Psicosomaticita' reale o potenziale-dolore da anni

Buongiorno, e' la prima volta che chiedo un consulto tramite la poattaforma che comunque seguo da molto. Trovo veramente utile avere la possibilita' di porre domande e dubbi a numerosi professionisti contemporanemante, veniamo ai quesiti.
Da sempre mi pongo dubbi sulla reale possibilita' che la psiche sia in grado di far manifestare disturbi fisici al corpo, sono semplicemente scettico.
Conoscendo i detti "rodersi il fegato" oppure "bucarsi lo stomaco per i problemi" mi sto iniziando a chiedere se problemi di lavoro o ansie generali protratte nel tempo possano realmente portare a problemi in futuro.
Questa analisi deriva dal fatto che da 5 o 6 anni ho un leggerissiimo fastidio continuo al fiamco destro che tace per qualche tempo e poi si manifesta nuovamente. Non e' invadente ma la preoccupazione primaria e' il tempo da cui la cosa si protrae.Non riesco a ricollegarlo a alimentazione o stile di vita errati (tra l'altro tutto misurato) e il medico curante dopo avermi fatto fare gastroscopia, ecografie e analisi ha buttato l'idea che sia un qualche problema di tipo psicosomatico sebbene io non sia ipocondriaco in genere.
Secondo Voi e' possibile o riduttivo inquadrare questo problema in questa maniera? Se si come fare per confermarlo o smentirlo? Ci sono tecniche di indagine certe?

Grazie e a presto
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

innanzitutto in casi di questo tipo la prima valutazione è sempre quella del medico, perchè si perderebbe solo tempo a cercare in prima battuta una causa e una soluzione con uno psicologo quando il problema ha magari cause organiche e quindi è il medico che deve occuparsene, esattamente come Lei ha già fatto.

In seconda battuta lo psicologo potrà intervenire qualora la diagnosi fosse appunto un altra. E' chiaro però che la diagnosi deve essere posta dal professionista di persona, dopo una attenta valutazione che piò consistere in uno o più colloqui.

Ma rispondendo alle Sue domande iniziali, è chiaro che le emozioni di qualunque tipo (per quanto non ci siano emozioni positive o negative) si esprimono per fortuna sul corpo. Perchè avviene questo? Perchè abbiamo uno strumento che può "segnalarci" costantemente il nostro stato interno e che è appunto il corpo. E questo è un vantaggio, non uno svantaggio.

Questo non vuol dire che ogni volta che sento la tachicardia o un pugno nello stomaco io abbia un disturbo psicoologico... vuol semplicemente dire che il mio corpo viene informato delle emozioni che sto provando.

La cosa importante che devo imparare a fare è riconoscere questo stato e modularlo. E' chiaro (e utilissimo) che sentirò una giusta quota d'ansia prima di una competizione importante. E' sensatissimo provare un po' di paura davanti a un pericolo. E' fisiologico sentire la tristezza dopo una perdita.

Ciascuna delle emozioni che l'essere umano prova ha una specifica funzione.

A livello evolutivo questo è fondamentale perchè questo funzionamento permette in maniera più veloce di intercettare questi segnali e di garantire la sopravvivenza. Le faccio un esempio. Se io sono vicino a una fonte di pericolo (in generale un aggressore) e utilizzo la razionalità per valutare i rischi o i vantaggi di questa vicinanza, con buona probabilità non riuscirò a salvarmi. Ma se io riesco, senza pormi alcuna domanda, a sentire il pericolo attraverso le emozioni (paura, allarme, ecc...) avrò maggiori possibilità di farcela. E' una questione di rapidità della risposta che porta alla sopravvivenza.

Il problema di fondo che può portare alla psicopatologia può essere un mancato apprendimento di questo riconoscimento delle emozioni: ci sono persone che confondono la tachicardia derivante dall'ansia o paura o addirittuta dall'innamoramento con l'attacco cardiaco.

Cosa accade a distanza di tempo? Il mancato riconoscimento delle emozioni può rendere la vita difficile per le persone perchè non si utilizza uno strumento che utile per muoversi nella vita. Manca la capacità di riconoscere e nominare i propri stati interni, di renderli accessibili alla mente e quindi elaborarli e gestirli. Cioè anzichè dire "sono arrabbiata" dirò "che mal di pancia!". Stessa cosa sulle cause.

Buona giornata,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie mille per la risposta tuttavia non mi e' chiaro l'ultimo passaggio.
Significa che riconoscendo che e' un problema fisico causato da uno stato d'animo questo non puo'provocare "reali" danni fisiologici?
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Riconoscendo le emozioni e la loro attivazione somatica sarà certamente più semplice mentalizzare gli stati interni. Ma per quanto riguarda i danni fisiologici sarebbe opportuno domandare al medico.

Tuttavia è necessario inquadrare bene di che cosa si tratta, cominciando ad esempio dall'intercettare quando e in quali condizioni si attiva il dolore che Lei ha descritto e comprendere anche quando invece è assente.

In questa maniera sarà più semplice arrivare a collegare il dolore con lo stato interno e poi a lavorare per l'eleiminazione del sintomo.

Chiaramente, se le cose stanno così come ipotizziamo, è un lavoro che può fare in una psicoterapia e con buona probabilità in tempi anche brevi.

Un cordiale saluto,