Problemi di compatibilità

Salve,
siam una coppia di 26 e 30 anni e scriviamo per aver un parere dall'esterno e da chi potrebbe darci preziosi consigli.
Premetto che siamo due caratteri a volte simili e talvolta contrari, ma a seguito di 6 anni di discussioni, vorremmo un attimo capire cosa fare per poter risolvere problemi che ci portano a discutere spesso.
Premetto che io sono una ragazza permalosa e che tendenzialmente mi infastidisco, per cosi dire, anche per piccolezze.
Lui è nervoso a modo suo, nel senso che, tendenzialmente si definisce tranquillo, anche se, ammesso anche da lui, è più nervoso di me.
Il punto è che, come tutti in parte, lui nn ha mai saputo discutere, mi ha raccontato che in famiglia, erano i suoi fratelli a risolvere le discussioni dei suoi genitori, perchè nn sapevano risolverle da soli, e questo lo fa sentire a detta sua "incapace" di discutere in modo giusto talvolta (è capitato anche che spaccasse piccoli oggetti).
Il problema sono sicuramente e maggiormente anche io, perchè sono puntigliosa, mi "attacco" a stupidagini.
Puo essere un esempio la nostra ultima discussione in cui lui non accetta che ad altri potrebbe dar fastidio un qualcosa, ma lo definisce "è una stupidaggine" e per lui dovrei continuare a dirglielo tranquillamente (cosa che è stata fatta tante volte, essendo lui una persona che difficilmente quando gli fai capire che ti irrita qualcosa, la volta successiva impara a farla).
La discussione è stata questa, dopo aver avuto momenti di intimità, mi son trovata con la porta della sua stanza aperta per distrazione (lui vive con altra gente), nonostante le ripetute volte chiesto tranquillamente, risponde "ma è una cavolata" e lo rifà.
Mi sto facendo davvero io i problemi, se son io quella che ha reazioni sbagliate, e se è così, accetto consigli.
Quel che dico lui è questo,mi dispiace che lui dopo un accesa discussione, da più peso a dire "ma io non voglio discutere e tu devi smetterla ad attaccarti a piccolezze" piuttosto che pensare da dove sia stata generata.
Mi rendo conto di quanto possa essere banale e scema la mia motivazione per arrivare a discutere, il problema è che lui tendenzialmente, anche con la sua famiglia, è una persona alla quale una cosa se non gli e la dici incavolata non ascolta, ed anche se ti incavoli, hai torto tu, perchè ti "attacchi" troppo a cavolate.
Io sicuramente sarò permalosa, ma sono anche una persona riflessiva, che ama ritrovare poi un dialogo e dei compromessi, ed infatti ho chiesto proprio questo, un comune accordo che vada bene ad entrambi, a volte si a volte no.
Purtroppo anche se mi arrabbio, comunque lui la volta successiva ripete..
Non voglio fare lo stesso errore dei suoi, di non saper trovare soluzioni, anche se ammetto che una brutta bestia del mio carattere è essere permalosa, lo so e vorrei migliorare.
Chiedo a voi un consiglio, vi ringrazio in anticipo
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
il problema appartiene ad entrambi infatti sembra che non riusciate a trovare modalità di comunicazione più funzionali per affrontare efficacemente le vostre questioni che dunque tendono a restare irrisolte.

A quanto mi pare di capire il suo partner tende a sminuire e a eludere i motivi di contrasto o a sfogare la sua contrarietà infierendo su oggetti, mentre lei ripropone incalzando e arrabbiandosi.

<ma sono anche una persona riflessiva, che ama ritrovare poi un dialogo e dei compromessi, ed infatti ho chiesto proprio questo, un comune accordo che vada bene ad entrambi, a volte si a volte no.>

E allora potrebbe riflettere su quanto può fare di diverso lei, rispetto a quanto fatto finora, per riuscire ad aprire un dialogo costruttivo e un comune accordo.

Potrebbe ad esempio comunicare con messaggi in prima persona che non risultano accusatori e dunque non mettono l'altro sulla difensiva, cioè esprimendo come si sente in una determinata situazione che la disturba, le conseguenze che ne derivano e cercando insieme al suo ragazzo una soluzione propria.

Cordialmente


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
D'accordo, ed accetto il consiglio, quindi lei mi propone anche se l'errore è ripetuto molte volte di non infastidirmi ma continuare a parlarne tranquillamente da quel che ho capito?

Si, mi interesserebbe a 26 anni cercare un attimo di risanare le cose che non vanno, ma stavolta partendo dall'esterno e non da nostre opinioni che potrebbero essere di parte.

Lui, non sempre reagisce spaccando oggetti, capita rare volte quando proprio è infastidito. Il fatto è che ho provato tante volte questa strada della tranquillità, e parlando anche scherzando e ridendo..


Dunque parlare serenamente potrebbe essere l'unica soluzione al problema?
Se anche optando per questa soluzione non dovesse andar bene posso chiederle cosa mi consiglia di fare?
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Leggendo un suo precedente consulto nel quale esponeva difficoltà nella relazione con i genitori, in particolare una difficoltà a definirsi in modo più autonomo, a fare ascolatre le sue ragioni, si comprende meglio come anche lei, come riferirebbe in merito al suo ragazzo, fatichi a trovare modalità più proprie di relazionarsi.

Io le ho suggerito solo uno spunto di riflessione, in ogni caso chiudere le questioni senza trovare una soluzione lascia i problemi irrisolti.

Sembra succeda questo, alla fine di fronte alle vostre difficoltà di comunicare, si chiude il dialogo per poi tornare all'attacco la volta successiva, di modo che poi il ciclo si ripete. Allora è necessario riflettere sul come muoversi diversamente, entrambi. Darsi turni, ascoltare e confrontarsi, non reagire, come pare stiate facendo.

Valgono comunque le indicazioni che ha ricevuto qui, pur se per motivi apparentemente differenti
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/343474-consiglio-su-problema-con-genitori.html

Cari saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Si, anche se diciamo che con il mio ragazzo tento di aver un dialogo, talvolta molto prolisso per tentare di esprimere il mio punto di vista, ed anche perchè lui caratterialmente sembra o è distratto, da poco peso alle mie "piccolezze" perchè mi ha spiegato che con i genitori aveva ricevuto lo stesso trattamento (definiscono inutili le sue discussioni o non lo considerano).

Io dal canto mio spesso e volentieri non accetto punti di vista altrui, come anche lui, siamo entrambi forti da questo punto di vista e questo ci pone seriamente in conflitto.

Io son quella insistente che cerca di spiegare e "far ragionare", come lui spesso mi rimprovera sia un atteggiamento sbagliato in quanto "nessuno dovrebbe far ragionare nessuno".
Lui, anche se si scoccia e magari non condivide il punto di vista reagisce magari successivamente con i fatti, intestardendosi ancora di più su un qualcosa o facendo dispetti su quella determinata cosa.

In ogni caso, anche lui ci teneva molto a capire alcuni dei suoi problemi con i suoi genitori e scrisse questo post https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/343551-debolezza.html

In ogni caso ascoltiamo i consigli. lei per caso ci consiglia una terapia di coppia o un consulto in presenza di due caratteri "forti"?

la ringrazio per i suoi preziosi consigli
[#5]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Cara ragazza,
il consulto di coppia è un'eventualità da non scartare se da soli non riuscite a migliorare le vostre modalità di relazionarvi.

Auguri