Momenti di tachicardia ansia leggera

sono un ragazzo di 25 anni ,da fine agosto ho dei piccoli attacchi di ansia che si manifestano con palpitazioni, mancanza d'aria bribidi di freddo. A fine settembre dovevo partire per Londra per studiare in un collage, ma 2 mesi prima di partire ho avuto attacchi di panico e ansia ed ho deciso di posticipare il tutto a gennaio. Non riesco a capire la natura di questi momenti i quali sono fastidiosi come puo' immaginare. ( 3 anni fa, sono già stato a londra per circa 3 settiamane e sono stato 9 gg a letto per via dell'influenza di quel periodo ovvero la Suina., Ricordo di aver avuto una forte paura in quei giorni, potrebbe essere dovuto al subconscio ?Ho letto diversi articoli sul web, adesso quando percepisco la sensazione di ansia cerco di distrami, ad esempio chiamare un amico al cellulare..oppure inviare un sms. Io non avevo mai sofferto prima d'ora,. La mia paura attuale è che l'ansia possa fuori uscire qnd sarò a Londra ossia a gennaio, perchè immagino che in un posto nuovo, sia piu' facile incontrare momenti di difficoltà. A metà settembre ho chiesto un consiglio al medico di famiglia, il quale mi ha consigliato di non pensarci e di non soffermarmi piu' di tanto. In questi mesi sono accadute diversi occasioni in cui ho avuto dei sintomi ansiosi, anche se in maniera molto lieve rispetto la prima manifestazione che è avvenuta a fine agosto in cui avevo una forte palpitazione e mi mancava l'aria. (perché ero agitato se partire oppure posticipare il tutto a gennaio ) E' stata una brutta esperienza, Piu' mi agitavo piu' non passava. Il giorno dopo ho effettuato ricerche su internet e mi sono tranquillizzato, pero' diciamo che da quella sera è stato l'inizio. Posso dire che rispetto a 2 mesi fa riesco a gestire, anche se vorrei eliminare del tutto questo “fastido”. Le diro' un altro piccolo episodio, lavorando nell'azienda di famiglia spesso sono all'estero, ad ottobre per lavoro sn stato a Berlino 6 gg con una collega. Due giorni prima di partire ho avuto "paura" che l'ansia sarebbe fuoriuscita & mi preoccupavo perchè cmq mi sarei trovato in un posto lontano da casa. Durante la permanenza a Berlino ovviamente non ho avuto nessun sintomo è andato tutto bene. Ho notato che questa sensazione di disagio l'avverto la sera soprattutto quando rimango a casa ( ovviamente non tutte le sere ).Magari rimanere a casa in relax a volte il pensiero ricade su l'ansia . Ho fatto un piccolo sunto di tutto.. come dovrei comportarmi ?
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Caro Utente

Quello che lei descrive è proprio il tipico circolo vizioso del disturbo di panico. Il problema non sta tanto nell'attacco di panico (o di ansia) quanto nel fatto che lei tende ad evitare tutte le situazioni in cui potrebbe verificarsi un attacco di panico, oppure se ne avvicina ma con una forte ansia, che non fa altro che aumentare la probabilità che l'attacco si verifichi.
Senza scomodare il subconscio, quello che lei prova è semplicemente paura della paura, lei stesso dice "più mi agitavo più non mi passava". Il problema non è la paura (o l'ansia, emozioni assolutamente "normali" che tutti noi sperimentiamo in molte situazioni, esattamente come la tristezza o la rabbia) ma il fatto che lei ne abbia paura e che cerchi di "eliminarla del tutto": questo non solo non è possibile, ma è proprio quello che mantiene in piedi il disturbo.
Quello che le consiglio è una psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale, che è il trattamento d'elezione per questo tipo di problema e che le permetterebbe di affrontare il problema in maniera efficace e duratura.

In bocca al lupo
[#2]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
Caro utente,

concordo con la collega. Il non pensarci non è risolutivo, ha solo un effetto di temporeggiamento, ma poi, come avrà notato, i sintomi ritornano sempre. Inoltre lei ha già messo in atto fattori di evitamento (non andare a Londra) e protettivi (chiamare un amico per calmarsi). Tutto rientra nel circolo vizioso del panico. Tutto ciò che fa riporta all'ansia, come una ruota che gira. Tale circolo va spezzato, contrastato. Un collega psicologo-psicoterapeuta cognitivo-comportamentale potrà facilmente aiutarla a comprendere e a superare questi meccanismi automatici di ingigantimento dei sintomi e della costituzione di un circolo vizioso.
Evitare o girare intorno non serve a molto. Si può invece rivolgere invece ad un collega di presenza.

Spero di esserle stata utile. Per qualsiasi altro chiarimento resto a disposizione.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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