I miei genitori ansiosi , come molti zii

Salve , sono un ragazzo di 21 anni che da un paio di mesi soffre persistentemente di ansia diffusa , premetto che sono biologicamente predisposto in quanto ho i miei genitori ansiosi , come molti zii e nonni . Il tutto è iniziato in maniera abbastanza superficiale circa 3-4 mesi fa , anche se non ha destato in me alcun sospetto che si potesse trattare effettivamente di un disturbo d'ansia , pensavo fosse solo un pò di stress accumulato, dato che ho un tenore di vita abbastanza stressante , seppur non avendo mai percepito alcun problema simile prima ; i primi segnali che il disturbo ha cominciato ad amplificarsi sono arrivati dopo un grave lutto in famiglia che ho subito , di una persona a me molto molto cara , e da allora mi trovo continuamente in lotta con sintomi del tipo innalzamento di pressione , tachicardia , stordimento , debolezza improvvisa . Il primo mese ho limitato al massimo le mie uscite , così come guidare o andare nei locali , il pericolo mi soffocava ed era sempre dietro l'angolo . Al 2 mese ho cominciato a riprendere la mia normale vita quotidiana , guidando e praticando anche sport , tuttavia rimangono alcune situazioni sociali che me li provocano , sentendomi sempre più "schiavo" del mio stesso essere . Ho fatto le analisi del sangue per escludere patologie della tiroide e del cuore ed effettivamente i valori sono a posto , così come la pressione , tranne qualche traccia di muco nelle urine . Secondo voi sarebbe più giusto approfondire il discorso sul lato fisico o concentrarsi sull'aspetto psicologico ? Ho intenzione di chiedere aiuto ad uno specialista , perchè vorrei superare quanto prima questo mio disturbo . Sono dell'idea che già la vita è di per sè molto difficile e iper stressante , se cominciamo anche a metterci a "combattere" anche contro noi stessi, bè non si sa dove si può finire
Grazie anticipatamente per il Vs Riscontro
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<tuttavia rimangono alcune situazioni sociali che me li provocano , sentendomi sempre più "schiavo" del mio stesso essere . >

Gentile Ragazzo,
può dirci qualcosa in più, quali situazioni e cosa fa per affrontarle?
Cosa intende per tenore di vita abbastanza stressante?

Dice che il disturbo è iniziato qualche mese fa e si è amplificato dopo un lutto, trova qualche correlazione con la comparsa dei sintomi, prima come andava?

<ho i miei genitori ansiosi> può spiegare un po' di più su quanto avviene in famiglia?

Che parere ha ricevuto dal suo medico di base in merito ai riscontri clinici?
Cosa fa nella vita? Studia, lavora?







Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazzo,
Comprendo che la sua ansia rischia di limitare la sua vita e le sue relazioni. Descrive la sua famiglia come ansiosa, la qual cosa sembra aver influenzato il suo tipo di atteggiamento verso gli eventi quotidiani, magari amplificandoli e catastrofizzandoli. Certo, il lutto da lei esperito sembra essere stato scatenante; forse la perdita di una persona a cui lei era legato ha messo in crisi il suo assetto psicologico, come se avesse perso la stabilita' che quel rapporto le dava.? quanto era importante per lei questa persona? La sua ansia pare coprire non solo il dolore della perdita ma anche la paura di perdere un sostegno e di ritrovarsi da solo ad affrontare la vita con tutti i suoi problemi.
Il fatto che poi lei usi il temine "combattere" contro se stessi, da' l'idea del disagio che sta attraversando.
Ci chiede su cosa maggiormente focalizzarsi per superare questa sua ansia. Di certo, un aiuto psicologico che la sostenga non in una lotta contro se stesso, ma in un contatto amorevole con se stesso , potrebbe essere molto appropriato. Lei e' giovane e puo' prepararsi ad affrontare la vita in modo consapevole e serenamente. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa clinica

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Concordo con le Colleghe sull'opportunità di una consulenza psicologica di persona ma vorrei anche farti riflettere su un punto che mi ha colpito, ovvero quando dici " Sono dell'idea che già la vita è di per sè molto difficile e iper stressante , se cominciamo anche a metterci a "combattere" anche contro noi stessi, bè non si sa dove si può finire "

La tua convinzione di base sulla vita è che sia molto difficile e iper stressante... è chiaro che con questa idea in mente, si finisce per vedere tutto più drammatico e per comportarsi di conseguenza: se la vita è difficile e stressante non ci si può permettere il lusso di rilassarsi neppure un attimo ma bisogna costantemente tenere alta la guardia, altrimenti potrebbe accadere qualcosa...

