Mi impappino nel parlare

Egregi dottori,
vi scrivo poichè ritengo di avere un problema che mi sta condizionando l'esistenza.
Sono un aspirante avvocato, esercito tutt'ora come patrocinatore legale non avendo ancora passato l 'esame di stato.
ho iniziato tardi questa professione, in quanto fino all'ultimo non ero deciso a intraprendere questa professione, ma siccome mi è successo di rimanere senza lavoro, ho deciso di iniziare la pratica circa un anno e mezzo fa, cercando di sfruttare la laurea che avevo conseguito.
Sono una persona molto timida e con una certo timore reverenziale verso l'autorità..ho iniziato con questa professione ad avere a che fare con giudici e avvocati ed ho notato che non riesco a rapportarmi con loro come vorrei, nel senso ho sempre un senso di inadeguatezza verso di loro.
la cosa che comunque ultimamente mi crea piu problemi è che capita alle volte in udienza di impappinarmi nel parlare, perchè agitato e nervoso. Stamattina ad esempio nello spiegare le mie ragioni mi sono impappinato e sono andato nel panico, tanto è che il giudice ha deciso in senso opposto a quanto io avevo chiesto..Ritengo che un altro al mio posto avrebbe espresso le sue idee in maniera piu incisiva e quindi mi do la colpa di questo mio insuccesso di oggi.
ed è capitato anche altre volte. in sostanza mi impappino nel parlare, non ho una risposta sempre pronta per controbattere, e alle volte incasino anche i discorsi che possono sembrare piu semplici.
Voi capite che nella professione che io ho intenzione di fare per il resto della mia vita, questo è un problema grave!
che consigli potete darmi?
Vi ringrazio anticipatamente per le risposte


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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

è probabile, da quanto scrive, che il suo sia un problema di poca autostima. Ci parla del suo tratto di timidezza, che può influire su questo aspetto ma non mi è chiaro se prima di intraprendere la professione aveva lo stesso tipo di disagio. Le capitava già di impappinarsi a parlare? Magari durante gli esami universitari?

A parte il rapporto con le autorità qual'è la qualità delle sue relazioni sociali? Amici, parenti, relazione amorosa?

Ci dia qualche dettaglio ulteriore per poterle dare indicazioni più precise.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Anche prima di iniziare questa professione ho sempre avuto questo tipo di disagio. Il lavoro che facevo prima era cmq un lavoro dove avevo poco contatto con le persone e quindi non mi sono mai posto il problema.
Durante gli esami universitari mi capitava alle volte di fare una fatica enorme nel spiegare concetti che non avevo imparato a memoria. Pur conoscendo e capendo di cosa si parlava, avevo infatti problemi nello spiegarli...è sempre stato cosi!

Non ritengo di avere problemi a relazionarmi con amici e fidanzata, anche se ho comunque questo tipo di problema anche quando devo spiegare una determinata cosa complicata ad un amico o parente, ma in quel caso non me ne faccio un problema e comunque è meno accentuato rispetto a quando parlo ad un giudice!
Ho sempre pensato fosse una questione di pochezza del mio vocabolario, ma mi rendo conto che forse c'è qualcosa di più!


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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

la pochezza del vocabolario credo sia un "problema non problema". Ci sono persone che non hanno un vocabolario molto ricco e forbito e nonostante questo riescono a relazionarsi in modo del tutto spontaneo con amici ed estranei.

Probabilmente è la sua insicurezza di base che le fa percepire una sua difficoltà nell'esprimersi e, come spesso accade, la profezia si autoavvera.
Sembrerebbe trattarsi di un problema di autostima, come le ho detto; come se lei non si sentisse mai all'altezza della situazione se non in contesti che, per abitudine e per tipo di relazione, riconosce come sicuri e non ostili.

Purtroppo non esistono consigli, come lei chiede, perchè si possano acquisire le abilità sociali che, credo, in lei siano solo sopite, forse anche, per paura del giudizio altrui. Sicuramente ha tutte le potenzialità per poter acquisire la sicurezza che le manca; e non le manca certo l'intelligenza per acquisire, eventualmente, un vocabolario più ricco.

Anche se, le ripeto, non credo si tratti di questo; lo si vede da come scrive, lo si può intuire dal fatto che ha comunque preso una laura, seppur con le difficoltà emotive che ci racconta e che l'hanno ostacolata nel corso degli studi.

Credo che un consulto di persona con uno psicologo possa meglio inquadrare i significati che si celano dietro a questa sua paura ed aiutarla a trovare un nuovo modo di relazionarsi.

Dal punto di vista del mio orientamento teorico, sono importanti i significati e le emozioni connesse a questo suo particolare modo di relazionarsi; in questo caso il lavoro psicologico sarebbe focalizzato su tutte le dinamiche che riguardano il suo mondo psichico e l'obiettivo generale punterebbe a un cambiamento che abbraccia l'unicità della persona nel suo insieme.

Esistono anche altri orientamenti (ad esempio quello cognitivo comportamentale) che si occupano, in questi casi, di impostare un percorso che si basa proprio sull'acquisizione delle abilità sociali senza necessariamente "scomodare" dinamiche più profonde che possono essere alla base del suo disagio. Si tratta di un vero e proprio training in cui apprendere e sperimentare nuove modalità comunicative.

Le consiglio di contattare uno psicologo di persona avendo chiaro quale obiettivo aspettarsi dal percorso.

Se crede, ci tenga aggiornati.

Un caro saluto.