Corea di huntington

Buona sera

un mio parente è affetto da corea di huntington, attualmente segue una cura neurologica e vive in un contesto familiare supportivo, ma io volevo sapere se è opportuno anche un intervento psicologico. Sono a conoscenza del fatto che tutt'ora non esiste una cura che possa condurre alla guarigione, ma sulla base di un modello bio-psico-sociale credo che un possibile intervento possa migliorare la qualità di vita di ogni individuo sopratutto se affetto da una patologia che cambia la sua vita, quella degli altri e porta con se sentimenti di colpa o angoscia, etc
gli ospedali della zona non offrono nessun servizio psicologico.
Volevo sapere se è necessario l'intervento psicologico? esiste un orientamento specifico al riguardo? se l'intervento è possibile con questi pazienti, si può estendere anche alla moglie?
Personalmente da quando ho saputo sono subito corsa da una psicologa per ricevere l'aiuto, a settembre ritorno da lei e inoltre mi sottopongo ad una visita neurologica e poi al test.
ogni informazione è gradita, vi ringrazio in anticipo.
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Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile utente,
capisco la preoccupazione che comprensibilmente sta vivendo per se stessa e per il suo parente, ma mi sembra di scorgere una certa commistione tra le sue personali preoccupazioni e quelle del suo parente. Mi spiego meglio: l'idea di un intervento psicologico per il suo parente e la moglie è stata sua o deriva da una loro richiesta? In ambito psicologico la motivazione a intraprendere un percorso è fondamentale.

In ogni caso, è sicuramente possibile un supporto psicologico rivolto anche all'intera famiglia del suo parente, vista la delicatezza del periodo che stanno vivendo.

Per quanto riguarda il suo stato emotivo, certamente potrà lavorarci in modo approfondito con la collega che la ha in carico.

Saluti

Dr.ssa Valentina Bovio - Psicologa Psicoterapeuta

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Utente
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Buon Giorno

Si l'idea e la necessità di un intervento è stata principalmente mia, da parte loro c'è stato prima un rifiuto ma poi si sono interessati alla cosa.
Io ho cercato all'interno delle aziende ospedaliere e ora nel privato ma siccome so che ci sono degli orientamenti più appropriati verso alcune problematiche mi sono rivolta a voi per saperne di più, ma da quanto ho capito va bene anche una terapia sistemico familiare. Il mio ruolo sta solo nel trovare il professionista, dare a loro il recapito telefonico e l'indirizzo e poi sta a loro decidere il da farsi.
io ho solo 26 anni e già stavo affrontando una situazione nuova dopo la separazione dei miei genitori e la loro nuova vita dove spazio per me non tanto ne rimane, ora sono stata completamente "abbandonata" dall'intera famiglia (nonni...) a causa delle mie posizioni e del mio volere andare più a fondo circa il mio stato di salute rispetto a questa malattia genetica, in più da pochi mesi ho dovuto adattarmi alla perdita di un carissimo amico, il mio cane deceduto per malattia. Non sarei andata avanti nelle mie cose personali (relazioni, esami universitari, tesi . . . ) senza l'aiuto di una brava psicologa e il supporto che ricevo da fidanzato e amici veri.
in questa storia volevo solo dare il mio contributo senza invadere la vita altrui.
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Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile ragazza,
il sistemico-relazionale è proprio uno dei vari orientamenti possibili, ed è indicato per un percorso con la famiglia. Più che nelle aziende ospedaliere, è possibile usufruire di assistenza psicologica pubblica in servizi come le unità di psicologia clinica.

Saluti e auguri
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Utente
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ok la ringrazio