Vita insoddisfacente

Salve, sono un ragazzo di 20 anni, faccio l'università ed ho una vita che mi piace sempre meno. Passo infatti quasi ogni giorno davanti al pc, con la scusa di studiare per gli esami, ma poi in realtà faccio dell''altro e va a finire che non mi concentro mai su quello che devo fare realmente, e comincio a guardare qualsiasi cosa mi venga in mente di guardare, oppure trascorrendo intere giornate sui social network, trascurando lo studio. Ma non solo, da circa un anno questa specie di ossessione per il web, non mi permette più di avere una vita sociale reale, poichè viene sostituita direttamente con quella virtuale. Io personalmente non amo stare in casa, eppure mi ritrovo quasi tutti i giorni della settimana in casa, a volte facendo anche 6-7 giorni di fila senza mai mettere piede fuori di casa. Questo quando non seguo le lezioni universitarie, ovvero nel periodo degli esami e molto spesso in estate. Quando invece entro nel periodo delle lezioni, vado all''università e poi quando torno me ne sto a casa senza andare da nessuna parte, tutto con una ripetitività pazzesca, che mi da quasi la nausea. Le uniche volte in cui esco sono il sabato sera, oppure se mi iscrivo in palestra, 1-2 volte a settimana per circa 1 ora e mezza. Le persone con cui esco sono sempre le stesse, con le quali abbiamo creato una sorta di compagnia, e devo dire che ultimamente mi sono stufato di vedere sempre le stesse faccie, ma non so se avrei il coraggio di cambiare compagnia, di conoscere gente nuova. E qui si apre una seconda nota dolente, ovvero la mia immancabile TIMIDEZZA. Quelle poche volte che esco, tipo il sabato sera quando andiamo in disco, oppure a pub, feste ecc., non trovo mai il coraggio di andare a conoscere persone nuove. Poi di attaccare bottone con le ragazze non ne parliamo neppure; è da 5 anni che mi sono promesso di provare a parlare con qualche ragazza, e in 5 anni non ho fatto nessun progresso, ogni volta che mi avvicino, che mi sembra anche di essere convinto, c''è un qualcosa che mi blocca; come se la mia mente non fosse libera di agire come vorrebbe, ma venisse bloccata dal mio inconscio. Questa timidezza mi ha portato negli anni anche un altro problema, che può risultare addirittura invalidante: la balbuzie. Ci sono alcune volte, quando non sono agitato che riesco a parlare benissimo, ma ce ne sono altre in cui non riesco ad esprimermi come vorrei, per esempio ad un colloquio di lavoro, oppure ad un esame, e faccio sempre la figura del cretino che non è in grado di parlare bene. Tutto questo insieme di cose, mi ha portato nell''ultimo anno a chiudermi sempre più in me stesso, ed a cercare di evitare la realtà. Io però non sono così dentro di me e lo so, ma non riesco a fare nulla per cambiare, non riesco a reagire realmente ed a prendere decisioni importanti che diano una svolta a questa vita che non mi appartiene. Vorrei chiedere a voi specialisti, cosa ne pensate? Cosa dovrei fare per uscirne? Aiutatemi ad uscirne.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> E qui si apre una seconda nota dolente, ovvero la mia immancabile TIMIDEZZA. Quelle poche volte che esco, tipo il sabato sera quando andiamo in disco, oppure a pub, feste ecc., non trovo mai il coraggio di andare a conoscere persone nuove. Poi di attaccare bottone con le ragazze non ne parliamo neppure; è da 5 anni che mi sono promesso di provare a parlare con qualche ragazza, e in 5 anni non ho fatto nessun progresso
>>>

Sembra che questa non sia la seconda nota dolente, bensì la prima.

Nel senso che quasi certamente è a causa della tua paura del rifiuto che ti sei ritrovato a ripiegarti su te stesso e su un surrogato di vita come quella online. Qualcuno una volta ha detto per scherzo che internet è così grande, così potente e così inutile che per alcuni è un sostituto completo della vita.

