Malesseri vari e ansia

Buona sera, cercando in rete il motivo da cui dipendeva il manifestarsi di diversi malesseri, che mi accompagnano tutti insieme da un pò di giorni, sono finita su dei consulti che rimandavano al seguente link:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Molti di questi sintomi sono quelli che ho io e cioè tremori vari, tachicardia, sbandamento, mal di testa, contrattura alle spalle e al collo, formicolii, difficoltà a scrivere ecc.

Ho iniziato ad avvertirli dall'ultimo episodio notturno di emicrania con aura, molto forte, avuta un paio di settimane fa, che mi ha spaventato molto e che mi ha spinto a prenotare una visita neurologica che farò a novembre, giusto per escludere la presenza di problemi neurologici.

Inoltre da due giorni sto curando il reflusso gastroesofageo a cui seguirà la cura per l'Helicobacter Pylori.

Tornando all'ansia circa 3-4 anni fa ho fatto psicoterapia, con terapia a base di ansiolitici e antidepressivi (dosaggi normali) ma, dalla psicoterapia, non ho trovato particolare giovamento (trovavo difficoltà a mettere in pratica i consigli della psicologa).

Ora vorrei tornare da lei per farmi prescrivere nuovamente le medicine da prendere per un brevissimo periodo, solo per superare questa fase di manifestazioni fisiche così accentuate. Resta il fatto che dovrei però risolvere il problema alla radice.

Ma come posso fare se il primo ciclo di psicoterapia non ha avuto effetto, se non quello di aiutarmi ad analizzare molti dei miei comortamenti, ed è inoltre molto dispendiosa?

Grazie per l'aiuto
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
"Ora vorrei tornare da lei per farmi prescrivere nuovamente le medicine da prendere per un brevissimo periodo, solo per superare questa fase di manifestazioni fisiche così accentuate. Resta il fatto che dovrei però risolvere il problema alla radice."

Gentile signora,
è questa la via da seguire: i disturbi d'ansia vanno trattati con la psicoterapia eventualmente associata a terapia farmacologica.
Non è chiaro se lei è stata seguita da una psichiatra per la terapia farmacologica e da una psicoterapeuta per la psicoterapia, oppure se è stata seguita da una sola specialista, una psichiatra, per entrambe gli aspetti. Inoltre, per quanto tempo ha seguito le terapie?

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"cercando in rete il motivo da cui dipendeva il manifestarsi di diversi malesseri"

Gent.le ragazza,
internet può essere utilizzato per accedere a fonti d'informazioni, non sempre attendibili, ma non per fare autodiagnosi.
La psicoterapia non consiste nel seguire le "istruzioni per l'uso" ma nell'avviare un processo di cambiamento che la coinvolga attivamente, se ciò non accade occorre parlarne con lo specialista ed eventualmente rivolgersi ad un altro Psicologo-Psicoterapeuta con il quale concordare esplicitamente gli obiettivi da raggiungere.
Da quanto ci scrive credo che abbia seguito una terapia farmacologica non una Psicoterapia, a tal proposito la invito a leggere il seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte.

Sono pienamente conscia del fatto che le medicine curano gli effetti ma non la causa, altrimenti finita la cura farmacologica sarei punto e accapo.

Sono stata seguita per un anno da una psicoterapeuta e per lo stesso periodo ho seguito la cura, ma dopo poco è tornato tutto come prima.

Internet lo uso con le pinze nel senso che lo prendo come spunto ma poi mi rivolgo sempre a medici in carne ed ossa.

Purtroppo ho la sfortuna di vivere in una città abbastanza piccola e, a mio avviso, con pochi medici di spessore.
Ed ho inoltre risorse economiche limitate visto che per raggiungere uno stipendio minimo devo fare diversi lavori.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Quando ero in cura da lei la situazione pareva andare leggermente meglio perché almeno il fatto di sfogarmi con lei mi tranquillizzava poiché mi sentivo capita, ma alla fine non ho potuto proseguire con le sedute dato che non potevo più permettermelo, oltre al fatto che non riuscivo a mettere in atto ciò che mi diceva lei (la guarigione prevede un impegno lungo e importante)."

