Mancanza di desiderio sessuale

Buongiorno,
mi trovo a cercare aiuto per una problematica che mi affligge.
Purtroppo ho uno scarso desiderio sessuale e questo mi porta ad avere molti problemi nel rapporto di coppia.
Attualmente sono impegnato stabilmente con una ragazza mia coetanea ormai da due anni e precedentemente ho avuto una relazione a distanza, sempre con una mia coetanea, della durata di 5 anni.
Ho girato a lungo in internet per cercare risposte e testimonianze riguardo al mio problema e per cercare un modo per descriverlo e la definizione migliore è questa: "posso avere una valida erezione ed un’adeguata risposta orgasmica, salvo che molto spesso non riesco ad avere una durata per me adeguata; tutte le fasi però non vengono interiorizzate come associate all'esperienza del “piacere”, vengono esperite in modo meccanico, senza grandi quote emozionali."
Cioè provo attrazione verso il sesso femminile ma ho difficoltà nella fase di contatto e nel riuscire a provare piacere ed eccitamento "psicologico" durante il contatto fisico, non riesco a "emozionarmi".
Pensando al passato questo problema non c'è sempre stato, è sorto poi. Fino ai 21/22 anni non avevo problemi ad essere eccitato e a provare e esprimere un desiderio "animale", come lo definisce la attuale compagna. Poi ho cominciato a sentire il tutto come un atto meccanico, che mi portava preoccupazione più che piacere. Pratico autoerotismo ma non lo vivo bene, mi sento in colpa verso la mia ragazza, e anche in questa situazione mi sento male, sporco.
Quando tutto iniziò pensavo fosse dovuto alla situazione di allora, cioè una storia a distanza milano-roma, alla mia ragazza di allora, che fisicamente non mi piaceva, e alla mia difficoltà ad avere rapporti di una durata soddisfacente.
Terminata quella storia pensavo che trovando una ragazza che per me fosse fisicamente più attraente in una situazione più normale, cioè geograficamente vicina, tutto sarebbe tornato alla normalità. Invece la situazione peggiora.
Parlarne non serve perchè soluzioni non si riesce a trovarne e il tutto si sta logorando perchè dopo due anni non riusiamo ancora ad avere un'intimità e una sessualità appagante.
Ormai il mio desiderio è quello di stare da solo, senza alcun tipo di rapporto fisico e sentimentale. Mi rendo conto che cerco di allontanare la mia compagna e un domani mi vedo solo cercando di evitare ogni possibile situazione che possa anche solo farmi pensare ad un rapporto sessuale.
Mi rendo però conto che non è/sarebbe una situazione normale e il mio desiderio più profondo è quello di riuscire ad avere una vita sessuale/sentimentale finalmente appagante.
non so però cosa fare e a chi potermi rivolgere.
Vi ringrazio in anticipo per la disponibilità.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

l'autoerotismo è comunque attività sessuale, e l'attività sessuale stanca.
È come se Lei si mettesse a correre un ora in cerchio in una stanza e poi dovesse correre una gara e non riuscisse perchè stanco, non considerando il correre in cerchio come corsa a tutti gli effetti.
Oppure un esempio gastronomico: se mangio troppo all'aperitivo ecco che arrivo alla cena che non ho fame.

Poi, se all'autoerotismo ci aggiunge il senso di colpa, ecco che il desiderio cala e svanisce.

Ci aggiungia poi un'altra componente non indifferente: con l'autoerotismo si è da soli, mentre in due bisogna negoziare con l'altro sia i tempi che quel che si vuole fare.

Questo parafrasando quanto da Lei descritto, ed aggiungendo dei nessi logici.

Si ritorva con quanto scritto? Può correggermi se ho sbagliato qualcosa.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

come lei molto attentamente osserva, l'aspetto meccanico dell'atto sessuale e l'aspetto emozionale dovrebbero essere in sintonia; nel suo caso sembra non essere così.

Se ben comprendo quanto scrive, mi permetta di semplificare per comprenderci, lei riesce a provare una soddisfazione sessule puramente fisica (con auto- ed etero- erotismo) ma ad essa non è associata una componente emozionale significativa. E' corretto?
Escludendo il senso di colpa di cui ci parla, riscontra differenze di "piacere", "emozioni", "vissuti personali"... nel consumare l'atto con la sua ragazza rispetto a quando pratica autoerotismo?

Se ho ben compreso mi sembra di poter dire che il disagio che presenta vada iscritto nella sfera relazionale, degli affetti, delle emotività e non vada relegato all'ambito "sessuale".

Non ci dice che tipo di rapporto ha con la sua ragazza; e mi riferisco in particolare ai suoi sentimenti, a ciò che prova, a quale sia il vostro dialogo emotivo...