Da qui non è possibile fare direttamente niente per aiutarti, purtroppo. Dovresti decidere di rivolgerti a uno psicologo di persona e parlargliene. Lo psicologo non è solo colui con cui si parla, è in grado di suggerirti compiti e comportamenti per guidarti gradatamente verso ciò di cui hai bisogno. Due approcci focalizzati in questo senso sono il breve strategico e il cognitivo comportamentale. Puoi informati leggendo qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
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https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2336-scegliere-lo-psicologo.html

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Grazie mille per la risposta. Quindi secondo lei, la causa dei miei problemi risiede più che altro nella troppa importanza che do al giudizio delle persone, e forse anche di un'autostima che tende al ribasso? Riguardo la sua proposta di prendere contatti direttamente con uno psicologo, ci rifletterò.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Da qui si possono solo fare ipotesi, non è possibile dare pareri perfettamente centrati sulla persona. Però posso dirti che in base alla mia esperienza, quando la difficoltà consiste nell'avvicinarsi alle ragazze, quasi sempre alla base ci sono ipersensibilità e conseguente paura del rifiuto.

Per vincerle entrambe, c'è un solo sistema: abituarsi gradualmente alla possibilità di essere rifiutati. Che è l'esatto contrario dell'evitamento, che non fa altro che strutturare sempre di più la paura e la convinzione di essere incapaci.

Oppure sperare nel proverbiale colpo di fortuna, che sia una ragazza ad approcciare te e che possa nascere una bella storia d'amore. Ma anche questo però non ti risolverebbe l'ansia.

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Quello che dice lei è assolutamente vero, e molto probabilmente la cosa giusta da fare sarebbe "allenarsi", passo dopo passo a vincere queste paure. Il fatto è che quando mi preparo razionalmente a cercare di superare l'ostacolo, puntualmente mi si presenta la parte irrazionale, che prende la meglio su quello a cui sto pensando, e mi BLOCCA letteralmente.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È proprio per le difficoltà che s'incontrano quando si provano ad affrontare da soli paure limitanti e gravi come queste, che esiste lo psicoterapeuta.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gemtile Ragazzo,
Come gia' evidenziato dal Collega, la timidezza, la balbuzia conseguente, la " fuga online' , sembrano avere tessuto una ragnatela dalla quale lei stenta a venir fuori.
Un lavoro ben fatto su di lei, sui nuclei di vulnerabilita' , potrebbe esser la strada per requilibrare il tutto, vita sociale, lavorativa, spazio per lo studio, pc, ecc....
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

può leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Ci sono abilità che permettono di entrare in relazione con maggior facilità e di mantenere le relazioni. Queste abilità sono comportamenti appresi e quindi è possibile per chiunque imparare e a qualunque età.

Secondo la teoria dell'apprendimento noi impariamo in diversi modi e in diversi contesti. Probabilmente questa tendenza ad isolarsi non Le ha permesso di fare quelle esperienze che permettono di potersi mettere alla prova e di imparare a gestire meglio le proprie paure.

Chiudersi in casa non fa altro che alimentare tali timori.
Escludersi dalla vita reale non farà altro che aumentare la bassa stima che ha di sè.

Noto tra l'altro che c'è un problema di sovrappeso, se i dati inseriti sono corretti. Evidentemente stare troppo davanti al pc ha anche questo effetto... oppure c'è un problema con l'alimentazione?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Ringrazio tutti per le risposte, anche se devo dire che non sono entusiasta delle risposte ricevute. Non credo che mi rivolgerò ad uno psicoterapeuta. In risposta al Dr. Pileici, si c'è un problema si sovrappeso, senz'altro dovuto alla mia sedentarietà e ad un problema con il cibo. C'è da dire però, che circa 2 anni fa ero molto attivo fisicamente, facevo allenamento quasi ogni giorno, e credo che in parte il mio regime alimentare sia rimasto quello, mentre l'attività fisica è venuta meno, e di conseguenza sono ingrassato di molto. Adesso fortunatamente, sono riuscito a diminuire la quantità di cibo, e anche la qualità, e credo che entro l'estate di quest'anno, sarò in grado di raggiungere il peso forma. Detto questo ho letto l'articolo da lei sopra citato, molto interessante. Credo, e sono convinto, che i miei comportamenti siano dovuti ad un'erroneo apprendimento sociale, derivato da situazioni passate (sono stato vittima di bullismo in passato), ma anche dalla mia graduale mancanza di contatto con la realtà. Non sono sempre stato così, come sono oggi, ma lo sono diventato in questi ultimi 2 anni. Pertanto dev'essere successo o cambiato qualcosa in questo arco temporale. Devo inoltre riportare un rifiuto diciamo pure "amoroso" , da parte di una ragazza di cui mi ero follemente innamorato, e che pensavo fosse la mia ragazza ideale; è stato doloroso.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

quindi se ho capito bene anche l'aumento di peso è legato o è conseguenza di condotte di evitamento, giusto?