Gent.le ragazza,
questo è quanto ci scriveva nel 2010 facendo riferimento ad un disagio emerso dal 2008, come vede sono trascorsi altri due anni e la situazione non è migliorata.
A questo punto occorre fare alcuni chiarimenti

- la psicoterapia non ha la funzione di rassicurare una persona lasciandola parlare, implica l'instaurarsi di una relazione d'aiuto con precise caratteristiche ( a tal proposito la rinvio all'articolo che le ho già segnalato);

- il ruolo dello psicoterapeuta non è quello di dare consigli ma facilitare l'acceso alle risorse personali promuovendo l'autonomia e non un rapporto di dipendenza dallo Psicologo;

- se la psicoterapia è efficace i tempi non sono mai eccessivamente lunghi, in ogni caso periodicamente è bene fare il "punto della situazione".

La scelta tra il servizio pubblico o lo specialista privato può farla soltanto lei, l'importante è che abbia provato a prendere contatti e possa fare un confronto sulla base di un'esperienza concreta non in funzione del giudizio di altri.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.sa grazie nuovamente per la sua risposta.

Infatti questa è una condizione che trascino da tempo ma con cui credevo di aver imparato (ovviamente convinzione sbagliata) a convivere.

Ultimamente però sto avendo questi fastidi quasi certamente imputabili all'ansia e il problema è ritornato attuale.

Quando andavo dalla psicoterapeuta, come avevo già scritto, mi faceva parlare e cercava di analizzare i miei comportamenti sbagliati, consigliandomi invece come correggerli.
Ovviamente erano cose che già sapevo e che non riuscivo a modificare nemmeno dietro suo consiglio e alla fine ho lasciato.

Ho letto attentamente l'articolo e l'ho trovato molto interessante, soprattutto nei punti:

"L'inizio di una psicoterapia, a volte viene erroneamente vissuto come la certificazione del passaggio da una condizione normale ad una condizione patologica, che necessita di una “cura”."...

"Questo modo di pensare ha notevolmente favorito la difficoltà ad accettare gli aspetti della propria personalità che giudichiamo “anomali” solo perché non coincidono con la rappresentazione ideale alla quale cerchiamo di assomigliare, in altre parole, noi ci percepiamo diversi da come vorremmo essere e, da questa distanza tra il sé ideale e il sé reale, deriva una sensazione di inadeguatezza che spesso è alla base del disagio o della sofferenza."

"Ad esempio una persona pur credendo delle proprie capacità non si sente sufficientemente considerata dai familiari o dai colleghi sul luogo di lavoro e ciò, inevitabilmente, si ripercuote sulla sua autostima, generando un abbassamento del tono dell'umore associato ad una sensazione di inadeguatezza."

Io mi stimo, so di avere delle capacità e di essere una persona intelligente, le persone che lavorano intorno a me mi stimano, il mio fidanzato e gli amici lo stesso, ma rincorro la stima di mio padre che vedo disinteressato (anche per via della sua età avanzata è poco interessato a ciò che lo circonda).

Vivo troppo spesso in funzione di ciò che vogliono gli altri e sono stanca, stanca di preoccuparmi costantemente di ciò che pensano gli altri per sentirmi voluta bene...

Comunque i professionisti che operano nel servizio pubblico della mia città, a detta del mio medico curante, non sono troppo preparati per cui la situazione non è facilmente risolvibile.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
"Rincorro la stima di mio padre che vedo disinteressato"

"Vivo troppo spesso in funzione di ciò che vogliono gli altri e sono stanca, stanca di preoccuparmi costantemente di ciò che pensano gli altri per sentirmi voluta bene..."

Avete lavorato su questo aspetto con la psicoterapeuta?
[#7]
dopo
Utente
Utente
Di quelle sedute ricordo ben poco purtroppo, ricordo che di sicuro parlavo del mio elemosinare affetto, ovviamente dal mio fidanzato.

In quel periodo era appena iniziata la storia con lui ed ero molto insicura poiché uscivo da poco da due storie, una importante di cinque anni ed una passeggera, di un anno, con un ragazzo che mi aveva solo illusa prendendosi gioco di me in un periodo difficile (la fine della storia con l'altro ragazzo e la mallattia che stava affrontando mio padre).

Poi almeno su quell'aspetto ho ripreso abbastanza fiducia in me (in quel periodo ero davvero terrorizzata dalla paura di un nuovo abbandono, anche se è una paura che non è mai andata via del tutto), ma poi è rimasta l'ansia su molti aspetti della mia vita.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
io non credo che debba rassegnarsi a convivere con il suo disagio, ma sia giusto concedersi la possibilità di verificare di persona è possibile ricevere un aiuto, ad esempio rivolgendosi al Consultorio Familiare che è un contesto differente poiché è rivolto ad una tipologia di utenza che non ha disturbi psichiatrici
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