Secondo me è da questi punti che dovrebbero partire le riflessioni, mettendo, per ora, in secondo piano l'aspetto sessuale che sembrerebbe essere una conseguenza di un suo personale modo di relazionarsi all'altro sesso.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per le risposte, ora cercherò di rispondere con ordine.

Per quanto concerne l'autoerotismo non è causa del problema in quanto la pratica non avviene con tale assiduità da poter pregiudicare poi la vita sessuale con la mia partner, è sporadica. Volevo precisare che anche in questo atto solitario comunque io tendo a non sentirmi "bene", è un puro atto fisico, meccanico, che nonostante termini con un coito non da sensazioni/emozioni di grande piacere.

Così, anche nel rapporto sessuale, il piacere fisico c'è, perchè giungo ad un coito, ma limitato.
Per rispondere alla domanda, trovo sia l'autoerotismo, sia l'atto sessuale, poco distanti tra loro come sensazioni, entrambi non soddisfacenti, poco emozionanti. Con la differenza che nell'atto sessuale in più c'è la preoccupazione per la prestazione e per il rapporto con la partner.
Non riesco a concentrarmi e a godere effettivamente dell'atto ne in un caso ne nell'altro.

Il problema poi sorge già in fase di eccitazione, nel senso io potrei tranquillamente stare senza fare sesso, non c'è qualcosa che riesca a far nascere in me desiderio di possesso, salvo però avere comunque un'erezione.

Il problema già era sorto la mia precedente compagna e una volta terminata la storia pensavo non si sarebbe ripresentato, invece con l'attuale partner tutto è rimasto com'era fin dall'inizio. Mi spiego. Credevo che con una nuova partner ciò che era sopito si sarebbe risvegliato e invece niente. Ho subito avuto difficoltà.
Nonostante il cambio di partner il risultato è il medesimo, non penso dunque possa essere dovuto direttamente a una o all'altra compagna. Sono sicuro che di fronte ad un'altra donna io avrei le stesse sensazioni. Vedendo una bella ragazza io la apprezzo, posso avere una fantasia, ma poi nella realtà "non saprei cosa farci", io arrivo fino ad un certo punto, ma poi stop.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
<<Nonostante il cambio di partner il risultato è il medesimo, non penso dunque possa essere dovuto direttamente a una o all'altra compagna. Sono sicuro che di fronte ad un'altra donna io avrei le stesse sensazioni.>>

Caro Utente,

quello che scrive, e in particolare la frase che le ho riportato, sembrerebbe confermare il fatto che il problema non sia afferente alla sfera strettamente sessuale.
Sembra invece, come ipotizzavo nel precedente post, che sia la sua modalità relazionale, da un punto di vista emozionale, su cui varrebbe la pena lavorare.

Anche in questo post, come nel precedente e nonostate la mia sollecitazione ad aggiungere particolari sui suoi sentimenti e le sue sensazioni nel rapporto (non sessuale) con la sua ragazza, lei sembra omettere ogni considerazioni di natura emotiva; sembra quasi che ne voglia prendere le distanze.

Potrebbe essere lo stesso vissuto che l'accompagna durante l'atto sessuale?
Prima delle due relazioni di cui parla ha avuto altre esperienze? E, se si, di che tipo?

Come vive le altre relazioni? In famiglia? Con le amicizie?

E negli altri ambiti della sua vita come si sente?

Queste sono solo alcune delle domande su cui la inviterei a riflettere; non è tenuto a rispondere e mi scuso se le mie domande potrebbero apparirle come un interrogatorio.

Credo che un consulto de visu con uno psicologo psicoterapeuta potrebbe esserle d'aiuto per fare un po' di luce nei suoi vissuti *emotivi* e ritrovare la serenità che merita.

