Ansia e paure

Buongiorno,sono una donna di quasi 40 anni,mamma di due bimbi e moglie felice..la mia vita sarebbe perfetta senonchè da circa un anno e mezzo credo di soffrire di una forma d'ansia che in certi giorni mi sfianca e mi fa vivere come se avvertissi che sta per succedere qualcosa di terribile. Soprattutto adesso mi son fissata con la salute dei miei cari e in particolare con mia mamma! Per assurdo se solo ha un colpo di tosse in più,mi convinco che abbia qualcosa ai polmoni,se invece si dimentica di qualcosa ha sicuramente un'inizio di alzheimer!! Queste convinzioni mi fanno stare malissimo,e siccome mi tengo tutto dentro,soffro in silenzio finchè la crisi non passa,ma adesso comincio ad essere stanca. Il problema è che anche mio marito sette anni fa finì in cura per attacchi di panico e ipocondria e io ero lì,forte e combattiva accanto a lui a dargli sostegno,e non avevo problemi.Poi però nel 2005 ho perso una bimba all'ottavo mese di gravidanza per una malattia cromosomica: il dolore è stato forte e c'è tutt'ora,e ho paura che questo mio lutto mai elaborato del tutto possa essere in parte la causa del mio malessere attuale. Specifico che invece quando sono al lavoro (stretto contatto con il pubblico) sto benissimo,e se parto da casa con l'ansia arrivata lì mi passa magicamente...cosa mi consigliate? grazie mille.
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
Gentile Signora,

è in effetti possibile che il lutto non elaborato per la grave perdita che ha subito la stia attualmente ancora influenzando e che quanto ha fin qui represso sia riemerso, dando vita ai suoi attacchi di ansia anticipatoria e ipocondria.

Suo marito è stato male dopo la perdita della bambina e quindi il suo disagio è dovuto a questo motivo?
Che cure ha fatto?
Ora sta bene?

Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
non so come sia stata l'esperienza terapeutica di suo marito, ma evidentemente ora è Lei ad aver bisogno di aiuto.
Lui ha risolto i suoi problemi?
Si sente a sua volta "supportata" da lui in questo particolare momento di fragilità?
Mi dispiace molto per la terribile esperienza che vi siete trovati a vivere: a suo tempo non avete effettuato delle sedute con uno psicologo? Ritiene che quei fatti si ripercuotano ancora così pesantemente nel presente?
Non ha pensato ora di rivolgersi di persona ad un Collega della sua zona?


Cordialmente,


Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentili Dott Pozzi e Dottoressa Scalco,inanzitutto vi ringrazio per le vostre celeri risposte.
Dunque,mio marito iniziò a star male molto prima della perdita della bambina.Era forse il 1998/99...a causa di una persistente raucedine gli diagnosticarono un banale polipo sulle corde vocali,ma lui cominciò a pensare che fosse qualcosa di brutto e da allora partì la sua ipocondria,dovuta,disse il suo terapeuta di allora,soprattutto al fatto che perse suo padre per cirrosi quando lui era appena quindicenne e la madre per proteggerlo non gli disse nulla sulla gravità della situazione. Suo padre arrivò a casa in fin di vita e mio marito non riuscì neppure ad andare a salutarlo,Questo senso di colpa lo tormenta tutt'oggi. Però adesso,dopo un percorso con una bravissima psicologa,sembra essere guarito. Ma è stata dura,anche per me,perchè ero io il suo punto di riferimento,era a me che chiedeva continue rassicurazioni sulla sua salute,vi immaginate sentirsi chiedere decine di volte: questo neo è normale per te?
Poi è accaduto della piccolina. Io sono stata forte,ho affrontato la perdita e al momento del parto non ho voluto vedere mia figlia.Questo è anche un rimpianto atroce,che ha segnato profondamente la mia vita.Nessuno mi ha consigliato il contrario,non ho avuto assistenza psicologica in ospedale e magari,col senno di poi,mi sarebbe servita,anche se al momento sembrava che non ce ne fosse bisogno
Fortunatamente,dopo un anno e mezzo ho avuto la mia terzogenita che è stata la mia salvezza,ma certo non potrà sostituire l'altra mai nata.
Ora mi ritrovo con questa ansia cominciata a maturare il giorno in cui a mia mamma iniziarono le sue vertigini.Finchè non ho saputo con certezza che erano dovute alla meniere,stavo sempre davanti al pc a cercare una possibile causa e naturalmente mi ero convinta che avesse un tumore al cervello! Ecco,una cosa che non capisco è perchè mi son fissata con la salute di mia madre...perchè proprio lei? Io le sono molto legata,viviamo vicine,lei è un tipo forte e giovanile e diciamo che è il perno della famiglia,ma non capisco questa mia ossessione. Comunque,mio marito sa che ho questi momenti di ansia,ma non gli ho detto esattamente da cosa derivano,anche perchè ho paura che possa regredire anche lui e allora cosa faremmo?Io non riuscirei più a gestirlo come una volta. Per favore datemi un consiglio,è meglio che mi rivolga ad uno specialista della zona,o potrei pensare che un giorno sta cosa passi da sola come è venuta? grazie infinite!
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
Se suo marito è guarito si è anche rafforzato a sufficienza da poter essere lui a sostenere lei, ora che ne ha bisogno.
La psicoterapia serve infatti a indurre modificazioni tali da scongiurare successive ricadute, perchè si modificano i presupposti che hanno reso possibile lo sviluppo del disturbo o della patologia che è stata curata (questo vale soprattutto per le psicoterapie che indagano e risolvono le cause alla base dei sintomi, ma qualunque psicoterapia abbia effettuato suo marito se il lavoro è stato sufficientemente approfondito e prolungato penso si possa dire lo stesso).

Lei ci chiede come mai si è "fissata" con la salute di sua madre, ma ci dice anche che siete molto legate e che è il perno della famiglia: due ottime ragioni per temere che possa improvvisamente ammalarsi e magari venire meno.

Le sconsiglio di attendere che l'ansia "passi da sola" perchè questa è un'aspettativa poco realistica.
Visto che la sua ansia è probabilmente una reazione ritardata sia all'aborto, sia alla repressione di emozioni che ha dovuto tenere a bada per occuparsi di suo marito, è necessario che lavori con uno psicologo per agevolare l'elaborazione dei vissuti e dei sentimenti che la provocano.
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Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
Carissima signora,
l'ansia,e le preoccupazioni legate alla stessa, tende a manifestarsi all'improvviso,facendo si che la persona si percepisca confusa e disorientata davanti al sintomo.
Solitamente però, andando indietro nella vita del paziente,emerge uno o più eventi in cui lo stesso ha subìto o accettato solo in parte una situazione difficile,trovandosi a convivere con un'inteso vissuto di impotenza.
E' molto probabile che un'esperienza così dolorosa, abbia innescato in lei questo processo.
Perchè il sintomo è emerso proprio con sua madre? Simbolicamente potrebbe essere proprio quel legame madre-bambina interrotto così bruscamente a rivivere nel rapporto,e nelle preoccupazioni,verso sua madre.
Ciò però è solo un'interpretazione, e un percorso di psicoterapia non si limita a questo.
Per tale motivo sarebbe molto importante che ora fosse lei a intraprendere questo tipo di percorso.
Ne ha bisogno,ma soprattutto merita di dare a se stessa la possibilità di ricominciare a star bene,affrontando fino in fondo tutto quel dolore.
Salutandola caramente,
le faccio sinceri auguri per tutto,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it

Dr.ssa serena rizzo

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