Dal momento che dici di aver appreso in casa tutto ciò, sarebbe opportuno capire meglio che cosa succede, ma è anche possibile imparare che ci sono altri aspetti della vita che probabilmente adesso tu non riesci a vedere nè a vivere pienamente.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Vorrei integrare i pareri espressi dalle colleghe con un suggerimento operativo.
Poiche' i suoi sintomi di ansia si esprimono nel soma (sul corpo) sarebbe utile che lei si rivolgesse ad uno psicologo psicoterapeuta specializzato in psicosomatica.
L'ansia che bypassando la psiche si va ad esprimere direttamente sul corpo puo' avere un'origine molto precoce che deve essere individuata con precisione per potere essere affrontata correttamente.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dott.sse ,
Vorrei innanzitutto ringraziarvi per aver risposto alla mia richiesta di consulto . Cercherò di essere più specifico . Dunque io sono un soggetto ansioso per natura e da adolescente mi procurava molta timidezza e introversione , anche se non ho mai sofferto di problemi fisici legati all'ansia , fatta eccezione per qualche stato febbrile in seguito ad una agitazione molto forte , nulla di preoccupante alla fine . Però , sullo spunto della dott.ssa Esposito riguardo la psicosomatica , ho tralasciato un particolare molto importante che in precedenza non avevo esposto : all'età di 18 anni , dopo il diploma , ho deciso di trasferirmi a studiare in un'università fuori città , andando quindi a vivere da solo ; è stata un'esperienza molto dura e stressante , che ha messo a dura prova la mia salute psicofisica e che mi ha procurato un'orticaria da stress . Penso si tratti proprio di stress, poichè ho fatto tutti i controlli relativi alle intolleranze alimentari e gli esiti sono sempre stati negativi . All'inizio bastava una semplice agitazione , sbalzo di temperatura , ecc a scatenarmi un orticaria fortissima che , col passare del tempo , si è affievolita , diventando più gestibile , anche se non è mai sparita . Ora sono di nuovo a casa dei miei genitori e frequento l'università da autodidatta come fuori sede , recandomi solo in vista degli esami . Ho una vita stressante perchè lavoro e studio insieme . Per quanto riguarda il mio primo attacco di panico , è successo circa 4 mesi prima che un mio parente venisse a mancare , ma in quel periodo stava bene ancora e non mi destava alcuna preoccupazione aggiuntiva . Ero dal mio barbiere e stavo tagliando i capelli, quando ad un certo punto ho avuto una bruttissima sensazione di irrealtà , seguita dalla tachicardia e dai tremori ; in un primo momento ho pensato si trattasse di un semplice calo di zuccheri e non ci ho dato molta importanza . Col susseguirsi dei giorni i sintomi si sono amplificati , culminando , dopo l'avvenimento di lutto , in una vera e propria routine , irrompendo nella mia vita quotidiana , sconvolgendomela . In un occasione , in cui sono finito al pronto soccorso, ho parlato con una psichiatra che mi ha diagnosticato un disturbo d'ansia , ma mi ha detto di fare anche le analisi per esserne sicuri . Ho fatto le analisi del sangue e delle urine per escludere patologie a livello tiroideo e cardiaco , con esito negativo . Vivo in un contesto familiare molto ansioso , nel senso che c'è agitazione e litigi molto frequenti , che purtroppo ha influito sul mio stato d'essere già di per sè ansioso . Il lutto che ho passato era una persona a me molto cara in senso affettivo , ma non in termini di sicurezza o quant'altro . Personalmente non ho paura di rimanere solo , nel senso che non sono un soggetto che tende a chiedere aiuto altrui , anzi per i miei problemi , sin da piccolo , ho sempre preferito risolvermeli da solo e sono un tipo abbastanza solitario . Il mio disagio nasce dalla consapevolezza che questo disturbo influenza , che lo vogliamo o no , la nostra vita quotidiana e lo sconforto nasce dal momento in cui , per la situazione familiare in cui vivo , non posso permettermi di calare o riposarmi .
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

proprio per queste ragioni è utile una consulenza psicologica ma di persona. L'ansia è un'emozione che abitualmente si esprime sul corpo, e tutto ciò serve per segnalarci un pericolo.

Con uno psicologo psicoterapeuta è importante comprendere di quale "pericolo" possa trattarsi.

