29 enne, problemi timidezza

Gentili Dottori vi scrivo per chiedervi un consulto per un mio problema caratteriale.
Inizio col dirvi che ho 29 anni, vivo in un paesino del sud Italia e da sempre son stato molto timido ed introverso.
Non credo che questo carattere sia dipeso da particolari eventi per me traumatici, dacché mi ricordi son stato sempre così.
In famiglia non ho mai avuto grandi problemi, a parte mio padre che non riusciva mai a dimostrarmi un grande affetto: sempre pronto a punire, timoroso quando doveva farmi un plauso.
In ambito sociale avevo difficoltà a socializzare con i compagni di classe, ma avevo comunque degli amici con i quali passavo qualche pomeriggio di svago.
Quando ho subìto l'ultimo trasferimento nel paese natio dei miei genitori a 12 anni ho iniziato ad essere solo, completamente solo.
In classe non riuscivo minimamente a socializzare, anzi, per la mia timidezza, ero spesso vittima di fenomeni di bullismo da parte di alcuni compagni violenti. Né gli insegnanti, né la scuola, né i miei genitori erano in grado di risolvere la situazione, eppure sarebbe bastato farmi cambiare classe, ma si riteneva che tale esperienza sarebbe servita a rinforzare il mio carattere. All'epoca il bullismo non era molto al centro dell'attenzione mediatica, pertanto si tendeva a minimizzare il problema.
Dopo le scuole medie ho rinforzato sicuramente il carattere divenendo meno sensibile, tuttavia son rimasto una persona molto timida, insicura e introversa.
Ho provato in mille modi a cambiare carattere, ho frequentato palestre, iscritto all'università ma son riuscito solo lievemente a cambiare. Alla fine mi sono accettato per quello che sono, e direi che il maggior miglioramento l'ho avuto proprio dopo questo passo.
Attualmente il problema della timidezza è abbastanza risolto. Tuttavia permane il problema della solitudine. Oserei dire che per me non è un grave problema: quando non lavoro e nei weekend ho tanto tempo libero da dedicare alla mia passione per il pc. Ma spesso cado in depressione, specie quando vedo sui social network le foto dei miei coetanei che si divertono in discoteca, viaggiano.. semplicemente vivono. In tali circostanze mi viene un magone enorme perché sento che nella mia vita manca un qualcosa di importante, la vita stessa.
Mi manca essenzialmente l'amicizia, l'affetto da parte di qualcuno che non sia un famigliare. Credo che dalla mancanza di affetto derivi anche la mia omosessualità che continuo a reprimere.Mi piacciono anche le ragazze e sarebbe davvero un sogno poter sopprimere del tutto e per sempre le mie attrazioni per i maschi, non perché mi faccia schifo essere gay, ma perché ho il desiderio di farmi una famiglia e avere dei figli.
E' una situazione davvero anomala, me ne rendo conto, ho fatto un grande lavoro di analisi sulla mia personalità e tanto antro ne sto facendo tuttora per provare ad essere più "social" nella vita reale.Cosa posso fare ancora?
Attendo Vostre risposte, Cordiali Saluti
[#1]
Dr.ssa Giuseppina Ribaudo Psicologo 97
Carissimo Utente,
complimenti per il recupero.. ma penso che ci sono delle cose che sarebbe opportuno rielaborare.
"Non credo che questo carattere sia dipeso da particolari eventi per me traumatici": il fatto che allora si minimizzava il bullismo ritorna anche nella sua frase.
Penso che gli eventi traumatici del bullismo portino all'isolamento se non vengono elaborati grazie all'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta.

é mai andato?

Dr.ssa Giuseppina  Ribaudo

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

legga questo articolo, potrebbe esserLe molto utile:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Che cosa le impedisce di superare la solitudine e avere amicizie al di fuori della sua famiglia?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, grazie innanzitutto per le Vostre risposte.

@Dr. Ribaudo: Prima della scuola media ero già timido ed introverso, per questo ritengo che questo carattere non sia dipeso da alcun trauma. Ero la vittima preferita dei bulletti proprio perché ero molto timido. Riconosco comunque che i fenomeni vissuti nella scuola media sono stati traumatici, almeno nell'immediato periodo successivo. Avevo infatti, il timore di essere giudicato, o ricevere violenze verbali/fisiche dai miei coetanei. Non parlai di questo con i miei genitori, né con alcuno specialista. Pian piano superai questo trauma socializzando con qualche compagno di classe.

@Dr. Pileci: Ho letto il suo articolo e l'ho trovato estremamente utile, la ringrazio.

@Dr.Santonocito: Ho provato più volte a rispondermi a questa domanda. Specie nei weekend quando rimango a casa al contrario di tutto il mondo! Non sono mai riuscito ad individuare precisamente quali fattori mi impediscano di superare la solitudine. Credo che dipenda dal mio ormai consolidato stile di vita (casa-lavoro), dal fatto che non ho amici con cui uscire, infine da una maturata apatia nei confronti di una vita sociale.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"E' una situazione davvero anomala, me ne rendo conto, ho fatto un grande lavoro di analisi sulla mia personalità e tanto antro ne sto facendo tuttora per provare ad essere più "social" nella vita reale.Cosa posso fare ancora?"

Gentile Utente,

anzichè analizzare le diverse situazioni, che tanto non cambiamo concretamente la situazione, ciò che potrebbe fare è cominiare a FARE qualcosa di mirato per uscire da questa situazione.

Se da solo non riuscisse, potrebbe prendere in considerazione l'idea di rivolgersi personalmente ad uno psicologo psicoterapeuta, che si occupi specificamente di tali problematiche.

In genere queste situazioni sono risolvibili in tempi anche stretti con approcci focalizzati sul problema e attivi, come ad es la cognitivo-comportamentale.

Un cordiale saluto,
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Credo che dipenda dal mio ormai consolidato stile di vita (casa-lavoro), dal fatto che non ho amici con cui uscire, infine da una maturata apatia nei confronti di una vita sociale
>>>

Queste sembrerebbero più conseguenze, non cause, del suo non socializzare.

Se non esce e non interagisce, è chiaro che viene assorbito dallo stile abitudinario, che non ha amici e che diventa apatico.

Ma se è il fatto di non avere una vita sociale e di essere insicuro, a disturbarla, dovrebbe fare qualcosa in questo senso.

Alcune forme di psicoterapia fanno uso di prescrizioni comportamentali, ossia dell'azione, per sbloccare le situazioni come la sua, gradualmente.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio nuovamente per i vostri consigli, provvederò ad agire subito al fine di cambiare radicalmente il mio stile di vita. Magari affiderò il lavoro a specialisti.

Personalmente, grazie alle varie esperienze lavorative e alla maturità mentale raggiunta per l'età, ritengo di esser riuscito ad eliminare buona parte della timidezza e della insicurezza che mi affliggevano un tempo. Credo (e spero) che gli unici problemi siano, come mi faceva notare il Dr. Santonocito, il totale assorbimento dallo stile abitudinario e la conseguente apatia. Proverò ad abbattere questi vincoli.

Mi è stata molto utile questa discussione, immensamente grazie carissimi Dottori.
Cordiali Saluti.
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