Un caro saluto
[#5]
dopo
Utente
Utente
Provo a rispondere a queste sue domande in maniera esauriente.
Prima di queste due relazioni avevo avuto solo qualche sporadica avventura estiva da adolescente senza aver mai avuto alcun rapporto sessuale.
In generale ho un po’ di difficoltà nei rapporti interpersonali sia che siano familiari, di amicizia o sentimentali. Mi spiego meglio.
In amicizia ho difficoltà ad avere un rapporto costante, profondo, ho pochi amici, tutti di lunga data ma posso di per certo dire che solo con uno di loro mi trovo quasi sempre a mio agio. Diciamo che sono scostante con dei periodi in cui ci sono e altri meno. Inoltre ho solo amici uomini, nessuna ragazza.
In generale tendo a sentirmi inferiore a chi mi sta accanto, non ho molta fiducia nelle mie capacità.
Sono uno studente di ingegneria fuoricorso, principalmente perché non trovo stimolo in quello che faccio, ma cerco di portarlo a termine, con poca voglia, per senso del dovere. Inoltre non riesco a trovare lavoro e di conseguenza passo gran parte delle mie giornate a casa a cercare di portare a termine gli studi. Sotto questo punto di vista mi sento avvilito, scoraggiato, incapace nel vedere tutti quelli che mi stanno attorno sorpassarmi.
Il rapporto coi miei genitori è buono, sono brave persone, sempre stati molto attenti e premurosi, ma da solo non riesco a descriverlo.
Se poi devo parlare di amore e sentimento, beh, non sono molto bravo. Sono cose che non riesco a comprendere. Non so descriverle cosa provo verso la mia attuale ragazza o la precedente.
Se altre domande sono lieto di risponderle
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Le altre domande, a mio avviso, non potranno mai esse esaustive ed approfondite, come una consulenza de visu, fatta di riservatezza, intimita' ed empatia , indispensabile clima da creare per l' esplorazione del vissuto .
Da quanto leggo di lei, sembra che le fasi della risposta sessuale siano tutte presenti , funzionanti e funzionali al rapporto, ma la sensazione di piacevolezza e di interiorizzazzione del piacere e' assente, sia nella sessualita' , che in quello che fa, come lo studio, per esempio.
La vita sessuale, non puo ' essere relegata all' aspetto ginnico e coitale, ma va integrata all' aspeto emozionale , psichico e relazionale , credo che un approfondimento sia utile.
V.Randone

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

ho riletto anche i suoi precedenti consulti e, alla luce delle precisazioni che ha fornito rispetto alle mie domande stimolo, mi sembra di poter dire che quello che oggi ci presenta è solo uno degli aspetti della sua vita su cui avrebbe bisogno di fare un po' di chiarezza.

Come detto anche dalla collega, Dr.ssa Randone, la sede più opportuna per approfondire queste tematiche purtroppo non è questa; è necessario un consulto di persona per poterle dare l'ascolto empatico che occorre e per aiutarla a fare luce su tutti gli aspetti emozionali e relazionali le cui dinamiche, sembra, stiano alla base del disagio sessuale che ci racconta.

In passato ci aveva chiesto se ritenessimo opportuno rivolgersi ad una struttura pubblica cui si era già rivolto in passato. L'ha più fatto?

Un caro saluto
[#8]
dopo
Utente
Utente
Purtroppo la mie problematiche non sono state ritenute tali da darmi la possibilità di accedere a questo servizio in modo duraturo così da risolverne le cause.

Non ho l'opportunità economica di rivolgermi privatamente, purtroppo credo che dovrò tenermi i miei problemi e quello che succederà, succederà.

grazie mille per le risposte gentili.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Una consulenza psicologica o una psicoterapia, non la si autorizza soltanto se il paziente e' grave, ma se il paziente lo richiede per un disagio soggettivo .
Si rivolga ad una struttura pubblica, vedra' che verra' ricevuto.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa,
mi sono rivolto al CPS di zona ormai quasi un anno fa, ho avuto due incontri con uno psichiatra, a distanza di un mese l'uno dall'altro, mi era stato prescritto un antidepressivo, che più che farmi dormire non faceva, dopo di che sono stato indirizzato verso una struttura privata e tanti saluti.
Evidentemente quello che voi ed io consideriamo un disagio degno di essere trattato in quanto condiziona le mie giornate, non viene considerato tale da chi speravo di essere aiutato.
Purtroppo mi ritrovo nuovamente solo ad affrontare il tutto e ormai non ci riesco più.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

nella sua provincia esistono anche consultori familiari a cui può rivolgersi per segnalare il suo disagio.
Non getti la spugna, è un suo diritto che il suo malessere venga accolto.

Le allego il link con l'elenco dei consultori familiari attivi nella sua provincia:

http://www.asl.lecco.it/Templ_cont.asp?IDLivello1=63&IDlivello2=452

Un caro saluto e, se crede, continui a tenerci informati.

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
da ciò che racconta l'esperienza non felice ma lunga avuta con la sua prima ragazza sembra aver avuto un'importanza notevole e potrebbe aver innescato un circolo vizioso di bassa autostima e ansia che non facilitano l'atto sessuale. Se questo fosse il caso una psicoterapia Strategica Breve può essere indicata e pertanto gliela segnalo. Essa non comporta grandi costi proprio per la sua brevità.
Non sia pertanto così pessimista sull'inutilità di parlarne prima di aver tentato almeno una psicoterapia.

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo