Depressione adolescenziale. come aiutare?

Salve, vi scrivo non per un aiuto personale, ma perché penso che una mia amica sia in depressione e la situazione sta degenerando velocemente. Cerco di riassumere i fatti principali: cinque o sei anni fa quest'amica ha avuto un fortissimo trauma psicologico in quanto sono morte le due persone a cui era più affezionata, una in seguito ad un tumore e l'altro, poco dopo, ha commesso un suicidio. Ai tempi i genitori non l'hanno affatto aiutata, limitandosi a mandarla dallo psicologo che, poco dopo, si è rifiutata di vedere.
Ultimamente sta di nuovo molto male, ha sbalzi d'umore da un momento all'altro, passa le giornate a piangere, anche senza apparente motivo, e prova moltissima rabbia repressa e l'impulso di "far male agli altri". Non potendo, ovviamente, sfogare questo suo istinto, mi ha confessato che fa del male a se stessa ma, purtroppo, non sono riuscita a farmi dire in che modo.
Inoltre, non riesce a dormire perché si sveglia di continuo.
Uno dei fattori che mi preoccupano maggiormente è che già un paio di mesi fa, quando non stava bene prendeva uno Xanax. Adesso è arrivata a prenderne una decina al giorno e, sebbene dica che può farne a meno, temo che ne abbia sviluppato una dipendenza e che possa avere ripercussioni molto gravi. Ho paura che possa arrivare a fare gesti estremi, anche se ne dubito.
So anche che spesso ha degli attacchi d'ansia, fatica a respirare fino a quando non si calma.
Chiedo un Vostro consiglio perché lei rifiuta di farsi aiutare. Ho provato a convincerla ad andare da uno psicologo, ma dice che finirebbe solo con il mentire perché trova inconcepibile confidarsi con uno sconosciuto. Le ho proposto di andare con lei, di tenerle compagnia quando si sente sola e sta male, ma rifiuta qualsiasi idea che mi venga in mente, dicendo che sa di non poter essere aiutata.
Vorrei chiedervi se c'è qualcosa che posso fare per lei, dato che sono l'unica persona con cui un minimo si confidi, so che non riuscirà a reggere questa situazione ancora a lungo.
Vi ringrazio per l'attenzione e per l'aiuto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Ragazza,

l'utilizzo di psicofarmaci al di fuori delle indicazioni e del controllo medico e in particolare di benzodiazepine, che danno dipendenza e tolleranza (necessità di aumentare progressivamente la dose per ottenere il medesimo effetto), è assolutamente da sconsigliare a chiunque e in particolare in una giovane ragazza che soffre di problemi piuttosto seri e pensa di non avere altra strada per lenire la propria sofferenza.

Hai quindi ragione a preoccuparti di questo e di tutto il resto: la tua amica ha bisogno di aiuto ed è necessario che ne riceva.
Se però è maggiorenne ha tutto il diritto di rifiutare cure eventualmente imposte dai genitori e può solo essere convinta ad accettarle.

I suoi genitori che tipi sono?
L'hanno mandata dallo psicologo quando era più piccola perchè pensavano di non poter fare null'altro per lei o per togliersi il problema?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
La mia amica è maggiorenne, quindi anche avvisare i genitori risulterebbe inutile, soprattutto considerando il fatto che lei "saboterebbe" la terapia con lo psicologo modificando ciò che prova per renderlo, con parole sue, "meno brutto".
I suoi genitori in ogni caso la ignorano completamente da sempre, ha una situazione familiare davvero pessima in cui ognuno fa per sé e così è sempre stato. L'averla mandata dallo psicologo dopo quell'accaduto è stato un volersi togliere la responsabilità, penso non abbiano nemmeno mai parlato davvero con lei dell'accaduto. Comunque lei non sembra soffrire dei suoi inesistenti rapporti familiari.
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La mia amica è maggiorenne, quindi anche avvisare i genitori risulterebbe inutile, soprattutto considerando il fatto che lei "saboterebbe" la terapia con lo psicologo modificando ciò che prova per renderlo, con parole sue, "meno brutto".
I suoi genitori in ogni caso la ignorano completamente da sempre, ha una situazione familiare davvero pessima in cui ognuno fa per sé e così è sempre stato. L'averla mandata dallo psicologo dopo quell'accaduto è stato un volersi togliere la responsabilità, penso non abbiano nemmeno mai parlato davvero con lei dell'accaduto. Comunque lei non sembra soffrire dei suoi inesistenti rapporti familiari.
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La mia amica è maggiorenne, quindi anche avvisare i genitori risulterebbe inutile, soprattutto considerando il fatto che lei "saboterebbe" la terapia con lo psicologo modificando ciò che prova per renderlo, con parole sue, "meno brutto".
I suoi genitori in ogni caso la ignorano completamente da sempre, ha una situazione familiare davvero pessima in cui ognuno fa per sé e così è sempre stato. L'averla mandata dallo psicologo dopo quell'accaduto è stato un volersi togliere la responsabilità, penso non abbiano nemmeno mai parlato davvero con lei dell'accaduto. Comunque lei non sembra soffrire dei suoi inesistenti rapporti familiari.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Si rende conto di avere un problema?
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Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Sì, sa di averlo ma pensa di poterlo gestire da sola, nonostante spesso dica di non farcela più. Inizialmente lo leniva con gli psicofarmaci che, tra l'altro, non so nemmeno dove trovi, forse le erano stati prescritti anni fa e i suoi genitori continuano a comprarli, oppure se li procura da sola. Adesso però dice che non le fanno quasi più effetto.
Posso fare qualcosa?
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Sì, sa di averlo ma pensa di poterlo gestire da sola, nonostante spesso dica di non farcela più. Inizialmente lo leniva con gli psicofarmaci che, tra l'altro, non so nemmeno dove trovi, forse le erano stati prescritti anni fa e i suoi genitori continuano a comprarli, oppure se li procura da sola. Adesso però dice che non le fanno quasi più effetto.
Posso fare qualcosa?
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Sì, sa di averlo ma pensa di poterlo gestire da sola, nonostante spesso dica di non farcela più. Inizialmente lo leniva con gli psicofarmaci che, tra l'altro, non so nemmeno dove trovi, forse le erano stati prescritti anni fa e i suoi genitori continuano a comprarli, oppure se li procura da sola. Adesso però dice che non le fanno quasi più effetto.
Posso fare qualcosa?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Puoi evitare di entrare nel ruolo della salvatrice e cioè della persona che si assume tutta la responsabilità di risolvere il problema deresponsabilizzando l'altro - e ottenendo spesso solo che si instauri un braccio di ferro sul tema del curarsi o non curarsi, come se il solo interessato a risolvere il problema fosse appunto chi ha il ruolo del salvatore.

Essendo troppo morbida potresti anche portarla ad utilizzare il suo malessere come mezzo per avere la tua attenzione e compassione, due cose che in casa sua mancano, perciò non devi lasciare che si instauri una dinamica di questo tipo.

Se vuoi esserle d'aiuto puoi dirle che sei disposta a starle vicino, ma che ritieni che il tuo semplice ascolto non sia abbastanza e che, per il suo bene, sarai sempre meno disposta ad ascoltare i suoi sfoghi e lamenti se non vorrà chiedere aiuto ad uno psicologo o psichiatra quanto meno per gli attacchi di panico.
Se farà questo primo passo il resto verrà da sè.

Di sicuro se prenderà questa decisione la sua famiglia non la ostacolerà, visto che ha già dato prova di essere più che disposta a mandarla in terapia, e almeno questo è un dato positivo.

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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
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Mi scusi per l'aggiunta, ma ne sto parlando giusto ora con lei e mi ha detto di più per quanto riguarda gli psicofarmaci.
I genitori ne sono al corrente, il medico li prescrive a lei direttamente.
A scuola ha forti attacchi d'ansia (sudorazione, tachicardia, giramenti di testa e sensazione di svenimento) prima di prendere il medicinale. Ormai ne prende direttamente due o tre alla volta, dice di non poter smettere ma nega di essere dipendente o depressa. Mi ha detto che ha sempre sonno e ha dei vuoti di memoria, se non sbaglio sono sintomi dell'eccessivo uso di benzodiazepine.
C'è un fatto di cui mi sono dimenticata e che magari potrebbe essere influente. La persona che si è suicidata era il suo ragazzo, stavano insieme da molto tempo. Un paio di mesi fa ha iniziato a frequentare un altro ragazzo, ma lui ha chiuso la relazione poco tempo fa. La mia amica mi ha confidato di aver bisogno di qualcuno come il suo ex e credeva che questo qualcuno fosse, appunto, quel ragazzo che ora ha chiuso con lei. A scuola si vedono tutti i giorni, gli attacchi d'ansia le vengono sempre prima di vederlo ed è lì che assume la maggior parte degli psicofarmaci. Uscita da scuola si "limita" a prenderne due o tre, solitamente.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Immagino che sia il medico di base a prescrivergliele e non uno specialista in psichiatria, dal momento che le benzodiazepine non hanno effetto curativo, ma solo sintomatico.

Se facesse anche solo il passo di andare da uno psichiatra potrebbe almeno ricevere una terapia più adeguata.

Quest'anno avete la Maturità?
Il suo rendimento scolastico com'è?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
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Non penso usi questo suo malessere come modo per attirare l'attenzione, è molto restia a parlarne e solitamente chiude la conversazione all'istante se salta fuori l'argomento.
Conoscendola, non farà niente per risolvere la cosa.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Lei non ha la maturità in quanto ha perso un anno quando era in prima superiore, non dovuto ad una mancanza di studio, ha semplicemente cambiato scuola.
Per quanto riguarda il rendimento non ha particolari problemi nonostante le sia sempre mancata la voglia di studiare.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il fatto che per ora non usi il suo malessere per attirare la tua attenzione è importante, ma non può far escludere che lo faccia in futuro.

Puoi renderti disponibile con tatto e senza insistere, dicendole che hai delle soluzioni da indicarle (recuperando magari dei recapiti ai quali si può rivolgere) e che se deciderà di farsi aiutare sarai con lei e magari la accompagnerai se lo desidererà.

Che carattere ha questa ragazza?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
Ex utente
Lei non ha la maturità in quanto ha perso un anno quando era in prima superiore, non dovuto ad una mancanza di studio, ha semplicemente cambiato scuola.
Per quanto riguarda il rendimento non ha particolari problemi nonostante le sia sempre mancata la voglia di studiare.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Pensi di poter trovare dei recapiti da tenere da parte per quando sarà disposta a parlarne?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2014
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Penso di sì, avevo già pensato di telefonare al consultorio del suo paese per chiedere informazioni su come comportarmi, penso che lì saprebbero indirizzarmi nello specifico verso gli specialisti più adatti.
E' davvero l'unica cosa che posso fare? Mi perdoni l'insistenza, ma sono davvero preoccupata per lei e non poterla aiutare mi distrugge.
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Attivo dal 2012 al 2014
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Penso di sì, avevo già pensato di telefonare al consultorio del suo paese per chiedere informazioni su come comportarmi, penso che lì saprebbero indirizzarmi nello specifico verso gli specialisti più adatti.
E' davvero l'unica cosa che posso fare? Mi perdoni l'insistenza, ma sono davvero preoccupata per lei e non poterla aiutare mi distrugge.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Capisco benissimo come ti senti, ma in questo campo è importante muoversi evitando di fare danni ed essere troppo insistente sarebbe un danno perchè ti prenderesti tu la responsabilità di risolvere la situazione al posto suo, e questo non è consigliabile perchè finireste a fare il braccio di ferro che ti dicevo.

Aver trovato il recapito del consultorio è un buon punto di partenza e penso che ti sapranno consigliare su come comportarti.

E' però importante che tu mantenga la calma e che non ti identifichi troppo con questa ragazza per non perdere di vista la differenza e il confine fra ciò che riguarda lei e ciò che riguarda te.
Pensieri come "non poterla aiutare mi distrugge" devono essere eliminati perchè ti tolgono lucidità e ti possono portare a sovrastimare il problema e a reagire sulla scorta della tua personale esigenza di non sentirti impotente, invece che per il suo bene.

Ti sei chiesta se ci sono motivi personali che ti spingono a sentirti così coinvolta, al di là dell'affetto che provi per lei?