Non so se anche la rinuncia dell'attività sportiva sia un comportamento di evitamento (ad esempio non vado più in palestra perchè in quell'ambiente è accaduto qualcosa che mi ha fatto stare male o mi ha messo a disagio in qualche maniera....). Per quale ragione non fai più sport? Poi dici che il rapporto con il cibo è problematico, ma che hai mantenuto lo stesso regime alimentare, togliendo solo lo sport.

Bisognerebbe capire se il cibo invece ti è di apparente supporto per gestire emozioni quali la rabbia, il vuoto, la tristezza, la noia, ecc...

Quanto all'invito di consultare uno psicologo psicoterapeuta, non so che effetto ti abbia fatto... :)

A beneficio anche di altri Utenti, però, chiarisco che un momento di difficoltà nella vita può capitare e non c'è nulla di cui vergognarsi.

Evidentemente, come tu stesso confermi, c'è stato un piccolo terremoto che ti ha bloccato (es il rifiuto amoroso).

Che cosa posso fare se qualcuno mi rifiuta?
Diciamo che il rifiuto non fa mai piacere a nessuno e che bisogna essere molto delicati quando diciamo di no all'altro.
Riceverlo però può aprire crisi in base ai significati che noi tendiamo ad attribuire e che fanno parte del mio passato e della mia storia.

Per te che cosa ha significato quel rifiuto?

E' chiaro che più il significato del rifiuto si avvicina a quello di valore personale ad es., più possono esserci danni (es l'altro mi ha detto di no perchè sono brutto... ).

Prendere le distanze da tutto ciò, può invece aiutare a gestire il rifiuto in maniera diversa. In prima battuta sarà comunque spiacevole, ma poi avremo le risorse per guardarci attorno e capire che ci sono altre persone che non vedono l'ora di stare con noi.

Saluti,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ringrazio tutti per le risposte, anche se devo dire che non sono entusiasta delle risposte ricevute. Non credo che mi rivolgerò ad uno psicoterapeuta.
>>>

In tal caso, parlando di ansia, forse potresti trovare utile questo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Alla Dr.ssa Pileci, la causa principale dell'aumento di peso, è il cambio di vita, da movimentata a sedentaria, e la causa di questo cambiamento è di tipo fisico, ho subito un intervento e sono dovuto rimanere fermo parecchio tempo. Finita la guarigione, non ho più ripreso per motivi legati allo studio-lavoro, che non mi permettevano di fare attività fisica, mancava proprio il tempo per farla. Però il mantenimento del regime alimentare è dovuto a fattori psicologici, come se il cibo fosse un antidepressivo. Quindi l'alimentazione è sia legata che conseguenza del problema. Alla domanda che cosa abbia significato per me il rifiuto, posso dirle che mi ha profondamente segnato e mi ha fatto sentire debole, ed incapace più che brutto, ma comunque ha intaccato il mio valore personale. Poi sul discorso della psicoterapia potremmo stare a discutere giorni e giorni, ma la decisione è no, punto e basta. Devo dire comunque che già parlarne con voi, mi sta facendo stare meglio. Ringrazio ancora per le risposte ricevute.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Poi sul discorso della psicoterapia potremmo stare a discutere giorni e giorni, ma la decisione è no, punto e basta. Devo dire comunque che già parlarne con voi, mi sta facendo stare meglio.
>>>

Parlarne qui ti fa sentire meglio sul momento, eppure ciò non solo non ti aiuta, ma non fa altro che confermare a te stesso che sei una persona che ha bisogno di "sentirsi al sicuro" per parlare di certe cose. A distanza sembra meglio che di persona, ma se il tuo problema è l'ansia sociale, è evidente che stare a distanza significa continuare a evitare. E l'evitamento è proprio ciò che *mantiene* in vita l'ansia.

Non è detto che tu abbia bisogno di una psicoterapia, ma certamente farti dare un parere di persona avrebbe un valore che non possono avere tutti i discorsi che si possono fare qui. Perché una cosa è certa: l'ansia sociale non si risolve restando a distanza di sicurezza.