante questo sei stato bravissimo; fai tante cose: vai in Chiesa, canti, esci con la ragazza, hai superato il test di infermieristica, fra poco lavorerai, con gli esami vai alla grande...e con la tua situazione di salute".

Sì, mi sentivo incoraggiato, però sentivo anche represso il mio sfogo in questo modo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Potrebbe contattare un nuovo terapeuta, ad esempio a indirizzo breve strategico, per tener conto degli aspetti che stiamo discutendo.

Può leggere qui per informarsi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

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Utente
Utente
In cosa consiste questo tipo di terapia?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ha letto il link? Quale aspetto non le è chiaro?

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Utente
Utente
<<<<<Il modello breve strategico è un approccio breve alla soluzione dei problemi psicologici, che si svolge con un numero contenuto di sedute. Il suo obiettivo è eliminare i comportamenti disfunzionali per i quali la persona cerca assistenza, e produrre un cambiamento nella modalità attraverso cui la persona percepisce e costruisce la propria realtà>>>>>>>>

Non è quello che fa anche la terapia cognitivo-comportamentale?
A prescindere la questione del numero di sedute.
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Utente
Utente
Lei che ne pensa dei percorsi che ho fatto in passato? Quali sono per Lei vantaggi e svantaggi?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> A prescindere la questione del numero di sedute.
>>>

Si tratta di un aspetto nient'affatto secondario.

La TBS ha la presunzione, supportata però da dati concreti, di cercare di volta in volta di mettere in atto manovre che siano non solo efficaci, ma anche efficienti, ossia che producano risultati nel minor tempo possibile. Ciò può essere fatto in molti comuni disturbi psichici, sebbene in altri sia necessario procedere più lentamente.

'Strategico' sta a significare l'atteggiamento che cerca di risolvere il problema in modo pragmatico, senza usare troppo tempo per interpretare o ricercare cause nel passato. Significa anche che è una terapia attiva, ossia il terapeuta si assume in prima persona la responsabilità d'innescare e accompagnare il cambiamento, una volta chiarito come funziona il problema.

Una differenza con le terapie CC è che la TBS è meno lineare, meno 'cognitiva' e dà più spazio a prescrizioni che possono apparire contraddittorie e paradossali. Deriva dagli studi di Palo Alto sulla comunicazione interpersonale e pone infatti un'attenzione particolare alla comunicazione verbale e non verbale, oltre che alle tecniche.

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Utente
Utente
Ho capito. La ringrazio per il tempo concesso.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Al di là dei vari approcci, tenga tuttavia presente che la competenza e l'abilità del terapeuta restano sempre fattori cruciali nel determinare l'esito di qualsiasi psicoterapia.

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