Un cordiale saluto,
[#7]
dopo
Utente
Utente
Ma l'ansia davvero può causare la morte in alcuni soggetti ?? Alcuni miei amici mi hanno riferito che , in seguito ad attacchi di panico , sono anche svenuti , anche se a me personalmente non è mai successo , perchè la pressione tende ad alzarsi con la tachicardia quindi è impossibile , credo , svenire con la pressione alta .

La ringrazio per il consulto dott.ssa Pileci
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Di ansia non si muore e non è MAI morto nessuno: NON esiste un precedente in letteratura!

Sono invece d'accordo con Lei sul resto: Lei è molto spaventato e mi pare ragionevole perchè i sintomi d'ansia possono spaventare.

Inoltre l'attacco di panico ha caratteristiche molto precise:

-intensa paura e disagio, accompagnati da altri sintomi, quali palpitazioni, sudorazione, tremori fini o con grandi scosse, fame d'aria e sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, vertigini, ma anche sensazioni di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione, paura di perdere il controllo e di impazzire, paura di morire, a volte anche parestesie, brividi o vampate di calore.

Però le caratteristiche imprescindibili sono:

- inizio improvviso che raggiunge molto rapidamente l'apice (circa 10 minuti ma a volte anche meno) ed è accompagnato da un senso di pericolo o catastrofe imminente e dalla sensazione come di urgenza di allontanarsi.

- la persona riferisce "stavo per morire" o "mi sembrava di impazzire" e spesso si reca al PS, certo di avere un infarto.

Su queste paure, che probabilmente fanno parte del disturbo stesso, dovrebbe lavorare con l'aiuto del terapeuta.

Saluti,
[#9]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Lascerei perdere quanto le dicono gli amici, non si muore per gli attacchi di panico, semmai se ne sperimenta il timore.

Da quanto ci ha riferito lei ha vissuto e vive in un contesto ansioso e problematico, che sosterrebbe il suo malessere, fattosi evidente la prima volta che ha lasciato la sua famiglia, peggiorato successivamente e, a quanto mi sembra di capire, divenuto più costante in seguito al lutto.

Segua il suggerimento datole già dai Colleghi, si rivolga direttamente ad uno specialista che la possa aiutare a ripercorrere la strada che la conduce a un miglior benessere.

Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso il Consultorio familiare
della sua ASL -Spazio Giovani

Se crede ci può aggiornare in futuro
[#10]
dopo
Utente
Utente
Ad oggi pian piano mi sto abituando a questi sintomi , quando comincio a percepirli riesco a dosare la paura , perchè capisco subito che si tratta di un attacco di panico , di una "bugia" del cervello e quindi non ho l'innalzamento della pressione , l'unica mia reale paura , al momento , è sempre quella di svenire in pubblico , perchè se non è un innalzamento di pressione percepisco la sintomatologia opposta , testa vuota , depersonalizzazione , ecc e per imbarazzo ho sempre paura di svenire davanti a tutti . Cosa posso fare per evitarlo ?

Rinnovo i ringraziamenti ai medici intervenuti alla mia richiesta .
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazzo,
Lei sta cercando di gestire i suoi sintomi e, come dice lei, ci si sta "abituando". Se questo puo' essere positivo in situazioni di emergenza, alla lunga, pero', non risolve il problema alla base. E' vero che familiarizzarsi con i propri sintomi aiuta a ridimensionarli, ma, alla sua giovane età , sembra presto per rassegnarsi ad averli. Mi spiego: come già detto dalle mie colleghe, di ansia non si muore, tuttavia la qualità della vita ne risente molto. Ora, lei e' un ragazzo sensibile ,intelligente, riflessivo, altrimenti non si sarebbe posto il problema. E' in grado di comprendere quali potrebbero essere le potenziali cause della sua ansia, tra cui i frequenti litigi familiari a cui accenna. Tuttavia, comprendere e' solo il primo passo per uscirne fuori. Mi preme dirle che, da quello che lei scrive, il fatto di ricorrere al " fai-da-te" per la sua problematica non puo' in nessun caso essere risolutivo. Si descrive come una persona che non chiede agli altri e piuttosto ritirata sul piano relazionale. E' proprio questo il punto, invece, su cui dovrebbe lavorare! Per evitare tutta la fastidiosa sintomatologia che rischia di crearle imbarazzo in presenza degli altri, l'unica cosa che mi sento di suggerirle e' di rivolgersi a uno specialista psicologo ed, eventualmente, a uno psichiatra per una cura farmacologica. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa clinica
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